patto con Kiev per 100 anni

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A pochi giorni dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il Primo Ministro britannico Keir Starmer e il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno firmato, il 16 gennaio 2025 a Kiev, un ambizioso Accordo di Cooperazione Strategica e di Sicurezza di 100 anni, consolidando il ruolo di Londra nella proxy war contro la Russia. Il premier laburista è volato a Kiev ma non a Washington D.C poiché non è stato invitato da Donald Trump alla cerimonia di insediamento, dove invece c’era l’amico Nigel Farage: se la forma è sostanza, ci sono segnali che la “relazione speciale” tra Londra e Washington possa entrare in crisi, almeno finché Starmer sarà al 10 di Downing Street. Non solo per la differenza di vedute sul conflitto in Ucraina ma anche per l’attivo sostegno del Labour, il partito di Starmer, a Kamala Harris durante la campagna presidenziale.

Contributo annuale di 3 miliardi di sterline

L’accordo prevede un contributo annuale di 3 miliardi di sterline (3,6 miliardi di dollari) in aiuti militari “per tutto il tempo necessario” e mira a rafforzare la difesa ucraina, in particolare nelle regioni del Mar Nero e del Mar Baltico, favorendo al contempo collaborazioni tecnologiche e culturali. Durante l’annuncio dell’accordo di 100 anni con il Regno Unito, Zelensky ha elogiato il patto come un modello replicabile con altri Paesi, accennando a una parte “classificata e segreta” dell’intesa, mentre Starmer ha evitato di impegnarsi pubblicamente sull’invio di truppe britanniche in Ucraina, pur sottolineando l’importanza di rafforzare la posizione di Kiev in eventuali trattative future.

Cosa prevede l’accordo con Zelensky

Il patto di Keir Starmer con Zelensky riafferma il ruolo di primo piano del Regno Unito non solo come alleato fondamentale di Kiev, ma anche come attore determinante nel conflitto in corso. È infatti ampiamente documentato il ruolo britannico nel sabotare le trattative di pace del 2022 tra Ucraina e Russia: fonti autorevoli hanno acclarato che Londra esercitò pressioni significative su Kiev affinché rifiutasse i termini preliminari di un accordo che avrebbe potuto portare a una de-escalation del conflitto, insistendo invece sulla necessità di una vittoria militare contro Mosca.

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L’accordo firmato a Kiev rappresenta un chiaro impegno del Regno Unito a sostenere l’Ucraina in ogni aspetto, dalla sicurezza alla ricostruzione economica. Londra e Kiev si impegnano a una collaborazione a lungo termine che comprende il rafforzamento delle capacità militari ucraine, la modernizzazione economica e la promozione di valori democratici e diritti umani. In attesa delle mosse dell’amministrazione Trump, Londra di fatto vuole sostituirsi a Washington nell’essere il primo sponsor di Kiev.

Il patto siglato da Starmer, in piena continuità con i governi conservatori precedenti, si basa sul Political, Free Trade and Strategic Partnership Agreement del 2020 e sull’Agreement on Security Cooperation firmato nel gennaio 2024, ampliandone la portata con nuovi obiettivi strategici. Tra questi spiccano l’integrazione dell’Ucraina nella NATO, il rafforzamento della sicurezza marittima e la “lotta contro la disinformazione” e le interferenze straniere.

I pilastri dell’accordo

L’accordo pone particolare enfasi su tre pilastri:

  • Sicurezza e difesa – L’articolo 1 dell’accordo si concentra sul rafforzamento delle capacità militari ucraine, attraverso lo sviluppo congiunto di tecnologie di difesa e il miglioramento dell’interoperabilità con la NATO. L’obiettivo dichiarato è quello di accelerare il processo di adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica, considerata la migliore garanzia per la sicurezza del Paese.
  • Ricostruzione – L’articolo 4 sottolinea la necessità di modernizzare l’economia ucraina, attrarre investimenti e promuovere settori strategici come energia, infrastrutture e tecnologia. Il Regno Unito si propone come partner chiave nella ricostruzione post-bellica, garantendo che l’Ucraina diventi un’economia resiliente e competitiva.
  • Diritti umani e “lotta alla disinformazione” – Gli articoli 6 e 7 mettono in evidenza l’impegno comune per la “promozione di valori democratici”, il contrasto alla corruzione e la costruzione di istituzioni inclusive e trasparenti. Parallelamente, l’accordo prevede un rafforzamento della cooperazione contro le minacce ibride, tra cui la disinformazione e le interferenze straniere, che hanno giocato un ruolo chiave nel conflitto.

Londra si sostituisce a Washington?

Il Regno Unito, già protagonista nella fornitura di armi avanzate a Kiev, come i missili anticarro NLAW e i sistemi di difesa aerea, con questo accordo si conferma uno degli alleati più determinati di Zelensky. Dal 2022, il Regno Unito ha fornito 12,8 miliardi di sterline (15,6 miliardi di dollari) di aiuti all’Ucraina, diventando il terzo maggior donatore dopo Stati Uniti e Germania.

In un momento di transizione geopolitica globale, in cui l’insediamento di Donald Trump potrebbe ridefinire la politica estera americana, Starmer, in piena continuità con i governi conservatori, ribadisce la linea dura di Londra contro Mosca. Sarà sufficiente per incidere negli eventuali negoziati con Mosca? Tutto da dimostrare.

“Megalomania post-imperiale”

Molti analisti hanno sollevato dubbi sulla reale efficacia dell’accordo. Benjamin Martill, docente senior di politica e relazioni internazionali presso l’Università di Edimburgo, in Scozia, ha dichiarato ad Al Jazeera che, sebbene si tratti di un accordo “molto significativo”, la decisione di vincolarsi a un patto di così lungo termine potrebbe essere vista come una “mossa simbolica” progettata per mascherare la “posizione piuttosto debole” del Regno Unito, soprattutto a fronte dell’incertezza sul futuro dovuta alle mosse di Trump.

Anatol Lieven, analista di politica estera e critico della strategia occidentale in Ucraina, osserva che “l’idea che qualcosa negli affari internazionali possa essere garantito per cento anni è un esempio di idiozia intellettuale, radicata in una nozione mistica di un eterno e immutabile ‘Occidente’ e di una NATO per sempre in opposizione a una Russia immutabile”. E aggiunge: “La descrizione dell’accordo come una ‘partnership storica di 100 anni’ dice meno sulla guerra in Ucraina e più sulla combinazione incorreggibile delle élite britanniche di megalomania post-imperiale e analfabetismo storico”.

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100 anni di promesse per coprire un presente di incertezze: l’accordo di Starmer con Zelensky non solo si basa su (alcune) fantasie irrealizzabili, ma tradisce il desiderio di Londra di proiettare una grandezza perduta, dimenticando che la storia non perdona chi ignora la realtà del proprio tempo.

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