Meloni unica leader europea da Trump. Cosa aspettarci in Ue?

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Sia chiaro: il protocollo dell’Inauguration Day non prevede l’invito a capi di Stato e di governo. Il fatto che la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni sia stata l’unico premier europeo invitato da Donald Trump è quindi una dichiarazione di intenti. O meglio, una conferma dell’affinità tra il tycoon e la leader italiana, che lo stesso Donald Trump aveva definito “fantastica” sia come persona che come donna politica. Lui, persona dell’anno 2024 per il Time, lei persona più potente in vista del 2025 secondo Politico. Giorgia Meloni è partita ieri, domenica 19 gennaio, da Roma alle 18:22 e ripartirà già oggi dopo la cerimonia che per le temperature troppo rigide si terrà all’interno del Campidoglio, l’edificio che ospita Senato e Camera dei Rappresentanti, e sotto la sorveglianza di 25.000 agenti.

Cosa succederà in queste ore?

Meloni non ha paura di allontanarsi dall’Ue

Per la premier, l’invito alla Casa Bianca è un’occasione per consolidare il suo “rapporto privilegiato” con Trump e ritagliarsi il ruolo di “ponte e garante tra Washington e Bruxelles“. Non una minaccia per l’Ue, ma un’opportunità, ha rassicurato Meloni, fino a poche settimane fa presidente di Ecr, ai suoi colleghi europei. A presenziare per la Lega ci sarà Paolo Borchia, capodelegazione del Carroccio al Parlamento europeo, ma anche Antonio Rinaldi, mentre per Fratelli d’Italia si aggiungono il deputato eletto nella circoscrizione Nord America Andrea Di Giuseppe, Carlo Fidanza e Antonio Giordano che rappresenteranno il gruppo dei conservatori europei.

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Lo stesso gruppo è stato a lungo in bilico per il von der Leyen bis, la presidente della Commissione che non è stata invitata da Donald Trump alla cerimonia di insediamento. In questo contesto, tocca a Giorgia Meloni il ruolo di tranquillizzare l’Europa sui dazi minacciati da Trump e sulle mire espansionistiche del tycoon sulla Groenlandia.

“Il mio rapporto con Trump è un valore aggiunto per l’Italia e per l’Europa. Usa e Ue sono alleati dal punto di vista economico, commerciale e politico. Dipingerli come nemici non regge”. Con queste parole, la presidente del Consiglio italiano traccia una nuova era dell’atlantismo, che per quasi tre anni è stato rinvigorito dalla ferma opposizione degli Alleati alla Russia di Vladimir Putin (che sarebbe stato in contatto con Elon Musk dal 2022). Proprio il conflitto in Ucraina è il segno di un cambio storico dalla Casa Bianca: basta aiuti al Paese di Zelensky se l’Europa non aumenta il proprio sostegno economico alla Nato. Lo stesso Segretario generale Mark Rutte ha avvisato i Ventisette pochi giorni fa: “Senza gli Usa, scordatevi il 5%: la spesa militare salirebbe all’8% perché servirebbe costruire un ombrello nucleare per la difesa e poi ci metteremmo ancora 10 o 15 anni per costruirla”.

Sul fronte commerciale: basta libero scambio con l’Ue se questo danneggia l’America, tesi tutta da confermare.

Di sicuro, il nuovo Atlantismo inizia oggi, 20 gennaio, con l’Inauguration Day di Donald Trump e Giorgia Meloni, che spera di avere già oggi un dialogo privato con il tycoon, avrà un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio tra i due piatti della bilancia.

Il ruolo di Elon Musk, “amico” di Trump e Meloni

Il perno di questa bilancia sarà Elon Musk? Difficile dirlo, anche perché il Ceo di Tesla sembra piuttosto una scheggia impazzita. Intanto, la Commissione Europea ha annunciato un ulteriore approfondimento dell’indagine sulla sua X, sospettata di diffondere disinformazione e di influenzare il dibattito pubblico in Europa. Dal canto suo, Musk continua a respingere le accuse e a criticare il Digital Services Act dell’Ue, definendolo un mezzo di censura imposto da Bruxelles.

I toni tra l’uomo più ricco del mondo e l’Ue sono accesi da tempo e, ora che Musk diventa ufficialmente Consigliere nel Trump II, rischiano di diventare roventi. Ancora una volta spetta a Giorgia Meloni il compito di far calare la temperatura.

La leader di Ecr e il fondatore di Tesla si sono scambiati più volte e pubblicamente parole di reciproco apprezzamento e, secondo Bloomberg, i due starebbero lavorando a un accordo Italia-Starlink, altra società della galassia (è il caso di dire) di Elon Musk. La notizia è rimbalzata a poche ore di distanza dalla visita di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, a cui sono seguiti l’invito a Washington e la liberazione di Cecilia Sala. Palazzo Chigi ha smentito la prossimità dell’accordo da 1,5 miliardi di euro per utilizzare la rete satellitare di Elon Musk, ma con toni poco decisi.

Gli altri politici europei presenti alla cerimonia

Meloni a parte, nessun capo di governo europeo è stato invitato da Donald Trump per l’Inauguration Day, ma la cerimonia ha attirato un nutrito elenco di leader europei di destra e sovranisti. La cerimonia di insediamento di Donald Trump ha attirato un nutrito elenco di leader europei di destra e sovranisti.

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Ci sono Mateusz Morawiecki, ex primo ministro polacco e presidente del gruppo parlamentare europeo dei Conservatori e Riformisti (Ecr); Tom Van Grieken, leader del partito belga Vlaams Belang; Éric Zemmour, alla guida del partito nazionalista francese Reconquête; Tino Chrupalla, co-leader di Afd; Santiago Abascal, presidente di Vox in Spagna; Nigel Farage, figura di spicco del partito britannico Reform Uk, André Ventura, leader del partito portoghese Chega e il francese Louis Aliot, membro del Rassemblement National. Secondo quanto riportato da Euronews, all’evento parteciperanno anche 14 eurodeputati provenienti dai gruppi dei Patrioti, Ect ed Europa delle Nazioni sovrane.

Tra gli assenti spicca il nome di Viktor Orbán, primo ministro ungherese e figura influente nel panorama sovranista europeo, che non è stato invitato all’evento, come confermato mercoledì da un portavoce del suo governo. Il presidente ungherese è da sempre un grande ammiratore della politica trumpiana e la scorsa estate ha anche incontrato il tycoon nel suo “tour della pace” non gradito da Bruxelles. Dopo l’incontro in Florida, il leader di Fidesz aveva definito Donald Trump “un uomo di pace”, prima di rincarare la dose: “Se vince Trump, noi stappiamo lo champagne“, aveva aggiunto a ottobre. Ora la sua assenza dall’elenco degli invitati potrebbe aprire speculazioni su nuove dinamiche nel fronte conservatore europeo.

Politica e Big Tech

Il Ceo di Tesla rappresenta perfettamente le due anime presenti oggi alla Casa Bianca: la politica e l’economia. I rappresentanti scelti da Trump e gli imprenditori che sposano il nuovo corso Trump. Oltre al consigliere e braccio destro Elon Musk, saranno presenti all’Inauguration Day anche il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, il Ceo di Meta, Mark Zuckerberg, il Ceo di Google, Sundar Pichai, quello di Apple, Tim Cook e Sam Altman di OpenAI. Menzione e parte per il Ceo di TikTok, Shou Zi Chew, che confida proprio in Donald Trump per annullare il bando della Corte Suprema Usa alla piattaforma cinese.

Potere economico e potere politico non si sono mai intrecciati così tanto. Secondo l’emittente CBC, Google, Meta, Microsoft e Amazon hanno donato rispettivamente un milione a testa. Anche Apple e OpenAI avrebbero messo un milione, ma dalle tasche dei rispettivi Ceo. Uber avrebbe donato due milioni, di cui uno dai fondi privati del Ceo Dara Khosrowshahi.
Non è una novità: da sempre le Big americane finanziano l’evento di inaugurazione del nuovo corso. La novità sta nel quanto: Google ha triplicato la donazione rispetto a quello che aveva versato nel 2021 per Biden, Microsoft ha raddoppiato il proprio finanziamento, Apple e Meta non avevano mai donato prima.

La sinistra critica la presenza di Giorgia Meloni alla Rotunda di Capitol Hill, temendo che l’Italia diventi “un satellite di Trump e Musk”. Intanto, la premier è a Washington per diventare il punto di riferimento europeo della nuova amministrazione Trump e non ha dubbi sul futuro: dopo di me, dice, ci sarà una “rincorsa di leader europei che cercheranno di accreditarsi alla Casa Bianca”.



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