A che punto � il piano casa annunciato dal Governo Meloni mentre gli affitti e i prezzi di acquisto sono fuori controllo?

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A che punto è il piano casa annunciato dal Governo Meloni? Il Piano Casa Italia, già approvato, è il Piano nazionale per l’edilizia residenziale e sociale pubblica per rispondere al disagio abitativo e cercare di garantire a tutti il diritto alla casa.

Il provvedimento è stato inserito nella Manovra finanziaria 2025, per lavorare sul miglioramento della riorganizzazione del sistema di disponibilità delle case, anche coinvolgendo gli enti territoriali.

    

La misura mira a garantire a tutti la possibilità di avere una casa. Ma ci si chiede ora come proseguono i lavori in merito.

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  • A che punto è il Piano Casa del governo?
  • I prezzi degli affitti delle case continuano a salire


A che punto è il Piano Casa del governo?

Secondo quanto confermano le ultime notizie, i lavori sull’attuazione delle misure del Piano Casa sono attualmente bloccati. 

Se per le aziende è stato fatto qualcosa, come l’approvazione dei fringe benefit fino a 5mila euro per gli affitti dei lavoratori che si trasferiscono lontani da casa, per tutte le altre misure di sostegno per gli affitti e non solo, nulla è stato fatto. Tutto ora è bloccato. 

Eppure si tratta di interventi importanti su cui si dovrebbe tornare a lavorare in fretta perchè potrebbero aiutare molte persone, soprattutto i più giovani, in difficoltà a causa dei prezzi di locazione sempre più alti.

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, aveva, però, già qualche tempo fa precisato che il Piano si sarebbe attuato in due fasi: una per sostenere fiscalmente le assunzioni di chi deve spostarsi e prendere una casa in affitto, e un’altra per favorire la costruzione di alloggi per i lavoratori da parte delle aziende, nonché per aiutare i cittadini nella ricerca di una casa adeguata e con aiuti per pagare.

Tra le misure del Piano Casa figurano, infatti, la possibilità di accesso a canoni calmierati fino a un massimo di 500 euro per i lavoratori neoassunti, e solo in via temporanea, nonché lo sviluppo immobiliare di ulteriori alloggi destinati ai giovani lavoratori.


I prezzi degli affitti delle case continuano a salire

Gli ultimi parlano di prezzi degli affitti delle case in continuo aumento, raggiungendo cifre a volte esorbitanti nelle grandi città. 

Secondo una recente indagine, tra il 2018 e il 2023 il peso medio del canone sui redditi da lavoro dipendente nei capoluoghi di provincia è passato dal 31,6% al 35,2%, arrivando fino al 40% in alcune città. 

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Il mercato della locazione sta diventando inaccessibile per studenti e ragazzi al primo impiego, che con il solo stipendio ‘iniziale’ non riescono a mantenersi in una città diversa da quella di residenza dove, per fortuna, c’è casa dei genitori. 

Per fare qualche esempio pratico di costi reali, a Milano, per 70 metri quadrati si chiedono circa 1.500 euro al mese, per 18.900 euro l’anno, a Firenze il costo si attesta sui 1.433 euro, mentre a Roma e Bologna (si scende leggermente fino a circa 1.200 euro.

Certo, i prezzi degli affitti cambiano in base alle città e alle zone delle stesse città ma nella gran parte dei casi, in ogni posto che si scelga, i costi sono ormai troppo alti.

Se per l’affitto di un bilocale di circa 60mq, non in zona proprio centrale, a Milano si arrivano a pagare anche 900 euro, c’è chi pensa che magari sia meglio acquistare. 

Ma anche in questo caso, in moltissimi casi, i prezzi sono proibitivi. Per una casa a Milano di circa 70mq servono circa 350mila euro. Si sale fino anche a mezzo milione per una casa di appena 90mq. Certo, è la grande città che costa tanto.

Se ci si sposta già verso l’hinterland, si possono trovare case da 90-100mq anche a 170mila euro. Così come i prezzi si abbassano nettamente se si decide di acquistare casa in una città del Sud.

Per avere una casa di circa 90mq in centro città, per esempio, a Bari, si possono spendere anche ‘solo’ 200-250mila euro.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Tutto comunque cambia sempre a seconda dell’immobile che si sceglie, se già ristrutturato o da ristrutturare, ecc.

La situazione non va meglio per le singole stanze in affitto. I rincari hanno interessato anche loro. Basti pensare che si possono spendere anche fino a 800 euro per una sola stanza. 

Gli unici che si sono salvati dai grandi rincari degli affitti sono gli inquilini con la cedolare secca, perché scegliendo questo regime fiscale non si può mai aggiornare il canone all’inflazione. Secondo gli ultimi dati disponibili, i contribuenti che hanno optato per la cedolare sono 2,79 milioni, a fronte di 3,65 milioni di case locate da persone fisiche.


 

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