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di Ugo Ottavian.

La grande domanda che soprattutto i dipendenti si stanno facendo ora è che cosa accadrà nel nuovo anno fiscale 2025 alle loro retribuzioni? Già l’Italia si colloca ai posti più bassi nella classifica dei Paesi Europei per le retribuzioni.

Con la finanziaria 2024 cambia ancora una volta il sistema di tassazione sulle retribuzioni ed anche se gli scaglioni d’imposta IPRPEF sono stati confermati come quelli del 2024, in realtà le buste paga del 2025 sono state comunque modificate.

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Per chi non se li ricordasse pubblichiamo di seguito una tabella riepilogativa delle percentuali di imposizione IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) valida anche per l’anno fiscale 2025, dalla quale si potrà apprendere di come non siano variate le impostazioni delle aliquote applicate che rimangono perciò le stesse anche per questo nuovo anno.

SCAGLIONI IRPEF ALIQUOTE 2025

Scaglioni Aliquota IRPEF NOTE
Fino a 15.000,00 €. 23% Come nel 2024
Da 15.001,00 a 28.000,00 € 25% Come nel 2024
Da 28.001,00 a 50.000,00 € 35% Ma non bisogna versare il 35% sull’intero importo dello scaglione. E’ necessario invece applicare il 35% solo sulla parte che supera i 28.000 €. Si versano pertanto, 6.440 euro (il 23% di 28.000 euro) + il 35% della parte di reddito che supera i 28.000 euro.
Oltre 50.000,00 €. 43% Come nel 2024

 

Una prima indicazione di sconforto arriva perciò dal mondo del lavoro dipendente che nel 2024 con gradualità differenti a seconda dello scaglione di reddito percepito aveva goduto dello sgravio contributivo sulla busta paga.

Nel 2024 infatti lo sgravio contributivo aveva in pratica fatto salire il “netto busta” del lavoratore, proprio in virtù del fatto che i contributi di questa annualità fiscale erano stati sgravati dallo stipendio. La minore trattenuta INPS surrogata dallo Stato in questa maniera faceva diminuire l’importo contributivo e quindi aumentare lo stipendio netto.

Ma questo provvedimento, non è stato rinnovato nel 2025.

COSA SUCCEDE ORA

Lasciata alle spalle la vecchia normativa, si ripristinano ora le normali trattenute fiscali IRPEF. In termini pratici tutto ciò sta a significare che in sostituzione del vecchio sistema la nuova pensata fiscale non sgraverà più dei contributi gli stipendi del 2025, ma almeno per una parte del reddito prodotto da lavoro dipendente entreranno in vigore delle “agevolazioni”.

In altre parole con il primo dell’anno è entrata in vigore una nuova impostazione fiscale. Una parte di reddito in pratica non verrà tassata. Anche qui la differenza la fanno gli scaglioni di volume di reddito. Gli stipendi fino a 20.000,00 €. vedranno scendere l’imposta in base ad una percentuale, dal 7,1% a scendere fino al 4,8% applicata in forma decrescente sui redditi a partire da 0 e fino al tetto dei 20.000,00 €.  Per i redditi superiori, da 20.001,00 a 40.000,00 €, sarà applicata una detrazione nel massimo di 1.000,00 €.

Ma mentre per i più bassi e fino a quelli medi scaglioni di reddito (fino a 35.000,00 €.) peggiora un po’ la situazione, per quelli medi dai 35.000,00 €. in su e fino a 40.000,00 €. che nel 2024 non godevano di alcuno sgravio contributivo, le cose migliorano in quanto nel 2025 godranno di una detrazione fino a 1.000,00 €.

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SCAGLIONE DI REDDITO DI FASCIA BASSA PERCENTUALE
se il reddito di lavoro dipendente non è superiore a 8.500 euro 7,1%
se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 8.500 euro ma non a 15.000 euro 5,3%
se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 15.000 euro. 4,8%

 

La tabella che segue riepiloga invece la detrazione fino a 1.000,00.€. per gli scaglioni di reddito superiori.

SCAGLIONE DI REDDITO SUPERIORI IMPORTO
se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 20.000 euro ma non a 32.000 euro 1.000,00 €.
se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 32.000 euro ma non a 40.000 euro. al prodotto tra 1.000 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 40.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 8.000 euro,

Chi percepisce un reddito tra 32.000,01 euro e i 40.000 euro si vedrà perciò riconosciuto un importo decrescente e progressivamente minore rispetto ai 1.000 euro attribuiti fino alla soglia dei 32.000 euro, per azzerarsi raggiunta la soglia dei 40.000.

E LE DETRAZIONI?

Anche la previsione normativa delle detrazioni viene in parte modificata, infatti per il 2025 quanto previsto dall’articolo 13, comma 1, lettera a), del TUIR viene elevato da 1.880 euro a 1.955 euro per i redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro. E questo comporta un aumento della “non tax area” che si eleva dagli 8.174,00 €. agli 8.500,00 €.

La legge di Bilancio 2025 inoltre introduce nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi un nuovo articolo, il 16-ter, che prevede una limitazione alla fruizione delle detrazioni per chi percepisce un reddito superiore ai 75,000,00 €. E queste sono parametrate sia in relazione al reddito che al numero di figli presenti nel nucleo familiare.

Un occhio di riguardo per il 2025, 2026 e 2027 il legislatore l’ha avuto anche per la non imponibilità sul welfare aziendale e per i premi di risultato la cui imposta è stata ribassata dal 100% al 5% e che vedranno aumentata la loro soglia ad €. 1.000,00, per tutti i dipendenti e a 2.000,00 €. per i dipendenti con figli fiscalmente a carico.

Anche le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche dell’energia elettrica o del gas, del servizio idrico, delle spese per l’affitto della prima casa o per gli interessi sul mutuo dell’abitazione principale rientrano nei limiti di detrazione sopra detti.

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QUALCHE APPROPRIATO CONSIGLIO ASSICURATIVO

Pare proprio imporsi la necessità di riflettere a mente fredda sulla propria situazione considerando pro futuro il lavoro dipendente come una delle gambe su cui possa poggiare il proprio futuro economico e previdenziale. Alla luce di questo diventa sempre più importante che già all’inizio di una carriera lavorativa si cominci a pensare come questa potrà andare a finire almeno 40 anni dopo e questo sia dal punto di vista della salute che da quello della previdenza. L’assicurazione privata andrà allora quantomeno valutata come possibile risposta alle proprie esigenze. Vediamo in breve sintesi come poter fare.

  • Fare un bilancio dettagliato: È fondamentale analizzare attentamente la propria situazione finanziaria per capire quali sono le coperture assicurative essenziali e quelle che possono essere rimandate.
  • Confrontare più offerte: Prima di sottoscrivere una nuova polizza, è consigliabile confrontare le offerte di diverse compagnie assicurative per trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze e al proprio budget.
  • Valutare le coperture offerte dal datore di lavoro: Molte aziende offrono ai propri dipendenti delle assicurazioni collettive a condizioni vantaggiose.
  • Informarsi sui servizi di assistenza sanitaria: È importante conoscere i servizi di assistenza sanitaria offerti dal Servizio Sanitario Nazionale e dalle regioni, per capire quali sono le prestazioni garantite e quali possono essere integrate con polizze assicurative private.
  • Considerare le polizze modulari: Le polizze modulari permettono di scegliere solo le garanzie di cui si ha realmente bisogno, evitando di pagare per coperture inutili.
  • Rivolgersi a un consulente assicurativo di fiducia: Un consulente assicurativo può fornire una consulenza personalizzata e aiutare a scegliere le soluzioni assicurative più adatte alle proprie esigenze.
  • Mantenersi aperta sempre un’opzione di cambiamento: Il proprio piano assicurativo va previsto proseguire e cambiare con il cambiare delle situazioni della vita, è per questo che va sempre mantenuta aperta la porta dell’adeguamento delle condizioni assicurative alle proprie esigenze.

IN CONCLUSIONE

Lo spostamento del carico fiscale ha un impatto significativo sulla capacità dei lavoratori dipendenti di sottoscrivere polizze assicurative. È fondamentale affrontare questa nuova situazione con consapevolezza e pianificazione, cercando di trovare un equilibrio tra la necessità di tutelarsi e la necessità di contenere le spese.

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