Infermiere indagato per le morti sospette all’ospedale di Argenta: accertamenti sulla laurea in Romania

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Davide Soattin

Ai raggi X il curriculum dell’uomo: due gli anziani ospiti deceduti, i sospetti sul farmaco somministrato ad entrambi

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Si scava nel passato del 42enne infermiere Ausl indagato per duplice omicidio volontario aggravato e maltrattamenti aggravati nel fascicolo aperto dalla Procura dopo le due morti sospette avvenute – lo scorso settembre – dentro al reparto di Lungodegenza Post Acuzie Geriatrica Riabilitativa dell’ospedale Mazzolani-Vandini di Argenta, in provincia di Ferrara. Dietro il coordinamento della pm Barbara Cavallo infatti, in queste ore, i carabinieri del Nucleo Investigativo stanno svolgendo accertamenti sul curriculum professionale del 42enne con particolare riferimento alla laurea in Scienze Infermieristiche che l’uomo aveva conseguito in Romania, diventando infermiere dopo un periodo di attività lavorativa come operatore socio-sanitario. 

A ciò si aggiungono anche le verifiche sulle sue esperienze lavorative pregresse, dal momento che, prima di prendere servizio nel Ferrarese, aveva svolto attività in altre due strutture ospedaliere in Emilia-Romagna e Toscana. Il sospetto degli inquirenti è che il 42enne abbia usato sui pazienti in maniera inidonea un farmaco appartenente alla famiglia delle benzodiazepine, il Midazolam. Si tratta di un medicinale molto forte, utilizzabile solamente sotto prescrizione medica per via delle sue proprietà ipnotico sedative e che, se venisse assunto in grandi dosi oppure in combinazione con altri farmaci, potrebbe portare a una serie di gravi complicazioni, o addirittura la morte di chi ne fa uso. 




















































Un’ipotesi investigativa che, comunque, dovrà essere confermata dai risultati degli accertamenti medico-legali disposti dalla Procura, vale a dire le due autopsie sui corpi delle vittime, la 90enne Floriana Veronesi e l’82enne Antonio Rivola, oltre che gli esami del capello sulla cinquantina di pazienti tra i 70 e i 90 anni – tutti ancora vivi – che, tra luglio e ottobre scorso, sono stati ricoverati nel reparto del nosocomio argentano. I decessi di Rivola e Veronesi, avvenuti il 5 e 24 settembre scorsi, avevano dato il là per aprire il fascicolo di inchiesta. Secondo quanto ricostruito fino a oggi, la 90enne era stata ricoverata in Medicina a seguito di un’infezione in estate, poi le sue condizioni erano migliorate e la famiglia stava attendendo di poterla accogliere a casa, ma successivamente era stata trasferita per un periodo nel reparto di Lungodegenza, dove i familiari avevano notato un peggioramento in particolare dal punto di vista cognitivo. Durante quel periodo l’anziana avrebbe inoltre contratto anche il Covid. In entrambi i casi, le diagnosi di morte comunque non avevano inizialmente destato sospetti, tanto che per il 27 settembre erano stati fissati i funerali. Uno la mattina, l’altro nel pomeriggio. 

Poi però, la segnalazione dell’Ausl agli inquirenti aveva fatto partire le indagini. Lo scorso 14 ottobre i carabinieri avevano effettuato il blitz al Mazzolani-Vandini per acquisire le cartelle cliniche e dare seguito a quanto ‘denunciato’ da una collega del 42enne, insospettita dall’ammanco di un medicinale ‘pericoloso’ dalle dotazioni dell’ospedale. Attualmente, l’infermiere è iscritto – come forma di garanzia – nel registro degli indagati, senza applicare alcuna misura cautelare nei suoi confronti, mentre l’Ausl di Ferrara lo ha sospeso dal servizio.

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23 gennaio 2025 ( modifica il 23 gennaio 2025 | 11:49)

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