L’attore e regista atteso per aprile. Intanto infuria la polemica sulla scelta del Comune che rinuncia al progetto di una scuola del cinema
Matera, terra di cinema internazionale, che snobba il panorama nazionale. È il paradosso che vive la Città dei Sassi, pronta nuovamente ad accogliere Mel Gibson, mentre rinuncia a diventare sede del Centro sperimentale di cinematografia.
Dopo i sopralluoghi dello scorso settembre, giungono ulteriori conferme sull’arrivo in Basilicata del regista e attore di fama internazionale. Alcune indiscrezioni – provenienti da corridoi di palazzi istituzionali – suggerirebbero l’approdo in città della troupe, guidata dalla star hollywoodiana, per aprile. L’obiettivo? Ambientare alcune scene de “La Passione di Cristo 2: Resurrezione”, il secondo capitolo del film che racconta le vicende di Gesù di Nazareth nei suoi ultimi giorni di vita.
La scelta sarebbe strategica: la nuova produzione cinematografica gradirebbe evitare l’affollata stagione estiva materana che, grazie anche alla popolarità del primo successo di Gibson, ospita numerosi visitatori da ogni angolo del mondo. Dunque una speranza che sembrerebbe poter diventare realtà per la città lucana, già protagonista delle scene più iconiche del primo capitolo, considerato un colossal cinematografico con oltre 600 milioni di dollari incassati ai botteghini.
Da Pierpaolo Pasolini a Francesco Rosi, da Lina Wertmuller a Giuseppe Tornatore, da Patty Jenkins a Cary Fukunaga. Una vocazione naturale, per Matera, quella del cinema, che non si riesce a capitalizzare pienamente. In queste ore, infatti, è montata un’accesa polemica sulla «preziosa occasione persa» di poter istituire, in città, una sede del Centro sperimentale di cinematografia.
In particolare, l’ex primo cittadino Raffaello De Ruggieri ha evidenziato il fallimento dell’accordo raggiunto al termine del sopralluogo, datato 22 luglio 2020, secondo cui la delegazione del Centro sperimentale di cinematografia diede il via libera alla nascita del prestigioso centro di formazione nella sede dell’edificio comunale di Via Lazazzera.
«La nutrita ed autorevole delegazione ritenne lo stabile idoneo ad ospitare in via permanente sia lo svolgimento delle attività connesse alla realizzazione dei corsi, sia le complementari strutture di direzione, segreteria ed archivio», ha spiegato l’avvocato materano e fondatore della Fondazione Zetema.
Dopo la scadenza del suo mandato – e l’elezione del pentastellato Domenico Bennardi – , De Ruggieri ha denunciato come «il Comune, tradendo la riconosciuta vocazione della città per il cinema e non rispettando gli obblighi contrattuali, è caduto in una inaccettabile “dimenticanza”, archiviando la istituzione della scuola del cinema per riesumare, in alternativa, una superata ipotesi di destinazione dell’immobile a sede del corpo dei vigili urbani».
Anni di tentennamenti, a detta di De Ruggieri, che non hanno permesso di realizzare gli interventi di competenza provocando la cancellazione di Matera dai programmi attuativi del Centro. «Alla perdita di tale prestigiosa stituzione culturale, si è aggiunta la beffa di tenere per circa quattro anni abbandonata ed inutilizzata la qualificata proprietà comunale», ha aggiunto l’avvocato.
Non si è fatta attendere la replica di Domenico Bennardi, il quale ha precisato che il progetto si è rivelato poco praticabile soprattutto per il mancato impegno da parte di Regione e CSC. «Nelle numerose interlocuzioni con gli organi direttivi del CSC e con la Regione, sono emersi da subito nodi e criticità – ha esordito -. Purtroppo la ricostruzione fatta da De Ruggieri, risulta dai nostri rapporti inesatta o non aggiornata, probabilmente a causa anche del cambio dell’assetto manageriale del Centro, avvenuto negli ultimi anni».
Da qui l’affondo del pentastellato nei confronti del governo regionale, presieduto da Vito Bardi, accusato di non aver dato un contributo concreto: «Ma il dubbio maggiore riguardava un problema sollevato già in sede di stipula della convenzione con l’allora sindaco De Ruggieri, circa la necessità di uno stanziamento complessivo di due milioni, in grado di coprire l’intero triennio dei corsi e non parziale per la sola prima annualità. Risorse mai garantite o messe a disposizione dalla Regione, anche qui nonostante più che frequenti pressioni».
In ogni caso, non tutte le speranze sono perse. Infatti, in attesa della nomina del nuovo presidente del Centro e partendo proprio dal verbale di ispezione dei luoghi del 22 luglio 2020, si sta lavorando per riannodare i fili smarriti del progetto e per riaffermare Matera come naturale città del cinema. Ne è certo il consigliere regionale, Nicola Morea: «Era già tutto pronto. Fondi stanziati, delibera regionale, protocollo di intesa tra il Comune di Matera, Regione Basilicata e il Centro. La sede individuata, in via Lazazzera, è inoltre una testimonianza dell’architettura che ha segnato positivamente la storia di Matera. È un’opportunità che non dobbiamo perdere. Presenterò una mozione al riguardo in Consiglio Regionale: il progetto si può e si deve rimettere in moto, per restituire a Matera il ruolo centrale nel cinema italiano che merita e che le viene globalmente riconosciuto», ha detto l’esponente di Azione.
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