Intervista al segretario regionale. Che sulla Sanità dice…
“Il nostro è il partito del confronto, non dell’unanimismo”. Anthony Barbagallo, segretario del Pd siciliano, insiste molto sul punto. Il partito che appare diviso in fazioni, mentre discute alla vigilia del congresso regionale, secondo il suo timoniere, è situato in una dinamica, alla fine, normale, se non auspicabile, di democrazia.
Ne è sicuro, segretario? Alle volte pare che si tracimi un filino nella polemica….
“Noi ci confrontiamo, invece, perché a differenza di altri siamo una vera comunità. Ora serve scegliere il modello di partito che vogliamo, in Sicilia per le sfide che ci attendono”.
Cioè?
“Cioè, occorre cambiare marcia, per ritornare nei luoghi di maggiore disagio e sofferenza, tra gli ultimi. Per marcare l’incapacità del centrodestra siciliano che non riesce a risolvere nessuno dei gravissimi problemi sul tappeto: dalla siccità alla mancanza di lavoro, dall’incidenza della mafia fino a una burocrazia regionale elefantiaca e lontana dalle attese dei cittadini. Il Pd oggi è chiamato a costruire la speranza, una Sicilia diversa, un nuovo modello di regione, l’alternativa nella gestione della cosa pubblica rispetto alle pratiche squallide e inefficaci di questa lunghissima stagione di governo del centrodestra. Vorrei aggiungere…”.
Prego
“…Da anni si gira intorno ai problemi senza risolverli, come nel caso delle elezioni provinciali. La nuova impugnativa del governo nazionale smaschera questa melina insopportabile sulla pelle dei siciliani. Il governo regionale la smetta e indica le elezioni di secondo livello. Ci sono tutti i presupposti che integrano le gravi violazioni dello statuto. Non si possono tenere commissariate per oltre un decennio istituzioni cosi rappresentative. E poi…”
E poi?
“E poi ancora il tema degli ispettori del lavoro, su cui insisto da tempo. Schifani fa finta di nulla. In finanziaria abbiamo proposto una serie di emendanti per consentire l’assunzione di nuovi ispettori. La Sicilia è l’unica regione ad avere competenza esclusiva. Abbiamo meno di settanta ispettori e ne servirebbero cinquecento. La sicurezza sul lavoro e le giuste retribuzioni continuano a essere un miraggio nella nostra terra”.
Per il momento, però, voi sembrate un po’ fermi al dibattito sulle procedure.
“Che ai siciliani interessa veramente poco. Il Pd che vogliamo ha bisogno di incisività e di forza, deve modellarsi in un confronto continuo con base e iscritti, ma anche ascoltare la società civile, i mondi vitali, l’energia dei movimenti studenteschi, ma anche le forze fresche di tante start up che si stanno facendo strada in settori strategici come il green, la cultura e il turismo”.
Ma perché il Partito Democratico siciliano appare, a molti osservatori, distante dalla casa madre?
“Elly Schlein sta facendo un lavoro eccezionale. Ha invertito la rotta in presenza e consensi, grazie alla forza della radicalità. Qui, da noi, il processo è più lento, inutile negarlo”
Per colpa di chi?
“C’è un problema complessivo di sfiducia nei confronti della politica, nell’Isola, che determina la crescita dell’astensionismo rispetto ad altre regioni. Il Pd, quando è stato al governo della regione, non ha inciso come voleva. Il M5s prima e Cateno De Luca poi hanno interpretato la voglia di riscatto. Quest’onda lunga mi pare esaurita. Ora tocca al Pd guidare la riscossa: è questa la sfida dei prossimi anni e delle prossime elezioni”.
Magari con i Cinque Stelle, se non altro per un discorso aritmetico.
“Non soltanto con loro. C’è Avs che sta ottenendo buoni risultati. C’è il tema degli amministratori degli enti locali che si sentono traditi dal centrodestra e che possono rappresentare uno dei pilastri della coalizione. E poi ci sono mondi che, ogni giorno, sperimentano la solitudine del dovere, come nella Sanità: tanti medici, infermieri che silenziosamente fanno di tutto esaltando il contributo della società civile”.
Un mondo che ha visto le dimissioni dell’assessora Giovanna Volo e l’ingresso dell’assessora Daniela Faraoni.
“Appunto, l’ammissione di un fallimento. L’impressione è che l’assessora Volo abbia pagato per tutti, dopo essere stata teleguidata dal presidente Schifani. All’ombra della nostra Sanità ci sono gli interessi di potenti colossi, c’è l’assunzione dei medici a gettone in alcune aree, magari per garantire feudi elettorali e le liste d’attesa non sono state affatto abbattute. Nonostante l’impiego di cospicue risorse e il trasferimento di somme significative dal pubblico al privato”.
Che valutazione offre della neo-assessora? Imprimerà una svolta?
“Aspettiamo, giudicheremo senza pregiudizi. La svolta? Ce la auguriamo, francamente. L’interesse che ci sta a cuore è sempre quello della Sicilia”.
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