“A CANISTRO GRUPPI STUDIO DA CINA, PAESI ARABI E AFRICA”, FARONI, “INI ALL’AVANGUARDIA TECNOLOGICA” | Notizie di cronaca

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L’AQUILA – “Canistro diverrà, nel corso dell’anno, sede di corsi trimestrali, di livello mondiale, a beneficio di gruppi di studio che arriveranno dal Nord Africa, dai paesi Arabi e dalla Cina, per apprendere le tecnologie più avanzate l’ortopedia protesica”.

L’annuncio è arrivato in un passaggio di una intervista a tutto campo del presidente del Gruppo sanitario privato nazionale Ini, Cristopher Faroni, nel fare il punto con soddisfazione sull’attività di una struttura che definisce fiore all’occhiello del gruppo sanitario privato, la clinica Ini di Canistro, in provincia dell’Aquila, convenzionata con il Sistema sanitario nazionale nella mono specialistica in ortopedia e traumatologia.

Proprio a Canistro Faroni ha partecipato nelle scorse settimane al convegno  “Innovazione tecnologica per la sanità in Abruzzo”, assieme all’assessore regionale al Bilancio, Mario Quaglieri, il direttore generale del Gruppo Ini, Giovanni Tavani,  il responsabile sanitario del presidio marsicano, Gianpiero Orsini.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Faroni, vincitore del premio “Ceo dell’anno” per l’Healthcare nella decima edizione del “Ceo Italian Summit & Awards”, ha speso parole molto lusinghiere per la clinica abruzzese, uno dei fiori all’occhiello del gruppo diventato uno maggiori player della sanità privata del Paese, con 1.200 posti letto e quasi duemila dipendenti, e con dieci strutture abilitate che come sede centrale quella di Grottaferrata nel Lazio.

Una eccellenza in particolare nel comparto ortopedico e traumatologico, di Grottaferrata e appunto di Canistro, dove è direttore il dottor Fernando Marcucci. In tal senso  Faroni ha posto l’accento più volte sull’innovazione tecnologica, che ha sempre contrassegnato il Gruppo Ini, sin dalla sua nascita, nell’immediato dopoguerra, ad opera di suo padre, il professor Delfo Galileo Faroni, scomparso all’età di 101 anni nell’ottobre del 2021. Oltre che sull’altissimo livello dei medici in servizio, selezionati con scrupolo dal manager sanitario, Jessica Veronica Faroni, sorella di  Cristopher.

“A Canistro, non a Milano o Roma – ha detto Faroni -, un bellissimo paese arroccato nelle montagne,  8 pazienti su 10 arrivano da fuori regione a curarsi, dando un contributo fondamentale, come ha sottolineato l’assessore Quaglieri,  alla mobilità attiva regionale. E dunque non deve sorprendere che a breve, nel corso del 2025, la Ini Canistro diventerà sede di corso trimestrale di livello mondiale per quanto riguarda l’installazione di un certo tipo di protesi molto complicata e innovativa”.

Faroni ricorda poi la figura del padre  fondatore della Ini.

“Tutto è cominciato con una struttura aperta a Tivol0i, nel 1947 – racconta il presidente -, dedicata ai ragazzi con problematiche di carattere psicologico, che poi sono state negli anni studiate e per le quali sono state identificati percorsi terapeutici mirati – . Ma nell’immediato dopoguerra c’era comunque la necessità che qualcuno se ne prendesse cura. Poi mio padre ne ha fatte tante altre, sempre nell’ottica dei grandi investimenti tecnologici, per lui un vero pallino. E’ stato infatti è stato il primo in Italia a portare la risonanza nucleare magnetica, il litotritore per la distruzione dei calcoli. E poi gli acceleratori lineari di ultima generazione”.

Ancora oggi grazie alla strada aperta dal fondatore del gruppo Ini, la priorità resta l’alta specializzazione tecnologica.

“Viviamo una fase in cui l’obsolescenza si è notevolmente accentuata, perché la tecnologia accanto in modo molto più celere occorre stare al passo – spiega Faroni -. Il settore dell’analisi clinica ad esempio va verso la quasi totale automazione, diventa ineludibile la cartella clinica digitalizzata, che consente a più professionisti di intervenire su un singolo paziente in un’ottica multidisciplinare. C’è lo studio secondo il quale il 67% dei pazienti che vengono visitati da più di un professionista, risolve le sue problematiche.

Anche nella chirurgia ortopedica, prosegue dunque Faroni, “la tecnologia sta facendo la differenza oggi si fa ad esempio uno studio tridimensionale anche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale con una ricostruzione in base a a quello che sarà il modificarsi della postura e dell’osso. Qualche anno fa era fantascienza. Da questo punto di vista sarebbe bello che ci fosse un sostegno per l’innovazione tecnologica da parte degli istituti di credito anche direttamente dallo Stato, sono comunque ottimista che si arriverà a questo risultato”.

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Saldo e stralcio

 

Faroni infine pone l’accento sulla riabilitazione: “negli anni ho imparato che deve essere veloce, perché c’è anche un aspetto psicologico fondamentale per la piena guarigione del paziente. Noi siamo fissati con la riabilitazione in piscina, lavorare in sospensione garantisce dei risultati eccezionali, ed è per me inconcepibile farne a meno, soprattutto per quanto riguarda la riabilitazione ortopedica. Da questo punto di vista abbiamo investito molto, sacrificando gli utili ma per noi fondamentale è la qualità del servizio che riusciamo ad offrire, a costo di minori margini”.

 

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