Al Circolo della Stampa le sfide e le opportunità dei sistemi italiani, francesi e svizzeri – Valledaostaglocal.it

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Nei giorni scorsi, il Circolo Valdostano della Stampa ha ospitato un’importante occasione di riflessione e confronto sulla sanità, un tema cruciale che coinvolge la qualità della vita di tutti i cittadini. In apertura di questa importante serata, Maria Grazia Vacchina, presidente del Circolo della Stampa ha citato il primo comma dell’art. 32 della Costituzione che sottolinea come “la peculiarità rafforzata del diritto alla salute, che non è solo ‘fondamentale diritto dell’individuo’ ma anche “interesse della collettività” tanto che “la Repubblica garantisce cure gratuite agli indigenti” senza limite di categorie”. Ha poi ricordato anche lo che lo Statuto Speciale della Valle d’Aosta riserva una totale autonomia di gestione alla Sanità”. Si tratta quindi, come ha ribadito Maria Grazia Vacchina, “di due fondamentali riferimenti costituzionali da cui partire, che devono far riflettere ed essere attuati nella democrazia del quotidiano, sempre e per tutti”.

L’incontro, che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi, e di medici esperti come Roberto Rosset e Giulio Doveri, ha permesso di esplorare in modo approfondito le caratteristiche e le problematiche dei sistemi sanitari di tre Paesi europei: Italia, Francia e Svizzera.

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L’intervento di Giulio Doveri, già Direttore del Dipartimento di Area Medica (Endocrinologia, Diabetologia e Medicina Interna) ora libero professionista, è stato uno dei momenti più significativi della serata, poiché ha offerto una panoramica documentata e dettagliata sulle differenze e sulle somiglianze tra i modelli sanitari di Italia, Francia e Svizzera. Il confronto, pur affrontando tematiche tecniche, ha reso evidente come ogni sistema sia caratterizzato da vantaggi e criticità che meritano attenzione.

Il sistema sanitario svizzero: qualità e costi

Il sistema sanitario svizzero, noto per la sua alta qualità delle cure, è uno dei più apprezzati a livello internazionale. Le cure mediche sono eccellenti, con un ampio ricorso all’innovazione tecnologica e alla ricerca, che permette al Paese di mantenere elevati standard di assistenza. L’accesso alle cure è garantito per tutti i residenti grazie all’assicurazione di base obbligatoria, che, pur se costosa, assicura che nessuno resti escluso dalle prestazioni sanitarie fondamentali.

“Uno degli aspetti più apprezzati del sistema svizzero – ha sottolineato Doveri che ha avuto modo di esercitare in Svizzera – è la possibilità di scegliere la cassa malati, offrendo ai cittadini la libertà di personalizzare il proprio piano assicurativo in base alle proprie necessità. Tuttavia –  questa libertà ha un prezzo: i premi delle assicurazioni sono in costante aumento e rappresentano una spesa significativa per le famiglie”.

Inoltre, sebbene l’accesso alle cure di base sia garantito, persiste una certa disuguaglianza nell’accesso a cure specialistiche e complementari, con differenze tra i vari cantoni. Un altro aspetto critico riguarda il sistema di rimborso indiretto, applicato da alcune assicurazioni, che può complicare ulteriormente la gestione dei costi per gli utenti.

Il sistema sanitario francese: universalità con sfide locali

Il sistema sanitario francese, incentrato sulla Couverture Maladie Universelle (CMU), è basato su un’assicurazione obbligatoria che copre una vasta gamma di prestazioni, dalla visita medica all’ospedalizzazione. La Francia offre un sistema universale in cui ogni cittadino ha diritto a cure mediche necessarie, indipendentemente dalla propria condizione economica. Il finanziamento del sistema avviene tramite contributi sociali, imposte generali e specifiche tasse destinate alla salute.

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Uno degli aspetti che distingue il sistema francese, secondo l’analisi di Doveri, è la presenza di una rete ospedaliera mista, con strutture sia pubbliche che private. Queste ultime, convenzionate con la Sécurité Sociale, offrono una scelta di cure complementari a quelle pubbliche. Tuttavia, uno dei problemi principali rimane la disparità di accesso alle cure, che varia sensibilmente a seconda delle regioni. Le lunghe liste d’attesa per determinate prestazioni e la quota a carico del paziente, che può arrivare fino al 30% in alcune aree, “rappresentano – ha aggiunto il medico – altrettante sfide che il sistema francese sta cercando di affrontare. L’Assurance maladie, pur essendo un sistema molto solido, non copre sempre integralmente tutte le spese, e molti cittadini ricorrono a un’assicurazione complementare per coprire la parte non rimborsata”.

Il sistema sanitario italiano: sfide di sostenibilità e risorse

L’Italia, con il suo Servizio Sanitario Nazionale (SSN), si distingue per un sistema sanitario universalistico che garantisce a tutti i cittadini l’accesso gratuito o a basso costo alle cure. “Tuttavia – ha precisato Doveri – il sistema italiano sta attraversando difficoltà strutturali significative. Ogni anno lo Stato deve indebitarsi per garantire il finanziamento del welfare, con la spesa sanitaria che sfiora i 60 miliardi di euro”. Questo modello di finanziamento, che si basa principalmente sul sistema fiscale e sull’IRPEF, sta mostrando i suoi limiti, soprattutto in un contesto di crescente evasione fiscale e inadeguato apporto di risorse da parte di una parte della popolazione.

Uno degli interrogativi emersi durante l’incontro riguarda il ruolo dei medici, soprattutto quelli ospedalieri e di famiglia. In Italia, i medici sono in gran parte dipendenti pubblici, ma si pone la questione se questo modello debba essere riformato, magari introducendo forme ibride o incentivi per attrarre e mantenere i professionisti nel servizio pubblico. La mancanza di medici, la loro distribuzione ineguale sul territorio e la necessità di innovare nella formazione e nel coinvolgimento dei professionisti sono questioni urgenti che richiedono risposte concrete.

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Il confronto tra i sistemi sanitari di Italia, Francia e Svizzera ha rivelato una serie di sfide comuni, ma anche punti di forza che potrebbero essere utili per l’Italia. In particolare, il rafforzamento della sostenibilità economica attraverso una gestione più efficiente delle risorse e l’introduzione di politiche fiscali più eque potrebbe garantire un servizio sanitario migliore. Inoltre, come ha rimarcato Doveri, “è necessario investire nella formazione e nella motivazione dei professionisti della salute, creando incentivi per una maggiore equità e qualità nelle prestazioni sanitarie”.

Il dibattito ha anche sottolineato l’importanza di una maggiore partecipazione dei cittadini al sistema sanitario, non solo attraverso il finanziamento, ma anche in termini di consapevolezza e impegno. Solo attraverso un modello che combini solidarietà, innovazione e sostenibilità sarà possibile migliorare il servizio sanitario, mantenendo alta la qualità delle cure e l’accesso per tutti.

Il confronto, pur nelle sue diversità, ha dimostrato che ogni sistema ha molto da offrire, ma necessita di un continuo processo di adattamento alle nuove esigenze sociali, economiche e demografiche. La sfida resta quella di garantire a tutti i cittadini cure di qualità, sostenibili nel tempo, e con una equa distribuzione delle risorse.

pi.mi.





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