Un patto tra i sindaci delle Città del Tartufo delle Marche

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Report del summit sul futuro del tartufo, strategie e valorizzazione

Sant’Angelo in Vado

Nella splendida cornice di Palazzo Mercuri, nasce a Sant’Angelo in Vado un patto tra i sindaci delle Città del Tartufo delle Marche. Un modello di cooperazione e un quadro di azione orientati a valorizzare un territorio particolarmente vocato per il tartufo bianco e per altre tipologie che fanno delle Marche una regione del tartufo ‘tutto l’anno’. Nelle Marche operano circa 16 mila cercatori di tartufo, ci sono 1.677 tartufaie controllate e coltivate per un totale di circa 3.300 ettari di terreno agricolo impegnato. “Tartufo delle Marche, quale Futuro” è l’iniziativa voluta dal Comune di Sant’Angelo in Vado con in prima linea il sindaco Stefano Parri, che ha aperto la giornata di sabato 18 gennaio, insieme all’assessore al turismo Massimo Guerra, particolarmente produttiva per il futuro del tartufo, quale motore economico straordinario. “Siamo di fronte a una sfida importante per il nostro territorio che deve diventare la destinazione del turismo enogastronomico legato al tartufo a livello nazionale e internazionale. Un traguardo possibile da realizzare con una progettualità comune, facendo sistema, attraverso una strategia condivisa con la Regione Marche e non con misure spot che riteniamo inefficaci”. Con un valore di mercato nazionale di circa 200 milioni di euro, 73 mila cavatori coinvolti, il tartufo ha un alto potenziale per lo sviluppo delle aree interne, in connessione con molteplici tipologie di attività turistiche. E’ quanto è emerso nel talk “Turismo enogastronomico come driver di sviluppo: quali strategie?” a cura di Fabio Musso, Prorettore a Terza Missione e Public Engagement, docente di Economia e gestione delle imprese – Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e  Elena Viganò, Prorettrice alla Sostenibilità e valorizzazione delle differenze, docente di Economia agraria, alimentare ed estimo rurale – Università degli Studi di Urbino Carlo Bo.  Nel 2023 più di 22 milioni di turisti italiani hanno scelto tour dedicati all’enogastronomia con una spesa complessiva di circa 5,8 mln di euro e con un impatto economico (diretto, indiretto, indotto) di circa 40 mln di euro.

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“Il turismo che sta emergendo in questi anni – ha dichiarato il professor Fabio Musso – è più attento alla ricerca di esperienza, alla scoperta delle realtà con tradizioni locali, tra cui quelle legate alla gastronomia, alla partecipazione attiva, all’ esperienza di rapporto con la natura, quindi antitetico al classico turismo nelle città d’arte e balneare. Un fenomeno in crescita che rappresenta una grande opportunità per tutti i territori delle nostre aree intene che devono riuscire a valorizzare al meglio le proprie caratteristiche distintive, e che possono riuscire ad attrarre quel tipo di interesse che è anche per la gastronomia, tra cui rientra il tartufo. Una promozione adeguata può favorire la costruzione di una reputazione riconosciuta a livello  internazionale. Diversamente dal passato, dove si privilegiavano Toscana e certe regioni del Nord, in questi ultimi anni sono emerse altre regioni, le Marche devono recuperare un po’ il ritardo ma credo ci siano tutte le condizioni per riuscire a emergere”.

 “Il 2025 sarà l’anno della svolta – è intervenuto il sindaco di Acqualagna Pier Luigi Grassi – per capire quale ruolo avrà il tartufo nell’economia regionale. La parola chiave è cooperazione: insieme ai sindaci vogliamo creare delle sinergie, in questo caso percorsi organizzati che comprendano tutti i nostri territori mettendo in risalto i nostri borghi, nonché le bellezze storiche e culturali attraverso il Tartufo che fa da volano e da traino. L’obiettivo è che un numero sempre maggiore di visitatori possa immergersi nella nostra storia. Il tartufo, dal bosco alla tavola, offre un viaggio nella cultura, tra i valori e i sapori di questi territori che si distinguono con un patrimonio ricchissimo. Una nuova dimensione di operare che aggrega risorse naturali e culturali riunite in un Distretto che mira ad approcciarsi a un mondo internazionale. Solo mettendoci insieme possiamo ambire a un risultato più grande. La Regione ha la capacità di mettere a disposizione gli strumenti innovativi che ci possano permettere di crescere e affrontare insieme anche nuovi tipi di turismo, molto più organizzati e attenti alla qualità e alla sostenibilità”.

Durante il talk dell’Università degli Studi di Urbino sono stati confermati quelli che sono i fattori di rischio legati alla stagione di raccolta del tartufo, che nel 2024 ha vissuto il suo anno horribilis: poca quantità e le rarità pronte ad essere vendute nei paesi esteri a peso d’oro. Il cambiamento climatico, lo stress degli ecosistemi boschivi, la competizione per l’uso del suolo a favore di altre produzioni o gli incendi sono tra le problematiche che mettono a rischio la reperibilità della risorsa in futuro.

“Amandola – ha dichiarato il sindaco Adolfo Marinangeli – ha chiamato la propria mostra ’Diamanti a Tavola’ per il grande apprezzamento che riceve il tartufo da parte di visitatori nazionali e internazionali. La nostra politica è rivolta in particolare all’ambiente e al turismo. Siamo nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, meta soprattutto di visitatori stranieri che qui comprano casa e si trasferiscono. Il cambiamento climatico è il grande fattore di rischio da affrontare, per questo stiamo collaborando da alcuni anni con l’Amap regionale, per investire di più sulla ricerca scientifica legata al tartufo, attraverso il centro regionale di tartuficoltura di Amandola, il secondo con quello di Sant’Angelo in Vado. Oggi c’è poco prodotto e tanta richiesta che però non riusciamo a garantire. Per questo dobbiamo lavorare più sulla disponibilità della risorsa e concentrarci insieme in futuro”.

Sono intervenuti, inoltre, il consigliere comunale di Apecchio, Luca Mirandola e il sindaco di Fossombrone Massimo Berloni. Entrambi hanno condiviso di fare sistema e sinergia: Mirandola ha sottolineato che vanno coinvolte le aziende del territorio che sono le protagoniste del settore e anche altre realtà che ruotano intorno al mondo del tartufo, che possiede le capacità di trainare le altre risorse agroalimentari.

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“Abbiamo il dovere di valorizzare ciò che abbiamo di più bello – ha dichiarato il sindaco Berloni – facciamo sistema partendo dalla nostra comunità, coinvolgendo i nostri cittadini che spesso non conoscono le realtà dove vivono. E’ da qui che dobbiamo partire. La Regione ha un ruolo fondamentale con l’obiettivo di comunicare insieme un solo messaggio, un unico territorio con l’orgoglio di avere più domanda di tartufo, anche se meno offerta”.

“Dopo aver formalizzato tra noi Città del Tartufo, invieremo il documento alla Regione, al presidente Acquaroli, che ha la delega del turismo, all’assessore Antonini, che guida il tavolo permanente della filiera sul tartufo, di intervenire con le politiche agricole per la salvaguardia dei territori di produzione, anche a seguito del cambiamento climatico e delle sue conseguenze sulla raccolta – ha chiuso gli interventi dei sindaci, il sindaco Stefano Parri – Chiederemo una promozione unitaria degli eventi che si tengono nelle Marche, cercando di non sovrapporre le date delle manifestazioni e mantenendo le specificità di ognuna. Vogliamo creare un circuito, una strada del tartufo, che metta insieme le nostre Città. La Regione Marche potrebbe svolgere il ruolo di coordinamento e facilitare questo grande salto in avanti, con campagne mirate che possano trasformare questa destinazione in meta di qualità e attrattiva per i turisti, operazione che non è mai stata fatta in passato”.

Le conclusioni della giornata sono state affidate al consigliere regionale Giorgio Cancellieri delegato da Andrea Maria Antonini, assessore all’Agricoltura della Regione Marche. “La ricerca dei professori Musso e Viganò ci stimola a una grande riflessione: dobbiamo fare conoscere ciò che siamo e le eccellenze che possiamo offrire, questo è un grande gap che va colmato ed è il messaggio che porterò all’assessore Antonini. La Regione Marche può prendere in mano il coordinamento e la promozione di tutte le iniziative sul tartufo dei comuni del territorio che si mettono in rete, affinchè il turismo gastronomico regionale possa crescere in maniera esponenziale che hai dei numeri troppo bassi rispetto ai meriti, grazie alla visione allargata e alle capacità strategica che possiede”.

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Per impegni precedenti, non era presente Diego Sabatucci sindaco di Pergola.

In platea Claudio Calevi, direttore di Coldiretti Pesaro e Urbino, il presidente e il direttore del Gal Montefeltro Sviluppo, rispettivamente Bruno Capanna e Domenico Fucili, capofila di un nuovo progetto turistico regionale “Sapori delle Marche rurali”. L’obiettivo è far crescere la percentuale di turisti – l’anno scorso del 21 % – che visitano l’entroterra marchigiano attirandoli con i “Percorsi dei sapori rurali”, un’offerta organizzata, identitaria e ben riconoscibile. Partecipano il Gal Flaminia Cesano, quello dei Colli Esini San Vicino, Sibilla, Fermano e Piceno. Tra i presenti, esperti, studiosi, cercatori di tartufi, e membri di associazioni del territorio, tra cui ‘Italia nostra’.

Ha moderato la giornata il giornalista e scrittore Alfredo Antonaros.

L’evento è promosso dal comune di Sant’Angelo in Vado con la partecipazione di Acqualagna, Amandola, Apecchio, Fossombrone, Pergola. Partener sono la Regione Marche, Alta valle del Metauro, Camera Commercio, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo.



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