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Nella rotonda dove quattro anni fa il branco trumpista imbrattava i muri di feci, Trump ha inaugurato la sua “nuova età aurea.” Nel discorso di investitura la «carneficina americana» del 2016 è stata sostituita da un improbabile «raggi di sole che illuminano il pianeta e l’opportunità americana», ma poi ha preso un tono familiare nel mix di accuse fra«predecessori corrotti» e vittimismo, e infine l’annuncio di “100 decreti” per inaugurare una presidenza imperiale.
Fra questi quello che riguarderà lo scagionamento di centinaia di aspiranti golpisti del 6 gennaio da parte del primo presidente che assume il mandato da pregiudicato. Dopo essere sopravvissuto alla persecuzione ingiusta degli uomini, ha detto Trump, è scampato anche alle pallottole di un assassino, «salvato da Dio per rendere grande gli Stati uniti».
Nel compendio della nuova grandezza, l’abrogazione per decreto del «Green new deal» (termine non meglio definito in cui rientrano presumibilmente le leggi di Biden sulla riconversione energetica e l’uscita americana dal protocollo di Parigi.) E come parte di un disegno “paleo energetico” verranno abrogati anche gli obiettivi di mercato per le auto elettriche.
TRUMP HA AFFERMATO che la nuova economia americana sarà fondata sull’«oro liquido sotto i nostri piedi». Il paese tornerà quindi a sfruttare le proprie risorse energetiche, un’affermazione che ignora bellamente il fatto che gli Usa sono già oggi il primo produttore mondiale di petrolio e il primo esportatore di gas naturale. Sullo sfondo c’è semmai l’enorme fabbisogno energetico per sostenere l’intelligenza artificiale.
Altro cardine del progetto, i dazi universali che saranno lo strumento impiegato per generare «un massiccio flusso di denaro dall’estero nel Tesoro nazionale». A questo scopo Trump ha annunciato un dicastero per le «entrate estere» (external revenue service) che dovrebbero sopravanzare le tasse raccolte dall’erario (internal revenue service), teoria considerata bizzarra e potenzialmente destabilizzante dagli economisti.
SEMPRE PER DECRETO, come ampiamente anticipato, verrà istituito il dipartimento per l’efficienza del governo (Doge), il ministero ombra preposto al taglio della spesa pubblica, presieduto da Elon Musk (ma non più da Vivek Ramaswamy, che prima ancora di aver assunto il posto sembra essere stato la prima vittima della “ottimizzazione”).
Altro decreto annunciato, quello che abroga ogni forma di pari opportunità (Dei) nell’apparato pubblico e potenzialmente nel settore privato, e i ritorno ad un’istruzione scolastica fondata su valori patriottici.
GLI USA TORNERANNO ad essere una potenza militare, ha nuovamente affermato Trump, per «proiettare con nuovo vigore e coraggio il potere della più grande civiltà sul pianeta». A questo scopo ha annunciato una nuova «ricostruzione dell’esercito». In realtà la spesa militare del paese ammonta già alla cifra record di 820 miliardi di dollari l’anno (3,5% del Pil e 13% della spesa pubblica) e non è stato certo Biden a diminuirla.
La potenza militare rimane tuttavia un aspetto fondamentale della Pax Trumpiana «delle guerre vinte, quelle portate a conclusione e quelle preventivamente evitate», ha detto ieri. E presumibilmente per scenari come quello di Panama, il paese dell’istmo che ieri, per la prima volta da presidente, è tornato a denunciare. Il trattato con cui gli Stati uniti (sotto Carter) hanno restituito il controllo del canale a Panama, ha detto il presidente pacifista, è stato bellamente violato. «A controllare il canale in realtà è la Cina, ma noi non lo abbiamo restituito alla Cina. E ora ce lo riprenderemo!»
Trump infine è ripetutamente tornato sulla pratica dell’immigrazione, o meglio dell’«invasione illegale» che più di ogni altra galvanizza la sua base. In realtà già da mesi il flusso dell’immigrazione è stato ridotto a minimi storici dalle politiche di Biden, virtualmente indistinguibili da quelle dello stesso Trump, che sulla questione ha tuttavia annunciato una serie di decreti.
Per cominciare, Trump ha dichiarato uno «stato di emergenza». Il confine meridionale verrà sigillato implementando l’abrogazione del diritto di richiesta di asilo già istituito durante la pandemia. I cartelli della droga messicani verranno dichiarati «organizzazioni terroriste», una designazione che in teoria permettered esempio operazioni militari e clandestine in territorio messicano. Grazie allo stato d’emergenza anche l’esercito verrà mobilitato per assistere alle deportazioni di massa, in diretta contravvenzione della legge (“posse comitatus”) che vieta l’impiego delle forze armate nell’applicazione dell’ordine pubblico sul territorio nazionale. Per rafforzare il concetto sovranista, Trump ribattezzerà ufficialmente il Golfo del Messico in Golfo d’America.
UN PROGRAMMA destinato inevitabilmente a provocare ricorsi i tribunale ma propedeutico alla presidenza trumpista, un progetto per un assoluto potere plutocratico (evidenziato dai tecno-oligarchi ieri in prima fila) che poggia sul ritorno a una concezione semplificata di una America egemone e culturalmente reazionaria, in cui la retorica trionfalista è destinata a rimanere il cardine di un’aggregazione di consenso simile a quella in regimi autoritari, imperniato su di un nuovo “destino manifesto.” Ci porterà, ha detto Trump, a «piantare la bandiera a stelle e strisce su Marte».
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