Che validità ha il test della droga alla guida?

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 


Guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope: come viene accertata l’alterazione psicofisica.

Dopo la riforma del Codice della strada entrata in vigore a dicembre 2024, sono in molti a chiedersi che validità ha il test della droga alla guida, ai fini della contestazione del reato, previsto dall’articolo 187, nei confronti di chi si mette alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. La norma è stata profondamente riformulata, estendendo i controlli ai cosiddetti “test salivari” nei confronti dei conducenti ed eliminando l’accertamento dello stato attuale di alterazione psicofisica: è sufficiente aver assunto le sostanze e risultare positivi al momento degli accertamenti. Ma adesso la Cassazione sembra fornire una soluzione per tornare al passato. Ecco una sintesi della sentenza, che risponde alla seguente domanda: come si prova la guida sotto effetto di droghe?

Esame del sangue o delle urine: quale è più attendibile?

Con la sentenza n. 2020/2025 (riferita, però, ad un caso antecedente all’entrata in vigore della riforma del Codice della strada) la Suprema Corte ha detto che la determinazione della guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti o psicotrope non si basa sull’aver assunto droghe in un passato indeterminato, ma sull’essere alla guida in uno stato di alterazione psico-fisica. Non è necessario che il conducente raggiunga un livello di intossicazione completo; piuttosto, è decisiva l’assunzione recente di sostanze in grado di influenzare le capacità cognitive e fisiche durante la guida.

Ebbene – e qui sta l’elemento più interessante della pronuncia – tale condizione è più accuratamente verificabile tramite l’esame del sangue rispetto a quello delle urine, che può rilevare la presenza di droghe assunte in periodi precedenti e non necessariamente legate allo stato attuale di alterazione del conducente.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Per stabilire la responsabilità del conducente, è essenziale valutare complessivamente tutti gli elementi che possano attestare lo stato di alterazione. Questi includono sia i risultati dei prelievi biologici sia le valutazioni comportamentali effettuate sul campo dalle forze dell’ordine.

Ad esempio, un tentativo di fuga in risposta all’alt della polizia può essere considerato una prova aggiuntiva del reato, soprattutto se dal comportamento del conducente, osservato dagli agenti, emerge che la fuga sia stata motivata da un tentativo di evitare la verifica delle proprie condizioni psicofisiche. Ma secondo altre sentenze questo atteggiamento non è univocamente dimostrativo dell’avvenuta assunzione di sostanze stupefacenti: lo sono, invece, elementi sintomatici direttamente constatati dalle forze dell’ordine, come le pupille dilatate, il tremore e l’eloquio sconnesso, o la presenza di confezioni nell’autovettura che dimostrano un consumo recente delle sostanze.

Analogamente, provocare un incidente mentre si è sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, così come se si è in stato di ebbrezza alcolica, può aggravare la situazione legale, a patto che si dimostri che l’incidente derivi direttamente dall’alterazione psico-fisica del conducente.

Questi aspetti evidenziano l’importanza di un’analisi dettagliata e integrata delle prove disponibili, che va oltre la mera positività ai test, per confermare la responsabilità in casi di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope.

La vicenda

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2020/2025, ha rigettato il ricorso di una persona precedentemente condannata per guida sotto l’influenza di sostanze psicotrope, un reato aggravato dall’incidente occorso durante un tentativo di fuga. Il ricorrente sosteneva che l’assunzione di cocaina fosse avvenuta prima dell’arresto e non avesse influenzato la sua capacità di guida al momento dell’alt della polizia stradale.

Particolare attenzione è stata rivolta alla validità degli esami di sangue e urine, contestati per essere stati eseguiti da una struttura non accreditata. Nonostante ciò, la Cassazione ha trascurato la questione dell’accreditamento, concentrandosi, invece, sulla rilevanza degli esami. Ha riconosciuto che l’analisi del sangue, rispetto a quella delle urine, è più indicativa di un consumo recente di droga, dato che può attestare la presenza della sostanza nel circolo sanguigno al momento del test.

La Cassazione ha inoltre sottolineato che, nonostante le urine possano indicare un consumo antecedente di droga, ciò non influisce necessariamente sullo stato psicofisico del conducente al momento dell’arresto. Di conseguenza, la Corte ha respinto il tentativo del ricorrente di invalidare le testimonianze degli agenti riguardo al suo comportamento agitato subito dopo all’arresto, che egli attribuiva alla paura. Gli agenti e i giudici di merito non hanno creduto a questa tesi difensiva, ed hanno interpretato tale agitazione come indicativa di un recente consumo di cocaina.

Conclusioni

In conclusione, la Cassazione ha ribadito che la condanna non si basa su un singolo elemento di prova, ma su una valutazione complessiva di tutti gli elementi raccolti, inclusi gli esami biologici e le osservazioni comportamentali della polizia, tutti valutati dal giudice di merito. Questo approccio olistico assicura una giustizia più accurata e conforme ai fatti specifici del caso in esame.

Conto e carta

difficile da pignorare

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link