Transizione energetica, in Italia è boom di rinnovabili. Il caso Sicilia

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L’analisi evidenzia come il contributo delle fonti rinnovabili al fabbisogno energetico nazionale abbia raggiunto livelli senza precedenti.

Nel 2024, oltre il 41% dell’energia elettrica consumata in Italia è stata prodotta grazie a fonti rinnovabili: il dato più alto di sempre. A tracciare una mappa sullo stato di salute del processo di transizione energetica in atto nel Paese, è il bilancio energetico pubblicato negli scorsi giorni da Terna, la società responsabile della gestione della rete elettrica nazionale.

L’analisi evidenzia come il contributo delle fonti rinnovabili al fabbisogno energetico nazionale abbia raggiunto livelli senza precedenti, confermando l’importanza crescente di un settore strategico per la transizione ecologica e la riduzione delle emissioni di gas serra. E che vede nella Sicilia uno dei motori trainanti per il resto della nazione.

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Il quadro nazionale: numeri e tendenze

Secondo il bilancio, nel corso del 2024 sono stati consumati complessivamente 312.000 gigawattora (GWh) di energia elettrica, con una produzione da fonti rinnovabili pari a 128.000 GWh. Questo ha permesso di coprire il 41,2% del fabbisogno totale, segnando un incremento rispetto agli anni precedenti. Il dato è sostenuto anche dalla crescita della potenza installata degli impianti rinnovabili, che ha registrato un aumento di 7,5 gigawatt (GW), raggiungendo un totale di 76,6 GW a livello nazionale.

Tra le fonti rinnovabili, il fotovoltaico e l’idroelettrico hanno mostrato una crescita significativa, rispettivamente del 19,3% e del 30,4% rispetto al 2023. Gli impianti fotovoltaici, con una potenza complessiva di 37,1 GW, rappresentano il segmento più rilevante, seguiti dagli impianti eolici con 13 GW. Tuttavia, non tutte le fonti hanno registrato un andamento positivo: l’eolico ha subito un calo del 5,6%, mentre la geotermia ha registrato una lieve contrazione dello 0,8%.

Un altro elemento di rilievo è rappresentato dall’incremento delle installazioni di sistemi di accumulo domestico, come le batterie per l’autoconsumo. Lo scorso anno sono state realizzate circa 730.000 nuove installazioni, per una potenza complessiva di 5,5 GW. Il complesso di questi sistemi gioca un ruolo cruciale nel migliorare l’efficienza energetica e nell’ottimizzare l’uso delle risorse rinnovabili.

Sicilia: un laboratorio di innovazione nel settore delle rinnovabili

Nel contesto nazionale, la Sicilia emerge come una delle regioni più dinamiche nel settore delle energie rinnovabili. Secondo l’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, in base agli ultimi dati risalenti al novembre scorso e dei quali avevamo già parlato nell’inchiesta del QdS sul futuro green e offshore dell’Isola, il numero di imprese attive nel comparto ha subito un vero e proprio boom.

Per Unioncamere si è passati da 1.409 nel terzo trimestre del 2023 a 6.161 nel 2024. Un incremento che è stato accompagnato da un aumento degli occupati, che sarebbe passato da 2.083 ad addirittura 20.749 in un solo anno.      

Nel rapporto di Terna è evidenziato come, nel mese di dicembre 2024, il fabbisogno è in aumento al Nord (To-Mi-Ve), al Centro (Rm-Fi), al Sud (Na) e sulle Isole (rilevamenti di Palermo e Cagliari) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Prendendo in considerazione i dati dei [GWh] della Sicilia, in un anno si è passati da 1.575 a 1.643: una variazione percentuale sul progressivo dell’1,4%.

Per ritrovare un dato più basso di questo bisogna spostarsi nella macroarea Lombardia, con un progressivo dello 0,7%, ma a fronte di un sistema estremamente avanzato e molto più radicato in tema di rinnovabili rispetto alla Sicilia. Tradotto: l’Isola continua a investire nell’energia green, ma procede con un passo da lumaca rispetto al resto del Paese. E il gap da colmare resta ancora molto ampio.

In un contesto di crescita e a fronte delle enormi potenzialità detenute per motivi naturali, la Sicilia ha raggiunto soltanto il settimo posto a livello nazionale per consistenza nel settore delle rinnovabili. Questo anche grazie a una combinazione di fattori geografici, economici e tecnologici che avvantaggiano la tipologia di investimento nella filiera anche a queste latitudini, con i piani della Regione che vedono la Sicilia centrale nella diffusione del green nel Mediterraneo.

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L’abbondanza di risorse naturali, come il sole e il vento, ha fin qui favorito lo sviluppo di impianti fotovoltaici ed eolici su larga scala. La capacità di produzione fotovoltaica installata sull’Isola rappresenta una quota significativa del totale nazionale, con una crescita costante negli ultimi anni.

Eppure non si è in grado di procedere in maniera autonoma rispetto alle altre regioni italiane. Basti pensare che sempre “nel 2024 si registra uno scambio netto dalla zona Nord verso l’Emilia Romagna e Toscana pari a circa 22,1 TWh e uno scambio netto dal Continente verso la Sicilia pari a 4,4 TWh; la regione con l’incremento maggiore è il Lazio con +1.256 MW, seguita da Lombardia (+766 MW) e Sicilia (+505 MW)” (Dati Terna).

Crescita del fotovoltaico e dell’eolico in Sicilia

Il fotovoltaico rappresenta una delle principali leve di sviluppo per la Sicilia. Nel 2024, la regione ha registrato un incremento della capacità fotovoltaica installata pari a 1.561 MW, un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato possibile grazie a una serie di incentivi governativi e a progetti privati che hanno favorito l’installazione di pannelli solari su edifici residenziali, industriali e sempre più terreni agricoli che lasciano il passo ai pascoli per trasformarsi in campi sterminati di pannelli per la produzione dell’energia.

Anche l’eolico ha mostrato segni di crescita, sebbene in misura minore rispetto al fotovoltaico. Nel 2024, la capacità eolica installata è aumentata di 198 MW, raggiungendo un totale di oltre 2.000 MW sull’Isola. La produzione da fonte eolica è comunque in progressivo aumento rispetto lo stesso mese dell’anno precedente: +8,2%.            

Nonostante alcune difficoltà legate alla variabilità delle condizioni atmosferiche, gli impianti eolici continuano a rappresentare una componente fondamentale del mix energetico siciliano. Non a caso proprio l’Isola (+166 MW) presenta l’incremento maggiore nel comparto, seconda solo alla Campania (+218 MW) e seguita dalla Puglia (+131 MW).

Prendendo poi in considerazione la tabella della variazione netta di capacità installata da gennaio 2021 a dicembre 2024 suddivisa per regione con il relativo target progressivo a dicembre 2024, secondo la ripartizione regionale prevista nel DM Aree Idonee, la Sicilia mostra ancora un deficit di -64 MW rispetto al programma triennale. Tabella nella quale, per efficienza, spiccano Lazio e Lombardia: rispettivamente con un saldo di +963 e +546 MW. 

Opportunità e sfide per il futuro

La Sicilia si trova in una posizione strategica per diventare un hub di riferimento nel Mediterraneo per la produzione e l’esportazione di energia rinnovabile, come raccontato ai nostri microfoni sempre a novembre da Calogero Giuseppe Burgio, Dirigente Generale del Dipartimento dell’Energia della Regione Sicilia.

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Restano diverse le sfide per il settore, come l’integrazione delle reti: la gestione delle fonti rinnovabili, caratterizzate da una produzione intermittente, richiede una rete elettrica flessibile e resiliente. Investimenti significativi – in parte già in atto – saranno necessari per migliorare l’infrastruttura esistente e garantire un trasporto efficiente dell’energia.

I lunghi tempi di approvazione per i nuovi impianti rappresentano un ulteriore freno allo sviluppo del settore: snellire le procedure amministrative è fondamentale per accelerare la transizione. Resta poi vivo il tema dell’accettazione sociale: è dell’inizio di questa settimana l’ennesima protesta da parte dei sindaci della Valle del Belice per l’installazione delle pale eoliche nei loro territori.

Per evitare una deregulation del settore, gli amministratori locali chiedono a gran voce alla Regione linee guida specifiche per gli impianti. Sebbene le installazioni di sistemi di accumulo siano poi in crescita, per sviluppare un sistema integrato resta necessario potenziare ulteriormente questa tecnologia per massimizzare l’utilizzo delle fonti rinnovabili.

Il ruolo delle politiche regionali e nazionali

Per sostenere la transizione energetica in Sicilia, è fondamentale un coordinamento efficace tra le politiche regionali e nazionali. Gli incentivi fiscali, i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, e le partnership pubblico-privato possono favorire l’adozione di tecnologie innovative e la creazione di posti di lavoro nel settore delle rinnovabili, come nel caso del progetto dell’eolico offshore approvato al largo delle coste trapanesi.

A livello regionale, il governo siciliano ha già avviato diverse iniziative per promuovere l’energia sostenibile. Tra queste, spiccano i programmi di formazione per le imprese locali e gli investimenti in progetti pilota, come le comunità energetiche rinnovabili. Questi modelli, basati sulla condivisione dell’energia prodotta localmente, rappresentano una soluzione innovativa per ridurre i costi energetici e migliorare la sostenibilità ambientale.

L’Italia, e in particolare la Sicilia, si trovano a un punto di svolta nella transizione verso un sistema energetico più sostenibile. I risultati raggiunti nel 2024 dimostrano che le fonti rinnovabili possono giocare un ruolo di primo piano nel soddisfare il fabbisogno energetico nazionale, riducendo al contempo l’impatto ambientale. Per mantenere questa traiettoria positiva, è necessario affrontare con determinazione le sfide ancora aperte, investendo in infrastrutture, tecnologie e capitale umano.

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La Sicilia, grazie alle sue peculiarità geografiche e al dinamismo delle sue imprese, ha l’opportunità di diventare un modello per l’intero Paese. La strada verso un futuro energetico sostenibile è tracciata: è ora il momento di accelerare il passo per garantire un domani più green e una filiera che conterà tra i suoi punti di forza l’hub previsto nel porto di Augusta.





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