una direttiva europea minaccia le loro attività

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L’allerta lanciata dagli allevatori amatoriali italiani è di grande rilevanza. La recente direttiva europea, se non interpretata correttamente in Italia, potrebbe mettere a rischio le loro pratiche, con effetti devastanti per il settore. Gli allevatori temono che l’applicazione di questa norma possa concentrare il mercato nelle mani di pochi grandi produttori commerciali, escludendo la maggior parte di chi si dedica a questa passione in modo non professionale, ovvero l’80% degli allevatori nel Paese.

La necessità di una legge nazionale chiara

La richiesta di una legge nazionale specifica è al centro delle preoccupazioni degli allevatori. Attualmente, il quadro normativo è caratterizzato da una frammentazione che causa confusione tra gli operatori del settore. Questa situazione non solo rende difficile il rispetto delle normative esistenti, ma apre anche la strada all’allevamento illegale e alla vendita di cuccioli non idonei alla salute.

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Secondo gli allevatori, una legge quadro stabilirebbe parametri chiari e condivisi, permettendo di:

  • Proteggere il benessere animale: garantendo che gli standard di qualità per l’allevamento e la riproduzione siano sempre rispettati.

  • Contrastare l’allevamento illegale: un quadro normativo solido aiuterebbe a fermare il traffico di cuccioli malati o non socializzati, frequentemente provenienti da strutture intensive dove la salute degli animali non è una priorità.

  • Mantenere la biodiversità delle razze canine: supportando chi opera nella selezione e nella conservazione delle razze, fondamentali per preservarne le caratteristiche uniche e gli standard di qualità.

Questa richiesta è vista non solo come una protezione per il settore amatoriale, ma anche come un passo verso un miglioramento generale delle condizioni di vita e salute degli animali coinvolti.

Le problematiche del decreto legge 134/2022

La preoccupazione principale risiede nel Decreto Legge 134/2022, atto che rappresenta la trasposizione della direttiva europea. Questo decreto introduce nuove definizioni e requisiti operativi che potrebbero risultare penalizzanti per un gran numero di allevatori amatoriali. La rigidità delle nuove norme potrebbe, infatti, portare alla chiusura di tante piccole realtà, portando con sé ripercussioni negative sulla biodiversità canina e sul benessere degli animali stessi.

Gli allevatori amatoriali, già in numero ridotto, si sentono vulnerabili di fronte a un sistema che sembra privilegiare solo le attività più grandi e strutturate. Ogni piccolo allevamento ha il potenziale per contribuire alla diversità razziale e alla salute complessiva del patrimonio cinofilo italiano e, se schiacciato dalle normative, ciò andrebbe a discapito tanto degli animali quanto della passione che questi allevatori portano avanti nel tempo.

Il ruolo cruciale degli allevatori amatoriali

Nel contesto di un settore cinofilo che si evolve rapidamente, gli allevatori amatoriali mantengono una posizione fondamentale. Non sono solo custodi di razze nei loro aspetti tradizionali, ma anche professionisti che dedicano il loro tempo e le loro risorse a garantire che i cani vivano in un ambiente favorevole e salutare. La loro dedizione si traduce in pratiche consapevoli che contribuiscono alla salute e alla felicità degli animali.

Questi allevatori, spesso spinti da una passione per gli animali, conoscono a fondo le necessità delle diverse razze con cui lavorano, portando avanti tradizioni che possono risalire a generazioni. La loro esperienza e il loro impegno rappresentano una risorsa preziosa, che non può essere sottovalutata.

Pressione sul governo per una revisione delle normative

Alla luce delle situazioni attuali, gli allevatori rivolgono un appello chiaro al governo. Richiedono un intervento tempestivo per rivedere e modificare le leggi che riguardano l’allevamento, con l’intento di prettamente garantire la protezione degli animali. È fondamentale aprire un tavolo di discussione che coinvolga tutti gli attori del settore, al fine di elaborare un’

Ultimo aggiornamento il 23 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina

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