Siccità in Sicilia. La pioggia non basta. Il caso Trinità, la diga è fuori uso  

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Ha piovuto tanto, sì. La pioggia ha dato una mano ad agricoltori e allevatori. Ma non è bastata per colmare il gap e riempire gli invasi siciliani. Anzi, la situazione alla Diga Trinità, a Castelvetrano, ad esempio, peggiora: acqua sversata e diga messa fuori uso dal Ministero, con tanto di polemiche.



Quella della diga Trinità è un paradosso incredibile.
La struttura non è mai stata collaudata, e non può contenere oltre un certo livello l’acqua. Ogni anno questa quota viene ridotta sempre di più, con l’acqua in eccesso che viene sversata. Anche nei giorni scorsi, dopo le piogge, sono state aperte le paratie. E tutto ciò per la doccia fredda dal Ministero: la diga non si può usare, quell’acqua si deve buttare. La decisione del Ministero ha suscitato non poche polemiche.

Gli ultimi giorni di pioggia abbondante, quindi, non hanno migliorato di molto la situazione sul fronte siccità in Sicilia. Gli invasi siciliani sono quasi tutti più vuoti rispetto ad un anno fa. I dati di gennaio mostrano una Sicilia che, se non continuerà a piovere, rischia di passare un’altra estate a secco.

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Le ultime piogge

 Il recente report del SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) descrive la tempesta mediterranea Gabri come uno degli eventi più rilevanti degli ultimi anni. Per ritrovare un giorno più piovoso, occorre tornare al 25 marzo 2020. Gabri ha fornito un contributo importante all’agricoltura siciliana, accumulando riserve idriche nei suoli e dando un supporto prezioso alle colture di foraggio, cereali e agrumi.

Tuttavia, la distribuzione delle piogge è stata disomogenea e restano notevoli deficit da recuperare per la ricostituzione delle riserve idriche, specie sul settore occidentale e in molte aree centrali dove in questa fase le piogge sono state meno abbondanti. I settori etneo e peloritano hanno registrato fenomeni intensi, con precipitazioni eccezionali a Linguaglossa, dove i terreni lavici hanno trattenuto ingenti quantitativi di acqua, utili per le riserve sotterranee.

La situazione degli invasi

I dati più recenti sugli invasi siciliani evidenziano un calo generalizzato rispetto allo scorso anno, aggravando il rischio di una crisi idrica. Tra i casi più significativi, la diga Garcia, con una capacità totale di 80 Mmc, ha visto il volume invasato calare da 23,08 Mmc nel gennaio 2024 a soli 10,38 Mmc nel gennaio 2025, quasi dimezzando la sua disponibilità. Situazione critica anche per la diga Poma, che è passata da 33,95 Mmc a 17,20 Mmc, mentre la diga Lentini, nonostante sia tra le più capienti con 134,55 Mmc di capacità, ha registrato un calo da 82,23 Mmc a 61,19 Mmc.

Non mancano, però, alcuni miglioramenti isolati. La diga Pozzillo, la più grande della Sicilia con 150,50 Mmc di capacità, ha visto una crescita significativa, passando da 3,78 Mmc a 13,03 Mmc, seppur lontana dal suo pieno potenziale.

Questi numeri sottolineano come le piogge recenti non siano state sufficienti a colmare le riserve idriche, lasciando molte aree vulnerabili e aumentando la necessità di una gestione più efficiente delle risorse disponibili.

 

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La Diga Trinità fuori uso

E’ sempre più paradossale, invece, la situazione della Diga Trinità, a Castelvetrano. Nei giorni di pioggia sono state aperte le paratie e l’acqua è stata sversata. La Diga non è mai stata collaudata e servirebbero costosissimi interventi di manutenzione. Una situazione che si ripete ogni anno, e che suscita la reazione degli agricoltori della zona sempre bisognosi di acqua. Già un anno fa c’era il rischio che la diga venisse messa fuori uso. Adesso l’incubo è diventato realtà.

Il Ministero delle Infrastrutture ha disposto la messa fuori esercizio della Diga Trinità, limitando ulteriormente i livelli di invaso. Il provvedimento, che prevede una riduzione dei livelli d’accumulo tra 50 e 54 metri sul livello del mare, ha generato sdegno e preoccupazione tra amministratori e agricoltori.


Il deputato regionale del M5S, Cristina Ciminnisi, ha sottolineato l’urgenza di affrontare la crisi: “Le paratie sono aperte e l’acqua viene scaricata in mare. Questo rappresenta il tracollo per l’agricoltura del Belìce. Il Governo Schifani deve essere chiaro sul futuro della diga e sull’approvvigionamento idrico per i nostri agricoltori”.

 

Anche il deputato regionale Dario Safina ha espresso la sua preoccupazione: “È inconcepibile che, nonostante la stagione delle piogge, si continui a ignorare l’importanza strategica della Diga Trinità. Serve un intervento immediato per salvare questa infrastruttura essenziale”.

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Il Ministero ha lasciato aperta una possibilità di revisione, subordinata però alla progettazione e realizzazione di interventi di sicurezza strutturale. Senza azioni concrete, il rischio è quello di compromettere definitivamente un’infrastruttura cruciale per l’economia agricola e zootecnica della Valle del Belìce

 





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