«La bellezza può essere una gabbia. Sul palco porto l’amore per la Puglia da cui sono scappata»

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In molti la conoscono per il suo ruolo in “Il Paradiso delle Signore” o per gli sketch comici con il collettivo “Contenuti Zero” nella trasmissione Bar Stella condotta da Stefano De Martino su Rai 2. Ma in realtà Giulia Vecchio è molto di più. Un’attrice e artista a 360 gradi che spazia dalla commedia al dramma, dalla danza al canto. Un mix travolgente di energia che ha riversato in uno spettacolo in cui è sola sul palco, un caso quasi unico nel panorama italiano per un’artista della sua età (ha 32 anni). Si intitola “Non so piangere a comando” e ha debuttato a dicembre al Teatro Filodrammatici di Milano per poi iniziare una torunée in tutta Italia. La abbiamo intervistata in occasione del nostro evento “Natale al Messaggero”. 

Debutti con uno spettacolo one woman show, in cui per la prima volta sei sola sul palco. Come è nata l’idea e l’ispirazione? 
Volevo raccontare le mie origini. Sono cresciuta a Santa Maria di Leuca e vengo da una famiglia “Defilippiana”, in cui è sempre evidente il contraddittorio di stare insieme, amarsi ma anche odiarsi.

Mi interessava raccontare del sud l’identità, la spiritualità legata alla terra, alle origini contadine.  

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Dalla tua terra, la Puglia, tu sei andata via molto giovane per studiare. Questa cosa ti ha in qualche modo segnato?

Vengo dalla terra della Taranta, una terra meravigliosa ma in cui ti nasce forte il desiderio di andartene, non perché vuoi rinnegarla ma per una questione di possibilità. E credo che nella tua capacità di superare questa nostalgia si veda anche la tua “cazzimma”, quanto sei disposto a sacrificare per il tuo obiettivo.

Come ti senti quando torni a casa? 
Il primo giorno è tutto meraviglioso, poi il secondo giorno litighi con tuo padre, con tua madre.. il terzo giorno vuoi andar via (ride). Ma te la porti sempre dentro questa nostalgia, questa “saudade”.  

A 18 anni hai partecipato a Miss Italia, sei stata incoronata Miss Puglia, cosa ricordi di quella esperienza? 

Sì ho fatto Miss Italia e ammetto di essermene un po’ vergognata successivamente. Mi aveva iscritto mio padre, sono andata avanti nei concorsi, ho vinto miss Puglia e sono arrivata a Miss Italia a 17 anni. Ma avevo questa voce nella testa che mi diceva: “non devono pensare solo che sei bella ma anche che sei brava”.

Secondo te l’aspetto fisico ti ha aiutato o limitato nell’esordire nel mondo dello spettacolo?

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Mi ha aiutata e limitata. Per tanti ruoli, anche per il cinema, per la televisione mi è stato detto: “Sei troppo bella, non puoi fare questo ruolo” e questo è stato un limite. Allo stesso tempo in altri casi credo che il mio aspetto mi abbia aiutato, ma non so dire in che misura. A volte essere bella non è stato facile, perché molte persone pensavano di me solo questo, non andavano oltre. 

Quindi paradossalmente essere donna, giovane e bella è stato a volte un problema?

Nella mia terra di origine mi fischiavano per strada, oggi la discriminazione rimane, ma in altre forme. Ad esempio ora che ho iniziato un percorso autoriale nel mondo dello spettacolo mi rendo conto che a volte non è facile essere presa sul serio, soprattutto se si è donne e giovani. 

Cioè? 
Ad esempio, se dico una cosa intelligente ci mettono tre secondi per ascoltarla, se lo dice qualcun’altro da subito hanno l’attenzione su cosa sta dicendo. 

Lavori in radio con Carlo Amleto che è anche il tuo compagno. Come è nato questo amore? 

Ci siamo conosciuti come colleghi nel collettivo comico “Contenuti Zero”. Era un periodo di magra, prima del Covid, non c’era molto lavoro così abbiamo pensato di metterci insieme per cantare ai matrimoni. 

E poi come è andata? 
Avevamo fatto una scaletta bellissima, ma poi non è andata in porto la cosa, anche a causa del Covid. Però per noi è stato un periodo positivo, quindi meglio così. 

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Infatti poco dopo la pandemia siete stati chiamati nella trasmissione di Stefano De Martino, come è stato lavorare con lui? 
Lui veniva da Amici, aveva una storia sotto i riflettori, noi venivamo dal mondo del teatro. Lui è un artista vero e credo che una parte del talento sia anche avere l’umiltà di riconoscere fino a dove si può arrivare e dove gli altri possono integrare. È un vero leader.

C’è un’attrice o attore a cui ti ispiri? 
Da sempre Anna Magnani.  E ultimamente che sto facendo dei pezzi di Teche ho riscoperto Raffaella Carrà come one-woman show. Sono umilissima lo so! (ride) Ma è un paragone che mi fa bene, si punta sempre alle stelle.

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