SOLO UNITI SI VINCE, MA GUARDANDO AL FUTURO CON OBIETTIVI E VINCOLI CHIARI

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Pietro Ichino, uno dei più illuminati giuslavoristi del panorama italiano, personalità poliedrica per vocazione, sostiene che storicamente il declino della cosiddetta “concertazione” tra governo e sindacati abbia avuto inizio quando il fronte sindacale confederale si spaccò al cospetto dell’accordo proposto nel 2001 dal Governo allora in carica. L’effetto positivo di ciò fu il ruolo recitato dai sindacati non massimalisti nell’accordo con il Governo stesso, il quale consentì di gettare le basi per l’emanazione delle successive riforme del mondo del lavoro.

La spaccatura anzidetta rese chiaro – continua lo stesso Ichino – che la concertazione potesse avere un senso solo quando ci fosse piena condivisione tra il Governo e le associazioni sindacali…..circa gli obiettivi da raggiungere e i vincoli da rispettare in quanto in assenza di un fronte sindacale unito la necessità di consenso di tutti “significherebbe soltanto attribuire a una parte delle associazioni sindacali…..un potere di veto, che non gioverebbe certo alla necessaria incisività ed efficacia dell’azione del Governo”.

Le riflessioni di Ichino possono certamente offrire spunto per riesaminare le tormentate vicende della dirigenza scolastica, sulla quale grava anche il peso derivante – oltre che dalla frammentazione sindacale – dalla scuola comunemente intesa come organizzazione a legami deboli. Condizione perpetuata, come sottolineato a più riprese da DIRIGENTISCUOLA, dalla mancanza di un sempre più necessario solido middle management e dall’urgenza di riformare gli Organi collegiali.

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In riferimento al panorama sindacale che gravita intorno alla dirigenza scolastica, è di tutta evidenza che allo stato si è lontanissimi dalla convergenza (sindacale) sugli obiettivi da raggiungere e sui vincoli da rispettare, poiché nella rappresentanza ai tavoli sindacali la categoria, continuando ad autoinfliggersi il castigo che deriva della mancata elaborazione del lutto per la propria originaria provenienza, finisce con il sostenere – continuando a mantenere delega a sindacati lontani dai dirigenti scolastici – interessi totalmente contrapposti ai propri!

Ma in definitiva contrapposti anche al cambiamento della stessa scuola italiana!

DIRIGENTISCUOLA ha lottato – praticamente nel completo isolamento – per la valutazione della dirigenza scolastica. Lotterà, come nel suo dna costitutivo, per la prossima perequazione retributiva, ma come associazione sindacale rappresentativa osserva ancora oggi una categoria dirigenziale che non ha chiaro chi possa realmente tutelare il proprio interesse.

Proprio in tema di tutela di interessi, è di questi ultimi giorni la presa posizione dell’Associazione Nazionale Magistrati contro la separazione delle carriere all’interno della magistratura. Una presa di posizione netta, nel cui merito in questa sede non vogliamo entrare, se non per ricordarne la completa contrapposizione al disegno governativo.

Partendo dalle considerazioni di Ichino sugli esiti storicamente più recenti delle contrapposizioni governo-sindacati, noi di DIRIGENTISCUOLA siamo convinti che nel tempo in cui viviamo oggi una lotta così radicale come quella di ANM molto difficilmente potrà incidere su un disegno governativo che dichiara la finalità di voler migliorare il funzionamento della giustizia.

Più ci interessa, in ogni caso, cosa significhi essere rappresentati, praticamente in modo totale, da un’unica associazione, alla quale sono iscritti oltre il 90% dei quasi 10.000 magistrati italiani: infatti l’ANM, pur vivendo al proprio interno di anime diverse (di sinistra, di centro e di destra), è in grado di esprimere, con compattezza, posizioni unitarie.

Per spiegare ciò torna utile ricordare i primi tre punti dell’articolo 2 dello statuto dell’ANM, i quali prevedono i seguenti scopi:

  1. dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali;
  2. propugnare l’attuazione di un Ordinamento Giudiziario che realizzi l’organizzazione autonoma della magistratura in conformità delle esigenze dello Stato di diritto in un regime democratico;
  3. tutelare gli interessi morali ed economici dei magistrati, il prestigio ed il rispetto della funzione giudiziaria.

 

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Ma, a questo punto, non possiamo non ricordare anche i primi quattro punti dell’articolo 2 dello statuto di DIRIGENTISCUOLA, i quali prevedono le seguenti finalità:

  1. assumere la rappresentanza sindacale della categoria in ogni sede e ad ogni livello;
  2. tutelarne gli interessi e il prestigio professionale;
  3. promuovere iniziative atte a migliorarne la professionalità e la funzionalità delle scuole della Repubblica;
  4. porsi come interlocutore privilegiato nelle proposte di politica scolastica e formativa.

 

È evidente l’analogia delle finalità istituzionali delle due associazioni rappresentative, con la differenza determinante che i magistrati hanno potuto compattarsi agevolmente, avendo trovato identità unitaria grazie soprattutto alle guarentigie del disegno costituzionale, sì da potersi naturalmente riconoscere in modo praticamente totalitario nell’ANM.

D’altro canto, la storia – e il coraggio – di DIRIGENTISCUOLA le permettono oggi di proporsi come unico credibile rappresentante dei dirigenti scolastici, principalmente per tre ordini di motivi:

  • è l’unica associazione sindacale di soli dirigenti scolastici;
  • è consapevole che il momento storico richiede una reinterpretazione dei principi fondativi della convivenza e del lavoro, ma non alla luce di una oramai vetusta – e inefficace – onnipotenza della legge, bensì sulla base del confronto con l’Amministrazione scolastica nei momenti di contrattazione collettiva;
  • non crede che le battaglie vadano fatte conservando lo status quo ma, viceversa, guardando all’innovazione e al cambiamento avendo chiari gli obiettivi e i vincoli da rispettare.

 

Nessun altro sindacato che sostiene di poter rappresentare i dirigenti scolastici italiani possiede, nel panorama odierno, tali caratteristiche.

Se da un lato corrisponde a verità che in un sistema a forte appartenenza identitaria come quello giudiziario è stato automatico addivenire ad un’unica forza rappresentativa della categoria, completamente opposta si è sempre presentata la condizione dei dirigenti scolastici, i quali non solo non possono ovviamente contare su un rilievo costituzionale assimilabile, ma neanche sulla piena attuazione delle norme di legge vigenti da anni che li riguardano.

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DIRIGENTISCUOLA chiede alla categoria di riconoscersi tale, conferendogli delega sindacale al fine di poter lottare per il pieno riconoscimento delle prerogative e delle responsabilità dei dirigenti scolastici, con l’obiettivo – in prospettiva – di tendere verso un modello solido e unitario come quello rappresentato dall’Associazione Nazionale Magistrati, ma diverso da quest’ultimo nella capacità di adattamento e nella flessibilità delle posizioni da rivendicare.

 

 

 

 

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