Due regioni, quattro province e 33 comuni insieme per recuperare un bene collettivo: le Antiche Vie del Sale, storiche rotte commerciali che dalle coste del Ponente Ligure raggiungevano il Piemonte. Un patrimonio storico-ambientale che si sta mappando e promuovendo grazie a un portale, anticheviedelsale.eu.
“L’idea di censire questi sentieri”, spiega Alessandro Navone, presidente dell’Associazione Antiche Vie del Sale, “nasce dall’esigenza di proteggere una ricchezza in parte a rischio, perché alcuni tracciati sono stati asfaltati e altri sono dismessi, di riconnettere costa ed entroterra e di raccontare storia e anima del nostro territorio. Camminare lungo queste stradine in pietra segnate dal passaggio di carri e animali, passare su piccoli ponti dall’architettura quasi eroica è una vera emozione, un modo per vivere il passato”.
Emozione che i visitatori possono condividere tramite le esperienze proposte dal portale: degustazioni di vini, assaggi di prodotti del territorio e della cucina locale, trekking guidati a piedi e in bicicletta e persino camminate in mare con muta e scarpette da scoglio.
Proprio dalla costa, dai moli di Albenga, Alassio, Laigueglia, Imperia cominciava il viaggio di sale e acciughe che attraversavano le valli Neva, Lerrone, Impero, Arroscia, raggiungevano il basso Piemonte e venivano scambiati con farina, riso, mais.
Valli dal sapore antico, dove la costa diventa subito montagna, il paesaggio si fa aspro e selvaggio, i borghi se ne stanno raccolti sulle alture, hanno strade tortuose e ripide e sono avari di abitanti.
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Bastia d’Albenga e la cantina BioVio
“Quando Bastia ha cominciato a spopolarsi, riempiendosi di case abbandonate, abbiamo deciso che volevamo vederle rivivere: le abbiamo comprate e trasformate in un albergo diffuso”, racconta Caterina Vio, che con le sorelle Camilla e Carolina gestisce BioVio, azienda agricola biologica nel borgo alle porte di Albenga.
“La nostra attività principale rimane comunque la produzione di erbe aromatiche, olio e vini. Abbiamo recuperato un vitigno poco valorizzato come il Pigato, che ora è il nostro fiore all’occhiello”. Pluripremiato, il Pigato doc di BioVio è declinato in diverse versioni: macerato, di vendemmia tardiva, senza solfiti, passito. E affiancato da altri vini della zona come granaccia, rossese e vermentino.
“Li facciamo assaggiare in cantina accompagnati dai prodotti del territorio: la torta verde, il formaggio di pecora brigasca, le verdure ripiene. Magari dopo una visita ai vigneti”. Ci si può anche fermare a cena all’OrtOsteria René, dove la più giovane delle sorelle Vio, Carolina, utilizza i prodotti dell’orto di casa per preparare piatti della cucina contadina tradizionale, come l’insalatina di carciofo crudo di Albenga, le verdure di stagione in pastella, il brasato cotto sulla stufa a legna.
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La Val Neva
Da Bastia si allungano la Val Neva e la Val Pennavaire, che risalgono fino alle creste del monte Galero, toccando paesini piccoli e preziosi. Il borgo fortificato di Cisano sul Neva conserva l’originale pianta quadrangolare con i resti di alcuni tratti di mura composti da ciottoli di fiume e le quattro torri agli angoli dell’abitato.
Qui ai Vivai Montina si impara a preparare il sale del viandante, un mix di piante aromatiche, sale grosso e bucce di agrumi pestato al mortaio, simile a quello che viaggiava ai tempi sulle Vie del Sale. “Siamo un vivaio storico”, racconta Virginia Montina, “recuperiamo frutti antichi e dimenticati con l’intento di salvaguardare la straordinaria biodiversità di questo territorio. Perciò insieme al sale aromatizzato facciamo assaggiare marmellate e confetture di varietà rare come il gelso, la mela ciapeletta (caramella), il nespolo invernale”.
Da Cisano la valle si restringe e sale fino a Zuccarello e Castelvecchio di Rocca Barbena, minuscoli paesi nella lista dei Borghi più belli d’Italia, per scavallare poi in Piemonte. Il primo conserva l’impianto lineare e fortificato che aveva quando nacque nel 1248: ha un’unica strada ornata di portici che collega due porte turrite ed è dominata dalle rovine di un castello.
Castelvecchio è il più antico centro feudale della Val Neva. Un labirinto di caruggi, tetti ripidi, essiccatoi, facciate dalle finestre decorate che abbracciano un castello del XII secolo. “Tra Zuccarello ed Erli c’è uno dei tratti più belli delle Vie del Sale, scandito da ponti d’epoca romana utilizzati per il controllo delle merci in transito. Vale la pena prenotare un trekking con una guida per farsi raccontare storia e curiosità di questi luoghi”, consiglia Alessandro Navone.
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Tra la Val Lerrone e la Bassa Valle Arroscia
Si parte sempre da Albenga per imboccare la Val Lerrone. Più dolce e sinuosa, ricca di uliveti e castagneti, punteggiata di piccoli borghi rurali, castelli e chiese. Il centro più celebre è Garlenda, famosa soprattutto per il campo da golf a 18 buche, disegnato dagli americani John Morrison e John Harris senza modificare le caratteristiche del paesaggio, e per il Museo della Fiat 500 Dante Giacosa.
Quasi parallela alla Val Lerrone si allunga la Bassa Valle Arroscia, che sale dolce per il primo tratto. Proprio alle porte della vallata, a Ortovero, la Cantina Durin, della famiglia Oliveri, è uno dei simboli del territorio. I vigneti sono divisi in piccoli appezzamenti, in zone tanto impervie che i suoi vini si sono guadagnati l’appellativo di estremi.
“I nostri tre spumanti Basura sono assolutamente unici”, dice Laura Oliveri. “Sono affinati nelle grotte di Toirano, un complesso carsico dalle importanti valenze archeologiche. Oltre a essere un’attrazione turistica, le grotte sono una cantina perfetta: umidità al 90 per cento, temperatura costante, ambiente buio e privo di vibrazioni”.
Risalendo la valle si toccano Ranzo e, fuori dall’abitato, la chiesa di San Pantaleo, frutto di diverse fasi edilizie, la più antica dell’XI secolo, che conserva affreschi quattrocenteschi e portali scolpiti dagli artigiani di Cènova, frazione del comune di Rezzo.
Poco oltre, Borghetto d’Arroscia vanta una parrocchiale barocca e un bel ponte a schiena d’asino, mentre Vessalico è celebre per l’aglio, delicato e leggermente piccante, presidio Slow Food. La vicina Pieve di Teco mantiene, quasi integro, l’impianto medioevale e alcuni monumenti di pregio, dai portici quattrocenteschi di corso Ponzoni alla settecentesca collegiata di San Giovanni Battista, passando per l’ottocentesco teatro Salvini, fra i più piccoli d’Italia: a ferro di cavallo, ha un palco di 43 metri quadrati e 90 posti in platea. L’ex convento delle agostiniane ospita la Mostra permanente delle maschere di Ubaga, firmate da grandi artisti quali Enrico Baj, Pietro Cascella, Lele Luzzati, Lucio Del Pezzo.
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L’agrifermenteria Cornus
A una manciata di chilometri, nella piccola valle di Rezzo, vicino al santuario di Nostra Signora del Sepolcro, una giovane coppia, Roberto Martini e Giulia Zappa, ha trasformato un vecchio agriturismo nell’agrifermenteria Cornus. “Alleviamo capre e mucche di razze quasi estinte in un territorio ancora vergine”, spiega Martini.
“Utilizziamo esclusivamente il latte dei nostri animali e le verdure del nostro orto; i fermenti spontanei con cui lavoriamo permettono di modificare le materie prime senza alterarne la qualità. E l’apicoltura ci aiuta a preservare la biodiversità”. Il risultato è un agriturismo sui generis: a impatto ambientale quasi zero, produce miele, carni, ortaggi e formaggi unici come il Misto Rogante, metà capra metà vacca, a crosta lavata, o il 52, di solo latte di mucca cabannina (presidio Slow Food), cotto a 52 gradi e stagionato due anni. Prodotti che si possono acquistare, ma anche gustare sul posto nel weekend.
Le fioriture dell’Alta Valle Arroscia
Dopo Pieve di Teco si entra nell’Alta Valle Arroscia. Il paesaggio cambia, si fa brusco e selvatico, gremito di foreste e cascate, di salite impervie, panorami superbi, borghi minuscoli che si raccolgono attorno alla più alta vetta di Liguria, il monte Saccarello. “Sulle Alpi Liguri, alle spalle di Imperia, cresce la metà delle specie botaniche complesse d’Italia”, racconta la guida ambientale Marco Rosso. “In tarda primavera qui si possono vedere fioriture spettacolari come quella della conca di Monesi, la stazione di rododendri più estesa d’Europa”. Un tocco di bellezza nelle terre del sale.
Come arrivare
In auto: Le Vie del Sale si percorrono partendo dalle località costiere di Albenga, Laigueglia e Imperia, tutte raggiungibili con l’A10 Genova-Savona-Ventimiglia e prendendo le rispettive uscite (per Laigueglia si esce ad Albenga). Da Albenga si risalgono la Val Neva, la Val Pennavaire e la Valle Arroscia, da Imperia la Valle Impero e la Valle Arroscia.
Dove dormire
1 Agriturismo Gli Angeli
Monolocali e bilocali con terrazza all’interno di un’azienda che produce olio extravergine e piante aromatiche. Vale la pena di sfruttare il rifugio con area barbecue, riservato agli ospiti, all’interno del Bosco degli Angeli, a una decina di minuti a piedi dall’agriturismo.
Indirizzo: via Siccardi 58, Cisano sul Neva (Sv) Tel. 339.33.06.996 Web: gliangeliagriturismo.it Prezzi: monolocali da 75 a 130 € a notte per due persone, soggiorno minimo due notti
2 Da Gin
Nata come osteria per carrettieri e viandanti ai primi del Novecento, oggi Da Gin offre otto camere che portano i nomi delle antenate di famiglia. Prenotare la stanza Carlotta. con mobili d’antan e una bella vista sulla Val Pennavaire. Al ristorante: ingredienti a chilometro zero e piatti innovativi.
Indirizzo: via Pennavaire 99, Castelbianco (Sv) Tel. 0182.77.001 Web: dagin.it Prezzi: doppia da 80 a 100 €
3 Ca’ de Bací Du Mattu
Una casa in legno e pietra con quattro posti letto nel paesino di Mendatica. Il proprietario, Piero Pelassi, produce con metodi biologici, nell’omonima azienda di famiglia, patate di montagna, fagioli bianchi di Mendatica, aglio di Vessalico.
Indirizzo: via Mazzini 50, Mendatica (Im) Tel. 347.89.31.215 Web: agriturismobacidumattu.it Prezzi: appartamento da 70 a 85 €
4 Relais Del Maro
Albergo diffuso nel paesino di Borgomaro in Valle Impero. Ha 14 camere in tre edifici storici che conservano il sapore di un tempo. Prenotare la 11, con letto a baldacchino, pavimenti in legno, soffitto a cassettoni. Colazione a base di prodotti tipici liguri.
Indirizzo: via Guglieri 1, Borgomaro (Im) Tel. 0183.54.350 Web: relaisdelmaro.it Prezzi: doppia b&b da 100 a 190 €
Dove mangiare
5 Antica Osteria La Sosta
Nel cuore di Laigueglia, un locale dagli arredi marinari che offre una cucina del territorio. Provare il tortino di asparagi violetti di Albenga con crema di toma di Mendatica.
Indirizzo: via alla Chiesa 6, Laigueglia (Sv) Tel. 0182.48.01.95 Web: lasostalaigueglia.it Prezzo medio: 40 €
6 Il Gallo della Checca
Cucina rivisitata che punta su piatti originali come il Royal di Gallo, una sorta di cappon magro dove il pesce è sostituito dal petto di gallo al fumo di legno d’olivo. Carta molto ricca di vini. Sosta d’obbligo al negozio che affianca il ristorante e offre prodotti tipici locali insieme alle paste fatte dallo chef.
Indirizzo: Borgo Ponterotto 31/B, Ranzo (Im) Tel. 0183.31.81.97 Web ilgallodellacheccaranzo.it Prezzo medio: 65 €
7 Agrilocanda Cornus al Santuario
Caseificio e agrifermenteria, questo singolare agriturismo accoglie gli ospiti anche a tavola durante i fine settimana. Il menu è fisso, ma cambia ogni settimana, la prenotazione d’obbligo.
Indirizzo: via al Santuario, Rezzo (Im) Tel. 389.91.12.851; 366.20.56.896 Web: cor-nus.com Prezzo medio: 35 €
8 Osteria del Rododendro
Nel cuore della Valle Arroscia, un locale che offre la cucina tradizionale di questa zona di confine tra le province di Imperia e Cuneo. Da provare i formaggi locali, i porri e le raviore, i tortelli farciti con erbe spontanee crude.
Indirizzo: via IV Novembre 4, Montegrosso Pian Latte (Im) Tel. 0183.75.25.30 Prezzo medio: 30 €
9 Cadò
Qui si assaggiano le specialità della cucina bianca come il crostone di pane casereccio con brusso (formaggio fermentato), la toma d’alpeggio con composta di cipolla, uvetta e lavanda e le turle in salsa noci. Se il clima lo consente è d’obbligo prenotare un tavolo in terrazza con vista su tutta la valle.
Indirizzo: via Cavour 5, Cosio d’Arroscia (Im) Tel. 335.64.37.766 Prezzo medio: 30 €
10 Babette
Si mangia in spiaggia, proprio di fronte all’isola Gallinara, con il mare a pochi metri. Anche il menu proposto dallo chef Flavio Bonavia è un inno al Mediterraneo, con un occhio all’orto: scrigno di acciughe con confit di cipolla rossa, finocchi croccanti e gocce di salsa ai ricci di mare, tagliatelle alle borragini con salsa di carciofi e filetti di triglie.
Indirizzo: via Michelangelo 17, Albenga (Sv) Tel. 0182.54.45.56 Web: ristorantebabette.net Prezzo medio: 50 €
11 BioVio
A gestione familiare, l’azienda produce vini, olio extravergine di oliva, ortaggi ed erbe aromatiche. All’interno, su prenotazione, si cena all’OrtOsteria Renè, dove Carolina Vio prepara piatti della tradizione con i prodotti dell’orto. C’è anche un piccolo albergo diffuso. Visite guidate ai vigneti con degustazioni in cantina.
Indirizzo: via Crociata 24, Bastia d’Albenga (Sv) Tel. 335.72.76.148; 335.13.61.851 Web: biovio.it Prezzo medio: 70 €, degustazioni da 30 a 40 € (4 o 8 vini)
Cosa comprare
12 Azienda vinicola Durin
Vini estremi e spumanti affinati nelle grotte di Toirano.
Indirizzo: via Roma 202, Ortovero (Sv) Tel. 0182.54.70.07 Web: durin.it Degustazioni: da 25 €.
13 Vivai Montina
Storici vivai che dal 1936 ricercano e recuperano le varietà di frutti antichi del territorio, da ammirare in una collezione in cera e si degustano al naturale e in confetture. Si può partecipare a un laboratorio per produrre e assaggiare il sale del viandante.
Indirizzo: via Nuova 15, Cisano sul Neva (Sv) Tel. 0182.59.50.33 Web: vivaimontina.it Prezzi: degustazioni di frutti antichi 18 €; del sale 25 €
14 La Baita Azienda Agricola
Nel minuscolo borgo di Gazzo, un’azienda biologica che produce olio extravergione di oliva, olive taggiasche e conserve.
Indirizzo: frazione Gazzo, Borghetto d’Arroscia (Im) Tel. 0183.31.083 Web: labaitagazzo.com
Altre informazioni sulle Antiche Vie del Sale: anticheviedelsale.eu; lamialiguria.it
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