Milano, 21 gennaio 2025 – Intesa Sanpaolo ha annunciato la prima iniziativa del 2025 per le piccole e medie imprese (Pmi) che intendono ampliare il proprio business negli Stati Uniti d’America. L’incontro “Usa: sfide e opportunità”, concepito a misura delle ottocento aziende clienti del Gruppo, è stato organizzato nella forma di webinar dalla Banca dei Territori, guidata da Stefano Barrese, e realizzato in collaborazione con le strutture della Divisione IMI Corporate&Investment Banking oltreché dell’Area di Governo Institutional Affairs and External Communication del Gruppo.
SEMINARIO DEDICATO ALLE IMPRESE
Ad aprire il seminario, gli interventi di Stefano Barrese e del Console Generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele, cui sono seguiti quelli di Lewis Eisenberg (già Ambasciatore degli Stati Uniti d’America presso la repubblica Italiana) e di Regina Corradini D’Arienzo (amministratore delegato di Simest); per Intesa Sanpaolo si sono alternati Gregorio De Felice (Chief Economist), Paolo Melone (Responsabile Sviluppo estero e Internazionalizzazione), Alberto Mancuso (Executive Director International Network IMI CIB Division) e Nicola Baiocchi Di Silvestri (Country Manager Usa & Americas). A conclusione del webinar, la testimonianza resa dai rappresentanti dell’impresa Badinotti Group di Milano, attiva nel settore dell’acquacultura a livello internazionale, che Intesa Sanpaolo ha supportato nel corso di una importante operazione di acquisizione negli Stati Uniti.
MISSIONE NELLA SILICON VALLEY
Dopo il successo della missione effettuata nella Silicon Valley, promossa nel settembre 2024 dalla Banca dei Territori di Stefano Barrese, che ha visto l’accompagnamento di dodici start up in un esclusivo percorso di accelerazione grazie alla partnership con Innovit, Intesa Sanpaolo ha esteso anche per l’anno in corso il progetto di promozione all’estero del Made in Italy, con l’obiettivo di supportare le imprese italiane che intendono operare nel mercato statunitense (import-export e investimenti), nonché attrarre investimenti esteri in Italia attraverso sinergie con i più importanti partner e organismi istituzionali, quali agenzie e banche di sviluppo, sedi diplomatiche, consolati, Simest e Ice. Il seminario procede in continuità col precedente, che ha avuto luogo nello scorso mese di ottobre e che è stato dedicato alle Pmi che operano con gli Emirati Arabi Uniti. Esso anticipa una serie di ulteriori incontri in corso d’anno e future missioni che faciliteranno la crescita delle Pmi nei mercati di interesse.
UNA PRESENZA CONSOLIDATA
«Con una solida presenza internazionale in quaranta paesi e grazie alle sinergie con le nostre Divisioni IMI CIB e International Banks, Intesa Sanpaolo si conferma banca di riferimento per le Pmi che intendono crescere e svilupparsi su mercati dinamici come quello statunitense – commenta Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -, un processo che sosteniamo sia per le startup che per le realtà più strutturate, convinti che il saper fare italiano promosso all’estero generi valore per la singola impresa e per l’intero sistema economico del Paese, grazie anche alla rete dei nostri partner istituzionali e commerciali e all’attività strategica della filiale del Gruppo basata negli Stati Uniti». Ad avviso dell’Analisi del Research Department di Intesa Sanpaolo risulta essere molto forte il legame economico tra Italia e Stati Uniti d’America, infatti, nel 2023 l’interscambio commerciale tra i due paesi ha raggiunto la cifra record di 92,4 miliardi di euro.
FORTE LEGAME ECONOMICO CON GLI USA
In particolare, si evidenzia il contributo fornito delle esportazioni, salite a 67,2 miliardi di euro, quasi il triplo dei valori registrati nel 2008. Anche le importazioni hanno toccato un nuovo punto di massimo nel 2023 (25,2 miliardi di euro), tuttavia la loro crescita è stata meno intensa, consentendo all’avanzo commerciale italiano di salire a 41,9 miliardi di euro (partiva da 11,3 miliardi di euro nel 2023). Grazie al balzo dell’export italiano (+21,6 miliardi di euro tra il 2019 e il 2023, pari a un progresso del 47,5%), gli Stati Uniti d’America sono divenuti il secondo sbocco commerciale italiano, dopo aver superato di slancio la Francia. Sono ora preceduti solo dalla Germania e assorbono il 10,7% dell’export complessivo italiano, una percentuale significativamente superiore al peso assunto dagli Stati Uniti per l’Unione europea (7,8%). La rilevanza di questo mercato è elevata per molti settori manifatturieri italiani: è poco sopra il 40% per cantieristica e aerospazio, si colloca al 16,4% nella farmaceutica e tra il 12% e il 14% nei mobili, nella meccanica, nei prodotti e materiali da costruzioni, nell’alimentare e nelle bevande e nell’automotive.
AVANZO COMMERCIALE NEI SETTORI DI SPECIALIZZAZIONE
Tutti i principali settori di specializzazione italiani registrano poi un avanzo commerciale negli Usa. Nel corso del 2024 le esportazioni italiane negli Stati Uniti hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti in alcuni settori, come la farmaceutica (+19,5% nel periodo gennaio-ottobre 2024), l’alimentare e bevande (+18%), l’elettrotecnica (+12,1%). L’evoluzione è stata positiva anche per meccanica, prodotti e materiali da costruzione, abbigliamento, prodotti in legno, in carta e in gomma e plastica. Hanno invece registrato una flessione sensibile i flussi di export dell’automotive e della cantieristica (questi ultimi condizionati da commesse pluriennali), oltreché quelli dei prodotti petroliferi raffinati. Ma, al netto di queste voci, l’export italiano verso gli Usa è cresciuto del 5% tendenziale nei primi dieci mesi del 2024.
BILANCIO DEI RAPPORTI SOCIETARI
Il legame economico tra Italia e Stati Uniti è evidente anche in termini di rapporti societari: in Italia sono attive circa 2.600 imprese a controllo statunitense che impiegano più di 350.000 addetti, quasi 30.000 addetti in più rispetto alle imprese controllate da francesi o quasi 130.000 in più rispetto alle imprese controllate da tedeschi. Negli Usa, invece, si contano circa 3.200 imprese a controllo italiano, che impiegano più di 155.000 addetti. Per numero di imprese gli Stati Uniti sono di gran lunga il primo paese per localizzazione di controllate italiane all’estero. Lo scenario in cui opereranno le imprese italiane nel 2025 si presenta particolarmente incerto e fortemente condizionato dall’evoluzione della situazione geopolitica internazionale, a partire dalla grande discontinuità rappresentata dall’elezione di Donald Trump ad un secondo mandato alla Casa Bianca.
IMPATTI DELLE EVENTUALI MISURE DI TRUMP
Molte delle misure annunciate in campagna elettorale potrebbero avere impatti significativi sull’andamento dell’economia mondiale e sui settori italiani più dipendenti dalla domanda estera. È difficile in questa fase stimare gli effetti degli interventi annunciati dal presidente americano appena insediatosi alla Casa Bianca, poiché molto dipenderà dall’effettiva implementazione di essi e dalla capacità di reazione del tessuto produttivo italiano. Se i dazi dovessero essere più elevati sui prodotti cinesi, nel breve periodo ci potrebbero essere dei vantaggi per le merci italiane sul mercato statunitense. D’altronde, l’apprezzamento dollaro da quando Trump è stato eletto garantisce già una maggiore competitività alle merci europee negli Usa. Fondamentali saranno le strategie adottate dalle imprese italiane che, come è emerso da un’indagine interna realizzata da Intesa Sanpaolo, cercheranno nuovi clienti in altri mercati, ma pianificheranno anche l’apertura di filiali produttive e commerciali negli Stati Uniti, oltre ad anticipare le consegne.
INTESA SANPAOLO
Con 422 miliardi di euro di impieghi e 1.400 miliardi di euro di attività finanziaria della clientela a fine settembre 2024, Intesa Sanpaolo è il maggior gruppo bancario in Italia. Esso ha inoltre una significativa presenza internazionale. È leader a livello europeo nel wealth management, con un forte orientamento al digitale e al fintech. In ambito ESG, entro il 2025 sono previsti 115 miliardi di euro di erogazioni Impact per la comunità e la transizione verde. Il programma a favore e a supporto delle persone in difficoltà è di 1,5 miliardi di euro (2023-2027). La rete museale della Banca, le Gallerie d’Italia, è sede espositiva del patrimonio artistico di proprietà e di progetti culturali di riconosciuto valore.
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Stefano Barrese
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