Commenti volgari e foto private contro l’assessora, bufera in consiglio comunale

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Seconda da sinistra, l’assessora Francesca Forigo




Seconda da sinistra, l'assessora Francesca Forigo



Seconda da sinistra, l’assessora Francesca Forigo

 Alcuni commenti sessisti rivolti su Facebook all’assessore al Bilancio Francesca Forigo hanno tenuto banco nell’ultimo Consiglio comunale di Nogara. La maggioranza ha fatto quadrato attorno all’imprenditrice, entrata a far parte della Giunta di Flavio Pasini nel 2021, approvando una delibera che condanna le frasi disdicevoli pubblicate da alcuni nogaresi a margine di un post del consigliere di minoranza Mirco Moreschi.


Il post incriminato

L’esponente della civica «Il coraggio di cambiare Nogara» aveva pubblicato il commento lo scorso 26 novembre per criticare il fatto che l’assessore Forigo avesse impiegato soltanto 53 secondi per illustrare al Consiglio comunale il Documento unico di programmazione (Dup). Ne erano scaturite alcune risposte da parte di utenti di Facebook, che contenevano riferimenti di tenore sessuale contro la delegata al Bilancio. Tali commenti sarebbero rimasti online per ore, fino a quando Moreschi decise di rimuovere il post in questione e di ripubblicarlo ripulito delle frasi incriminate. L’intera maggioranza, quindi, con il sostegno della consigliera di opposizione Giada Perini, ha votato un documento di solidarietà all’assessora e di condanna verso coloro che avevano espresso commenti offensivi nei suoi confronti.

Un documento suonato anche come una reprimenda nei confronti di Moreschi e dell’altro consigliere di opposizione, Emanuele Montemezzi, colpevoli secondo la maggioranza di non aver preso le distanze dalle volgari allusioni rivolte a Forigo. Al momento del voto, i due rappresentanti della minoranza sono usciti dall’aula per protesta. Montemezzi è stato inoltre accusato di aver preso una foto privata dell’assessore e di averla stampata su un volantino, salvo poi ritirarlo dopo qualche ora dai bar e dall’edicola del paese.

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Tensione in aula 

Ne è nata una vera e propria bagarre, che ha tenuto impegnato per oltre un’ora il Consiglio comunale. Moreschi e Montemezzi, infatti, hanno accusato pesantemente la maggioranza «di aver portato la mozione di censura solo ed esclusivamente per colpirli politicamente e sul piano personale». «Condanno fermamente ogni atteggiamento sessista», ha dichiarato Forigo al termine della seduta.

«Sono delusa», ha aggiunto, «che non ci sia stata una presa di distanza da commenti inaccettabili. L’utilizzo poi di una foto privata per sminuire una persona è un atto politico di basso livello, mirato a denigrare piuttosto che ad incoraggiare chi desidera contribuire al paese. È sorprendente che il volantino sia stato ritirato dopo poche ore senza spiegazioni, sollevando dubbi sulla trasparenza delle intenzioni. Ringrazio i consiglieri comunali che hanno espresso il loro voto favorevole e tutti i cittadini che mi hanno sostenuto. La loro vicinanza sottolinea l’importanza di fare politica con correttezza e rispetto. Spero che d’ora in poi si possa discutere in modo concreto di temi importanti per il futuro della nostra comunità, lasciando da parte inutili polemiche».

La replica

Sia Moreschi che Montemezzi non hanno ravvisato invece alcuna responsabilità da parte loro per quanto scritto da altri utenti sul profilo social del primo. «Si tratta di una delibera strumentale, con l’unico intento di colpire le opposizioni», ha tuonato Moreschi su Facebook dopo il Consiglio.

«Sotto il mio post del 26 novembre sono stati pubblicati dei commenti, secondo la maggioranza sessisti, che sono poi stati copiati dal vicesindaco Marco Poltronieri innescando shitstorm nei miei confronti. Io sono autore del post ma non dei commenti ad esso collegati. Il mio intervento in Consiglio ha smontato una delibera pensata male e scritta peggio. Viene riportato che “dopo molte ore dalla pubblicazione del post non vi è stato nessun intervento di censura ai commenti sessisti”. Questo è falso perché ho cancellato i commenti incriminati. L’assessore Forigo si è indignata per le frasi che ho cancellato, colorite senza ombra di dubbio, ma non certo volgari come quelli scritte sulla felpa di un suo collega assessore e ben visibili sui social». 

Moreschi e Montemezzi avevano proposto di ritirare la delibera e di presentare un documento unitario ma l’istanza è stata bocciata.





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