Cartelle esattoriali e prescrizione. Quali possono essere cestinate?

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Dilazione debiti

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Nel 2025, numerose cartelle esattoriali non saranno più esigibili poiché i relativi debiti saranno caduti in prescrizione.

La prescrizione rappresenta l’estinzione del diritto di riscuotere un credito a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo senza che il creditore abbia intrapreso azioni per il recupero (vedi c.d. atti interruttivi della prescrizione). I termini di prescrizione variano in base alla natura del debito e sono stabiliti da specifiche normative.

La cartella non rappresenta un’obbligazione tributaria autonoma rispetto al credito.

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Di conseguenza, un termine breve, come quello di 5 anni applicabile a contributi INPS o sanzioni, resta invariato anche dopo l’emissione della cartella.

Analizziamo i principali termini di prescrizione applicabili alle cartelle esattoriali.

A tal proposito richiameremo anche alcuni interventi della Cassazione posto che per avere un quadro attendibile della materia è necessario non solo considerare le norme di riferimento ma anche quello che dice la giurisprudenza di legittimità. Ma anche di merito.

Prescrizione triennale

Alcuni debiti si prescrivono in tre anni.

Un esempio significativo è il bollo auto, la cui prescrizione è regolata dall’articolo 5 del Decreto Legislativo n. 953/1982. Il termine di tre anni decorre dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui il pagamento doveva essere effettuato.

Pertanto, i bolli auto non pagati relativi all’anno 2021 si prescriveranno il 31 dicembre 2024, rendendo le relative cartelle esattoriali non più esigibili nel 2025.

Prescrizione quinquennale

La maggior parte dei debiti soggetti a riscossione tramite cartelle esattoriali o avvisi di accertamento esecutivo si prescrive in cinque anni. Tra questi rientrano:

  • Imposte locali: tributi come l’IMU e la TARI si prescrivono in cinque anni.
  • Contributi previdenziali e assistenziali: i contributi dovuti all’INPS e all’INAIL si prescrivono in cinque anni, come stabilito dall’articolo 3, comma 9, della Legge n. 335/1995.
  • Sanzioni amministrative: multe per violazioni del Codice della Strada si prescrivono in cinque anni.
  • Interessi su debiti fiscali: gli interessi maturati su imposte non pagate si prescrivono in cinque anni.

Di conseguenza, nel 2025, saranno prescritti i debiti risalenti al 2020 per queste categorie, rendendo non più esigibili le relative cartelle esattoriali.

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C’è da dire pure che il 31 dicembre scadeva il termine per la notifica di alcune cartelle esattoriali. Però qui parliamo di decadenza di termini e non di prescrizione.

Prescrizione decennale

Alcuni debiti hanno un termine di prescrizione di dieci anni.

Tra questi:

  • Imposte erariali: tributi come l’IRPEF, l’IVA e l’IRES si prescrivono in dieci anni.
  • Imposta di registro, ipotecaria e catastale: queste imposte si prescrivono in dieci anni.
  • Canone RAI: il diritto alla riscossione del canone si prescrive in dieci anni.

Pertanto, nel 2025, saranno prescritti i debiti risalenti al 2015 per queste categorie, rendendo non più esigibili le relative cartelle esattoriali.

La determinazione dei termini di prescrizione si basa su specifiche disposizioni normative e sull’interpretazione giurisprudenziale.

Ad esempio:

  • Articolo 2946 del Codice Civile: stabilisce la prescrizione ordinaria di dieci anni per i diritti per i quali la legge non prevede un termine diverso.
  • Articolo 2948 del Codice Civile: prevede la prescrizione quinquennale per tutto ciò che deve essere pagato periodicamente ad anno o in termini più brevi.
  • Legge n. 335/1995, articolo 3, comma 9: dispone la prescrizione quinquennale per i contributi previdenziali e assistenziali.

Cosa dice la giurisprudenza sulla prescrizione del debito e delle cartelle esattoriali?

La Giurisprudenza è intervenuta con diverse sentenze sulla prescrizione dei debiti e delle cartelle esattoriali.

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Ad esempio, con l’Ordinanza del 29/07/2020 n. 16232 – Corte di Cassazione – Sezione/Collegio 6 è stato sancito il principio in base al quale:

In caso di tributi erariali relativi ad IRPEF, il credito è soggetto all’ordinario termine di prescrizione decennale in quanto la prestazione tributaria non può considerarsi una prestazione periodica.

Termini ribaditi dalla Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n.

8120 del 23 marzo 2021: i tributi come l’IRPEF, l’IRAP e l’IVA si prescrivono in dieci anni, mentre le sanzioni e gli interessi correlati si prescrivono in cinque anni.

Ancora più importante la sentenza delle Sezioni Unite n. 23397/2016.

Con tale sentenza la Cassazione ha stabilito un principio fondamentale: la cartella esattoriale segue il termine di prescrizione del tributo originario e non può modificarlo.

Questo perché la cartella non rappresenta un’obbligazione tributaria autonoma rispetto al credito.

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Di conseguenza, un termine breve, come quello di 5 anni applicabile a contributi INPS o sanzioni, resta invariato anche dopo l’emissione della cartella. Allo stesso modo, un termine ordinario di 10 anni, come quello relativo all’imposta di registro, rimane immutato anche dopo la cartella.

In sintesi, la cartella non comporta la trasformazione del termine di prescrizione.

Considerazioni finali

È fondamentale per i contribuenti monitorare le proprie posizioni debitorie e verificare l’eventuale intervenuta prescrizione dei debiti.

In caso di ricezione di una cartella esattoriale relativa a un debito prescritto, è possibile presentare un’istanza di annullamento in autotutela all’ente creditore. O proporre ricorso presso l’autorità giudiziaria. competente.

Noi di investire Oggi suggeriamo di consultare un professionista esperto in materia fiscale per valutare la propria situazione specifica e intraprendere le azioni più opportune.

Riassumendo…

  • Prescrizione e Debiti Esattoriali: nel 2025, molti debiti iscritti in cartelle esattoriali non saranno più esigibili a causa della prescrizione, che rappresenta l’estinzione del diritto di riscuotere un credito dopo un determinato periodo senza azioni di recupero.
  • Principali Termini di Prescrizione: triennale: Ad esempio, il bollo auto (prescrizione di 3 anni, come previsto dal D.Lgs. n. 953/1982). Quinquennale: Per imposte locali (IMU, TARI), contributi previdenziali (INPS, INAIL), sanzioni amministrative e interessi fiscali. Decennale: Per imposte erariali (IRPEF, IVA, IRES) e tributi come l’imposta di registro e il canone RAI.
  • Rilevanza Giurisprudenziale: la Corte di Cassazione ha stabilito che la cartella esattoriale non modifica il termine di prescrizione originario del tributo. Ad esempio, i tributi erariali seguono un termine di 10 anni, mentre sanzioni e interessi correlati si prescrivono in 5 anni.
  • Sentenze Chiave, Ordinanza n. 16232/2020: Ribadisce che i tributi erariali hanno un termine di prescrizione decennale. Sentenza n. 23397/2016 delle Sezioni Unite: Conferma che la cartella esattoriale non modifica il termine di prescrizione del tributo originario.
  • Azioni per i contribuenti: è essenziale verificare eventuali prescrizioni sui debiti e, in caso di cartelle relative a debiti prescritti, si può richiedere l’annullamento in autotutela o proporre ricorso legale con l’aiuto di un esperto fiscale.



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