La digitalizzazione dell’Abruzzo interno, tra connettività e competenze

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Il rilancio delle aree interne, in Italia come in Abruzzo, passa anche e soprattutto dallo sviluppo di infrastrutture e tecnologie digitali. Alcuni studi accademici infatti hanno evidenziato come il declino di questi territori non sia inevitabile. Esistono aree che sono riuscite meglio di altre a contrastare fenomeni come quello dello spopolamento. Si parla in questi casi di comuni “vibranti” data la loro capacità di adattamento ai processi di sviluppo in corso.

La creazione o il potenziamento di un’economia legata alle nuove tecnologie è quindi un elemento molto importante per questi territori. Ciò può attirare nuove professionalità che vengono da fuori o rappresentare un incentivo a rimanere per chi già vive nelle aree periferiche del paese. Un altro fattore che può contribuire ad arginare lo spopolamento è legato alla capacità di attrarre i cosiddetti “nomadi digitali“. Quei professionisti cioè che lavorano da remoto sfruttando la connessione internet per svolgere le proprie attività, non necessariamente legate al territorio in cui si trovano. Persone che, se messe nelle condizioni per poterlo fare, in diversi casi preferiscono vivere in contesti più tranquilli rispetto a quelli offerti dalle aree metropolitane.

Affinché tutto questo sia possibile è fondamentale avere a disposizione connessioni internet di velocità accettabile. Da questo punto di vista purtroppo i dati Agcom relativi al 2023 evidenziano come in Abruzzo ci sia ancora molto da fare.

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42,5% le famiglie abruzzesi che nel 2023 non risultavano ancora raggiunte da connessioni internet ultraveloci.

L’infrastruttura da sola però non basta. Per poter intercettare tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie è fondamentale anche avere competenze digitali adeguate. Competenze che sono mediamente meno diffuse nelle aree rurali, come ricostruito dalle analisi di Eurostat. È quindi imprescindibile un investimento educativo che parta dalle scuole. Anche su questo aspetto, l’Abruzzo – specialmente quello interno – ha molto da recuperare per intercettare le opportunità offerte dall’innovazione digitale.

Il ruolo della digitalizzazione per lo sviluppo dell’Abruzzo interno

Come ricostruito nelle analisi del Gssi, il Gran Sasso Science Institute, anche per i territori interni o montani la capacità di adattamento (e quindi di resilienza rispetto allo spopolamento) non è necessariamente la stessa. Il declino non è scontato dal momento che, anche nelle aree interne, vi sono comuni “vibranti”, ovvero che hanno mostrato una maggiore adattabilità ai processi di sviluppo in corso.

Ciò può succedere per una serie di fattori indagati dai ricercatori. Tra questi l’esistenza di un contesto socio-economico diversificato, capace di cogliere le opportunità offerte dalla terziarizzazione dell’economia, risultando così attrattivo per vecchi e nuovi abitanti.

These results seem to suggest that vibrant Inner areas are essentially those that have managed to hook the tertiarisation of the economy, diversifying business and occupation offers, resulting attractive for old and new residents.

Elementi che favoriscono la resilienza di un territorio possono essere:

  • significativa presenza di giovani;
  • alto livello medio di istruzione;
  • alto tasso di occupazione femminile;
  • presenza di spazi abitativi adeguati.

Ciascuno di questi fattori può essere certamente favorito dalla digitalizzazione dei territori periferici che consenta di abitare, studiare e lavorare anche in aree oggi considerate remote. Questo infatti può rappresentare un incentivo a restare – o a trasferirsi – in territori in spopolamento, anche per le famiglie più giovani.

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L’investimento necessario sulle infrastrutture digitali

Il potenziamento dell’infrastruttura tecnologica che consenta la digitalizzazione dell’Abruzzo interno rappresenta quindi un passaggio obbligato. Sia per aumentare la competitività del territorio ma anche come argine allo spopolamento.

Un primo elemento da valutare è quindi il livello di copertura di un’infrastruttura che consenta l’utilizzo della connessione internet a una velocità accettabile per le attuali esigenze. Da questo punto di vista sono molto interessanti i dati forniti da Agcom. Questo ente infatti tiene traccia della percentuale di famiglie potenzialmente raggiunte dalla tecnologia fiber to the home (Ftth) che consente di navigare a una velocità pari o superiore a 1 gigabit per secondo (Gbps). In base ai dati più recenti, relativi al 2023, possiamo osservare che l’Abruzzo si colloca all’undicesimo posto tra le regioni italiane per percentuale di famiglie coperte da questa tecnologia.

57,5% la percentuale di famiglie abruzzesi potenzialmente raggiungibili da connessioni ad almeno 1 Gbps.

Si tratta di un dato abbastanza modesto anche se non troppo distante dalla media nazionale (59,6%). A maggior ragione considerando che molte regioni del centro-sud si trovano in una posizione più favorevole. Ad esempio il Molise (84,6%), la Campania (72,1%), il Lazio (71,7%) e la Sicilia (63,1%).

Come spesso succede poi all’interno della regione si registrano significative differenze tra una provincia e l’altra. Si passa infatti da un livello di copertura pari al 72,7% nel pescarese per poi scendere al 60,7% nella provincia di Chieti, al 58,6% in quella dell’Aquila e addirittura al 39% in provincia di Teramo. Da questo quadro emerge chiaramente come gli interventi per favorire la digitalizzazione dell’Abruzzo, soprattutto nelle aree interne, siano quanto mai urgenti.

Il Pnrr prevede investimenti per portare le connessioni ad una velocità di almeno 1 Gbps nelle aree che ne sono sprovviste, Abruzzo compreso.

Da questo punto di vista, possiamo ricordare che il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede specifici investimenti in tal senso. Tra questi possiamo citare il piano Italia a 1 giga con cui si punta a fornire connettività ad almeno 1 Gbps a circa 3,4 milioni di numeri civici situati in aree a fallimento di mercato. Questo intervento riguarda ovviamente anche l’Abruzzo.

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Purtroppo non è possibile con i dati disponibili valutare l’importo degli investimenti che interesseranno direttamente la regione. Questo perché le varie opere di connessione sono state assegnate in lotti e quello riguardante l’Abruzzo (del valore di circa 306 milioni) interessa anche Umbria, Marche e Molise. Tuttavia, grazie ai dati pubblicati sul portale Connetti Italia, è possibile sapere che a novembre 2024 in Abruzzo oltre 79mila civici erano già stati connessi mentre altri 39mila risultavano in lavorazione.

45% la percentuale di completamento degli interventi previsti in Abruzzo dal Pnrr nell’ambito del piano Italia a 1 giga.

L’importanza delle competenze digitali

Gli investimenti in infrastrutture digitali però da soli non bastano a rendere maggiormente attrattivo un territorio. Un passaggio fondamentale infatti è quello di dare a cittadini e lavoratori le competenze necessarie per poter sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Su questo fronte, un quadro della situazione ci viene offerto da Eurostat. A livello nazionale, possiamo osservare che solamente il 45,8% dei cittadini italiani fa registrare un livello di “digital skills” almeno di base nelle 5 aree chiave individuate dal framework europeo delle competenze digitali per i cittadini. Tra queste la risoluzione di problemi in ambito informatico, l’alfabetizzazione all’uso di dati e informazioni, la capacità di comunicazione e collaborazione in ambiente digitale, la sicurezza in rete e la creazione di contenuti digitali. Si tratta di uno dei dati più bassi d’Europa. Infatti solo Lettonia (45,3%), Polonia (44,3%), Bulgaria (35,5%) e Romania (27,7%) riportano un dato inferiore.

Nelle aree rurali le competenze digitali sono mediamente meno diffuse.

Andando poi a disaggregare il dato in base ai luoghi in cui vivono le persone si nota una progressiva diminuzione delle competenze man mano che ci si allontana dai centri abitati principali. Nel caso italiano ad esempio, nelle grandi città oltre la metà dei residenti riporta competenze digitali almeno di base (50,8%). Dato che scende al 43,9% se ci spostiamo in aree suburbane e nelle città medio-piccole, fino ad arrivare ad appena il 40,6% nelle zone rurali.

Da questi dati emerge chiaramente come sia di fondamentale importanza anche un investimento educativo che parta dalle scuole. Ciò con l’obiettivo di formare sui territori cittadini capaci di servirsi (e non subire) il nuovo ambiente digitale. E anche, nell’ottica di arginare lo spopolamento di questi territori, di garantire alle famiglie con figli un’offerta educativa adeguata sul territorio in cui vivono.

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Sulle infrastrutture digitali a scuola l’Abruzzo è ancora indietro

Abbiamo avuto modo di raccontare in passato come sul fronte dell’innovazione digitale in ambito scolastico l’Abruzzo resti ancora indietro rispetto alle altre regioni italiane. I dati per l’anno scolastico 2022/23 confermano questo quadro. In media in Italia la presenza di almeno un’aula di informatica è dichiarata dagli enti proprietari – le province e i comuni – per il 35,7% degli edifici scolastici. Un’informazione che presenta delle lacune dal momento che nel 35,4% dei casi il dato non è disponibile, mentre nel 28,9% è esplicitamente dichiarata l’assenza di aule informatiche.

In Abruzzo poche aule di informatica dichiarate, ma per oltre la metà delle scuole l’informazione non è ricostruibile.

In questo quadro – a fronte di regioni dove la quota di dotazioni digitali supera il 50%, come Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta – il dato abruzzese si attesta al 24%, agli ultimi posti dopo la Sicilia (28,8%) e poco sopra le quote registrate da Campania (22%), Calabria (21,8%) e Lazio (18,1%). Su questa tendenza incide tuttavia l’elevatissima quota di scuole per cui l’informazione non è stata rilasciata: il 52% degli edifici scolastici della regione.

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DA SAPERE

I dati, pubblicati sul portale open data del ministero dell’istruzione, sono forniti dagli enti locali proprietari o gestori degli edifici adibiti ad uso scolastico. Dati non disponibili per il Trentino Alto Adige.

FONTE: elaborazione Abruzzo Openpolis su dati Mim
(pubblicati: martedì 12 Settembre 2023)

Anche a livello provinciale, agli ultimi posti per quota di aule informatiche dichiarate compaiono due province abruzzesi: Teramo (19,8%) e L’Aquila (18,3%). Territori che si collocano al di sotto del 20%, insieme a quelli di Napoli, Catanzaro, Catania, Crotone, Cosenza, Salerno, Latina, Roma e Benevento. La dotazione migliora nelle altre due province abruzzesi, Pescara (30,6%) e Chieti (26,6%), pur non raggiungendo la media nazionale del 35,7% di aule di informatica dichiarate.

Un divario che è prima di tutto tra città e aree interne

Osservando la mappa comunale appare evidente come la perifericità del comune resti un fattore importante nel determinare la maggiore o minore dotazione di infrastrutture digitali in ambito scolastico.

Nei comuni polo della regione – baricentrici in termini di servizi – anche la quota di scuole con l’aula di informatica risulta più elevata (35,8% degli edifici). Mentre cala drasticamente nelle aree interne.


Le aree interne sono i territori del paese più distanti dai servizi essenziali (quali istruzione, salute, mobilità). Parliamo di circa 4.000 comuni, con 13 milioni di abitanti, a forte rischio spopolamento (in particolare per i giovani), e dove la qualità dell’offerta educativa risulta spesso compromessa.

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“Che cosa sono le aree interne”

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Appare molto più contenuta nei comuni intermedi – quelli a oltre 27 minuti dal polo più vicino – dove l’incidenza di edifici scolastici con l’aula di informatica scende al 27,7%. Scende ulteriormente in quelli periferici (22,9%) e ultraperiferici (19,4%) della regione, territori collocati rispettivamente a più di 40 minuti o anche a oltre un’ora dal polo più vicino.

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FONTE: elaborazione Abruzzo Openpolis su dati Mim
(pubblicati: martedì 12 Settembre 2023)

Tuttavia il minimo viene raggiunto nei comuni di cintura. Parliamo di quelle aree peri-urbane collocate ai margini delle città maggiori, e da queste raggiungibili in meno di mezz’ora. In queste aree la quota scende al 14,5%.

Va comunque considerato che, anche nelle città principali della regione, la situazione appare profondamente differenziata. In primis tra i capoluoghi. Nel comune di Pescara la percentuale di edifici scolastici con l’aula di informatica è pari al 58,6% (in meno del 3% dei casi il dato non viene dichiarato). Nelle città di Chieti e Teramo la quota si attesta rispettivamente al 28,6% e al 25,6% (con quasi il 70% di edifici per cui l’informazione non è presente). Ultima L’Aquila, con il 12,1% di aule di informatica e quasi 6 scuole su 10 per cui il dato non è disponibile.

Come seguire Abruzzo Openpolis

Scarica i dati, comune per comune

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Foto: asuraneo (Pixabay)Licenza



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