Calcio, insulti razzisti al giovane terzino che esce in lacrime: «Giocano più scimmie che persone»

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di
Davide D’Attino e Dimitri Canello

L’episodio nel Padovano nella categoria juniores. L’arbitro avrebbe lasciato proseguire il match dicendo di non aver sentito nulla

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Ancora una volta un episodio di presunto razzismo si fa luce nei campionati giovanili veneti. La partita incriminata è Real Padova – San Giorgio in Bosco della categoria Juniores Elite (il campionato che mette in vetrina le 12 squadre migliori della provincia che si giocano il titolo di campione provinciale) disputata nel weekend e terminata 1-1. Dopo la partita, via web con un messaggio («Al Real giocano più scimmie che persone, sembrava di stare nella giungla») comparso su un portare online che parla di pallone e via social, si è scatenato uno scambio di accuse che, tuttavia, entrambe le parti in causa si sono dette pronte a rintuzzare, nel tentativo di trovare una conciliazione.

L’accusa

Secondo l’allenatore del Real Padova Marco Varotto, tre ragazzi della squadra, tutti under 19 con cittadinanza italiana, due di origini marocchine (entrambi attaccanti) e uno originario della Tanzania (terzino sinistro) sarebbero stati vittime di insulti razzisti. Quest’ultimo, secondo quanto riferito dai dirigenti e dall’allenatore, aveva chiesto in lacrime di uscire a partita in corso per gli insulti ricevuti ed è stato poi convinto a restare in campo: «Pur essendosi accorti di quello che i suoi giocatori stavano dicendo con offese irripetibili nei confronti dei tre giocatori di colore – spiega Varotto – nessuno della panchina del San Giorgio è intervenuto per riprendere gli stessi giocatori. Sia durante la partita che alla fine, di fronte alle loro proteste, l’arbitro ha detto di non aver sentito nulla e che loro avrebbero potuto segnalargli la cosa, con la conseguente interruzione della partita. Non è la prima volta che succede una cosa del genere ma, a differenza delle altre volte, stavolta i tre ragazzi sono stati davvero portati all’esasperazione, tanto che nessuno di loro aveva mai pianto prima». 




















































Si abbassano i toni

Nella serata di lunedì 20 gennaio è in programma un direttivo del Real per decidere se e in quale modo muoversi per far sì che l’episodio non venga dimenticato nel giro di due-tre giorni. I toni, però, con il passare delle ore si sono smorzati, tanto che il presidente del Real Padova Giorgio Mazzuccato dice che «non siamo sul piede di guerra, se certe cose sono state dette è per tutelare i nostri ragazzi». Gli fa eco il vicepresidente Francesco Minarello, che aggiunge: «Da parte nostra non c’è alcuna volontà di strumentalizzare quanto accaduto, ma ci interessa soltanto la serenità dei nostri ragazzi, che da sabato scorso è stata piuttosto compromessa, altrimenti non si sarebbero mai messi a piangere, anche perché abbiamo insegnato loro a non reagire davanti a qualsiasi tipo di provocazione».

La replica

Il direttore sportivo del San Giorgio in Bosco Riccardo Rovea, dopo un consulto con i vertici del club, spiega: «Faccio notare che l’arbitro ha dichiarato di non aver sentito nulla di quello per cui siamo accusati. Inoltre non ci risulta assolutamente che il ragazzo sia scoppiato a piangere, tanto che l’allenatore Varotto è venuto a complimentarsi a fine gara augurandoci di ritrovarci più avanti nel corso del torneo. Nessuno di noi ha sentito nulla in campo». Per quanto riguarda il messaggio comparso sul portale, aggiunge Rovea, «stiamo appurando cosa sia successo. E se qualcuno di collegato alla nostra società ha commesso un errore prenderemo immediati provvedimenti, perché non ci stiamo che il nostro club venga etichettato come razzista. Ci sono mille episodi che dimostrano la nostra condotta». Il messaggio citato da Rovea («Al Real giocano più scimmie che persone, sembrava di stare nella giungla») è comparso per pochi minuti sul sito che raccoglie i risultati di tutto il calcio dilettantistico nazionale, con un commento di un utente, poi cancellato, ma di cui è rimasta traccia negli archivi. Proprio questo messaggio, secondo Rovea, avrebbe scatenato la rabbia del Real Padova. Non resta che attendere il referto del giudice sportivo, per capire se l’arbitro davvero non ha sentito nulla, come concordano nelle due versioni dirigenti e allenatore del Real Padova.

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