Il primo match sul disastro dello scorso ottobre: faccia a faccia con la popolazione che abita in via Andrea Costa, Brizio, Guerrini e altre zone colpite. Lepore: «Cabina di regia per superare la frammentazione delle competenze»
Quali misure di sicurezza si stanno mettendo in campo sul torrente Ravone? E per garantire la salute pubblica anche nei punti in cui il corso d’acqua è ancora scoperto che ha portato topi e zanzare? È vero che vi sono fogne abusive in scarico nello stesso Ravone? Cosa succederà alla prossima abbondante pioggia? E ci saranno degli indennizzi?
Lunedì 20 gennaio è stata la volta del primo match-incontro tra l’amministrazione di Bologna, sindaco Lepore in testa, e i residenti di via Andrea Costa, Brizio, Guerrini e limitrofe colpiti dall’alluvione dello scorso ottobre; una prima assemblea civica — alla quale ne seguirà una seconda il prossimo 28 gennaio per i residenti di via Zoccoli e dintorni e ulteriori nel prossimo futuro — che ha raccolto almeno 250 residenti, ognuno con le proprie preoccupazioni, domande, timori.
Le preoccupazioni
«Perché quanto successo lo scorso autunno ricapiterà», è l’amara constatazione di molti dei cittadini presenti (e non solo, come anche il climatologo Federico Grazzini, che ha ricordato l’eccezionalità di un evento paragonabile a un temporale estivo ma in autunno con i suoli già saturi), ancora alle prese con la messa in sicurezza delle rispettive vie, con la pulizia e la riparazione di case e cantine, in alcuni casi ancora inagibili, con ingentissime spese e con la paura a riaffiorare a ogni debole perturbazione.
A riassumere bene i dubbi di molti, riunitisi in questi giorni anche nel nuovo comitato Ravone, Luca Vianelli, proprietario dell’ormai famigerato negozio di via Saffi distrutto già nel maggio 2023 e auto-definitosi «alluvionato zero».
Lepore: «Serve un cambio di passo»
Quale «il piano di manutenzione e di pulizia del Ravone – alcune delle sue domande –? Si è pensato di coinvolgere l’Università di Bologna?». Ma la maggiore perplessità l’ha voluta esprimere rispetto alla nuova cabina di regia annunciata domenica tra la Città metropolitana, il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna: «Potrebbe suonare un po’ come la replica della task force istituita nel 2023 – ha ricordato – che si dovrebbe essere riunita un paio di volte senza provvedimenti concreti (scroscio di applausi dai partecipanti, ndr). Non sarà il caso di un cambio di passo?».
«Ovviamente serve un cambio di passo – la risposta diretta del sindaco Matteo Lepore –. Ma il problema principale è la grande frammentazione delle competenze e degli interventi» ed è proprio a questo che la nuova cabina di regia vuole dare una risposta.
Gli interventi
L’obiettivo della cabina di regia politica, ha infatti ricordato il sindaco, è quello di definire in modo condiviso una nuova e più funzionale suddivisione delle funzioni e delle competenze sulla rete idraulica complessiva della città di Bologna e sul territorio metropolitano, anche attraverso la definizione di un accordo di programma o di altro strumento giuridico idoneo fra i diversi enti e soggetti, sia pubblici sia privati, coinvolti.
Per Bologna, ha poi ricordato il primo cittadino, «tre saranno le fasi di intervento: nella prima rientreranno il ripristino della copertura divelta dei canali e la sistemazione di lesioni puntuali degli stessi nelle aree Costa, Zoccoli, Brizio, Monte Nero».
Copertura del Ravone in via Costa «entro marzo»
Tra gli interventi a breve termine, anche la copertura del Ravone nei punti ancora scoperti in via Andrea Costa: «Entro marzo, entro la primavera verrà coperto», la conferma di Davide Parmeggiani dell’agenzia regionale, che ha anche anticipato la prossima realizzazione di un gemello digitale.
Ma in quest’ottica di maggiore funzionalità, l’auspicio è anche quello di una maggiore collaborazione con il governo: «Bisogna arrivare a un piano speciale su Bologna – ha aggiunto l’assessore con competenza sulle acque, Daniele Ara – e serve la competenza del commissario Curcio in città». Città che, come ha ricordato il sindaco, dovrà fare i conti con un dettaglio: «I 1.400 luoghi alluvionati a ottobre non sono posizionati in punti considerati alluvionabili. In attesa degli interventi, anche quelli da fare a lungo termine, è necessario sapere cosa fare, come comportarsi e come rafforzare le proprie abitazioni. Anche con finanziamenti pubblici».
Tra i partecipanti anche alcuni residenti già in causa con il Comune: «L’amministrazione non è contro chi ha aperto contenziosi – ha concluso il sindaco – ma alla fine bisogna lavorare insieme». Ma uscendo, molti hanno commentato: «Ma i tempi dei lavori?».
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