Povera patria, le città italiane contro il ddl Sicurezza

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In decine di città, da nord a sud, ci sono state manifestazioni pacifiche che hanno coinvolto associazioni e liberi cittadini contro il ddl Sicurezza e lo scudo penale per gli agenti delle forze dell’ordine. “Portiamo 100 mila Luci contro il buio del regime”, lo slogan della Rete che ha organizzato una fiaccolata davanti a luoghi simbolo dei comuni italiani.

“Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere” è l’incipit della canzone “Povera Patria” scritta e pubblicata nel 1991 dal “Maestro” Franco Battiato per denunciare la situazione politica e sociale di quegli anni. Le parole di denuncia e speranza per un futuro migliore restano, purtroppo, ancora attuali dopo trent’anni.

In migliaia nelle piazze per la libertà

Arrivano da tutto il Paese le voci di cittadini e associazioni che pacificamente hanno manifestato contro il così definito “ddl della paura” voluto dalla maggioranza di governo, in particolar modo dopo i fatti di Rimini e Milano, per tutelare le forze dell’ordine e l’uso sproporzionato della violenza per fermare i sospettati.

Pesanti le dichiarazioni delle associazioni che temono la costituzione di uno “stato di polizia”: “Questo Ddl preoccupa non soltanto Amnesty International, non soltanto centinaia di movimenti della società civile, ma organizzazioni internazionali, da ultimo sei Relatori delle Nazioni Unite che hanno espresso la preoccupazione, da noi condivisa totalmente, che dietro questa parola ‘sicurezza’ si celi poi un disegno repressivo di alcuni diritti fondamentali. Uno tra i più importanti quello di protesta pacifica, cioè di esprimere in piazza dissenso o pensiero critico in forma pacifica”. Lo ha detto all’Ansa Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

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L’ultima novità

Negli ultimi giorni la maggioranza, in particolar modo Lega e Fratelli d’Italia, sta spingendo per inserire nel disegno di legge Sicurezza lo scudo penale per gli agenti delle forze dell’ordine che utilizzano la forza per difendersi oppure, come succede non di rado, attaccare, ferire e abusare.

La nuova norma si baserebbe su due pilastri: si eviterebbe di iscrivere gli agenti nel registro degli indagati se non ci sono chiari indizi nei loro confronti. La seconda modifica sposterebbe la competenza di tali casi di violenza dalle più rigide procure della Repubblica alla più flessibile Corte di Appello. In sostanza, le magistrature non potranno aprire autonomamente dei fascicoli per indagare su agenti sospettati di aver sparato o usato forme di violenza contro cittadini e, di conseguenza, gli agenti delle forze dell’ordine saranno incoraggiati ad abusare impropriamente del proprio ruolo.

Anche questo nuovo disegno di legge è il desiderio diretto di ministri e politici, del centrodestra e non, di ribadire la propria volontà di rimanere nella storia del Paese, attraverso la costruzione di costosissime infrastrutture, si veda il ponte sullo stretto, e l’approvazione di grandi riforme, si veda quella della Giustizia. Il modello seguito sembrerebbe essere quello del fascismo che però aveva tra i propri ministri intellettuali ed economisti come Gentile e de’Stefani, figure con una certa preparazione, mentre a noi toccano treni in ritardo e la Bibbia nelle scuole.

Gli altri provvedimenti

Tra le novità inserite nel ddl Sicurezza spicca l’inasprimento delle sanzioni per chi manifesta bloccando strade o stazioni, anche in modo pacifico. L’intento del governo sembra chiaro, ostacolare le voci fuori dal loro coro che difficilmente metterebbero a repentaglio la sicurezza del Paese ma che, piuttosto, potrebbero mettere in discussione l’operato del governo.

Per garantire un rafforzamento delle autorità il ddl Sicurezza amplia gli strumenti a disposizione degli agenti: le misure prevedono infatti l’impiego di alcuni tipi di arma anche al di fuori dell’orario di lavoro e l’utilizzo delle bodycam che, già in uso da parte della polizia americana, permette di registrare audio, immagini e video. Il ddl toglie però il diritto al manifestante di riconoscere gli agenti violenti poiché elimina i codici identificativi posti sui caschi.

Altro reato, altre pene. Combattere l’occupazione abusiva di proprietà private sarà ulteriormente sanzionata. Denominata norma anti-Salis, “l’occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui” viene punita con la reclusione da due a sette anni. La stessa sorte spetta a chiunque si appropria indebitamente di un immobile appartenente ad altri o lo cede anche se già occupato. E Casapound?

Insomma, Battiato è stato un visionario scrivendo “Povera Patria” mentre l’Italia resta fedele a sé stessa.

Piercarmine Cecere

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