DIRETTA VIDEO – Vendee Day 75 Jeremie Beyou quarto, Paul Meilhat quinto (entrambi sotto al record) – Saily.it

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DALLA NOTTE BUIA E VENTOSA AL MATTINO DI FESTA – Era uno dei favoriti per la vittoria, ha perso il primo (clamoroso) treno meteo nella discesa atlantica che ha lanciato la fuga dei primi. Ma la sua barca Charal si è confermata tra le migliori della flotta e lui non ha mollato mai. In arrivo Paul Meilhat (Biotherm). Giancarlo Pedote riprende anche Damien Seguin, che finale! – TRACKING

DIRETTA E REPLAY ARRIVI DEL 4° E 5°

Esce sollevato e felice da una notte buia e ventosa al largo di Les Sables d’Olonne, Jérémie Beyou, per tagliare il traguardo del suo quinto Vendée Globe (secondo solo a Jean Le Cam per numero di partecipazioni) venerdi 24 gennaio mattina (si fa per dire: poco dopo la mezzanote) alle 00:58 (UTC) per conquistare il quarto posto nella flotta record di 40 partenti. Il tempo totale per il 48enne skipper di Charal è di 74 giorni, 12 ore, 56 minuti e 54 secondi: 9 giorni e 17 ore dietro il vincitore della gara Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance), ma pur sempre davanti al record del 2016 di Le Cleac’h di 76 giorni.

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VIDEO: L’ARRIVO NOTTURNO DI CHARAL E BEYOU A LES SABLES!

Sebbene fosse considerato uno dei favoriti, il quarto posto è comunque un risultato eccellente, conquistato molto duramente da Jeremie. Nella discesa lungo l’Atlantico con venti leggeri non è riuscito a entrare in partita con il gruppo di testa (quando i primi hanno agganciato l’ormai famosa depressione dei plurimi record sulle 24 ore per una cavalcata da Rio a Cape Town senza toccare una scotta) e poi non è mai riuscito a trovare un’opzione per riagganciare il trio di testa dall’Oceano Indiano in poi.

Il Big South ha continuato a baciare i leader con favori meteo, mentre Beyou si è trovato a lottare duramente alla guida di un gruppo molto ravvicinato con molti tra i suoi migliori e talentuosi che conosce bene e contro cui aveva gareggiato sin dai suoi giorni a La Soltaire du Figaro, che ha vinto tre volte.

Il quarto posto di Beyou oggi non è il risultato che stava cercando, ma in una flotta di barche e skipper straordinarie è assimilabile al miglior risultato della sua carriera al Vendée Globe: il terzo posto nel 2016-17 dietro al vincitore Armel Le Cléac’h e al secondo classificato Alex Thomson. Di sicuro questo VG esorcizza i fantasmi della sua gara del 2020, quattro anni fa dovette ripartire da Les Sables d’Olonne nove giorni dopo la partenza con un deficit di 2.700 miglia rispetto al leader dell’epoca, il britannico Alex Thomson, per poi concludere 13°. Fu considerata una grande prova di carattere: correre senza speranze, quasi solo per un principio.

Del resto il programma di Beyou è stato uno dei punti di riferimento del quadriennale: è stato costantemente sul podio da quando ha lanciato il suo progetto Sam Manuard ricco di innivazioni nel luglio 2022, classificandosi terzo nella Route du Rhum, quarto nella Transat Jacques Vabre, secondo nel Retour à La Base e terzo nel New York Vendée all’inizio dell’estate scorsa.

Ha regatato per molte miglia testa a testa con Nicolas Lunven, a poche miglia di distanza e spesso in vista, nell’Oceano Antartico prima che Beyou si portasse in vantaggio con un buon Atlantico del Sud. Negli alisei ha poi combattuto testa a testa con il britannico Sam Goodchild (Vulnerable 1) per oltre una settimana finché l’inglese non ha strappato la randa e si è arreso (adesso è al 9° posto e difende con i denti un posto nella top-10).

VIDEO: IL RECAP DEL GIRO DI CHARAL

Prossimo arrivo sarà quello di Paul Meilhat (Biotherm), che ieri ha parlato di prudenza: “Penso di avere un po’ di margine ma non ho intenzione di rallentare perché bastano 4-5 ore senza vento e il tuo vantaggio si scioglie come neve al sole. Sto davvero cercando di sfruttare tutto ciò che posso. Non so quanto tempo è passato dall’ultima volta che ho dormito. Questa è la natura umana, ma sono concentrato sul vento. Evito di guardare troppo indietro. Gli altri non sono nello stesso sistema. Non voglio rilassarmi. Il vento arriva a raffiche. Ho comunque attraversato la rotta delle navi cargo due volte di seguito. Non riesco nemmeno ad addormentarmi. Non ho più il radar, non ho più Oscar e solo una piccola antenna che significa che posso vedere le navi cargo quando sono a due miglia di distanza. Non dobbiamo abbassare la guardia. Il mio pilota mi fa qualche brutto scherzo di tanto in tanto, sono all’erta, ma va bene. Le barche sono logore e ci sono cose veramente vicine al limite di tenuta.”

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Dopp Meilhat (al momento di scrivere queste note è a 50 miglia dal traguardo) al quinto posto, in rapida successione domani pomeriggio sono attesi Nico Lunven (Holcim-PRB), quindi una volata tra Justine Mettraux (TeamWork-Team Snef) e Thomas Ruyant (Vulnerable 2) a capo Finisterre, con la skipper svizzera che potrebbe arrivare settima al suo primo Vendée Globe in assoluto, la cui conclusione è prevista tra le 23:00 UTC e le 04:00 di sabato mattina.

IN ARRIVO UN’ALTRA TEMPESTA, ECCO CHI COLPIRA’ – Dopo di loro è prevista l’arrivo di una nuova grande bassa pressione veloce ma intensa, che genererà venti a 50 o 60 nodi e mare grosso. Benjamin Dutreux (Guyot Environnement-Water Family), Clarisse Crémer (L’Occitaine en Provence) e Sam Davies (Initiatives Coeur) dovrebbero superarlo, ma per lo skipper britannico i tempi restano molto stretti. Con il suo rivale più vicino a quasi 1000 miglia dietro, il tedesco Boris Herrmann (Malizia Seaexplorer) può permettersi di rallentare per evitare l’enorme sistema.

GIANCARLO PEDOTE: ADESSO IL 15° POSTO NON E’ PIU’ UN TABU’ – Giancarlo e Prysmian superato l’Equatore sono negli alisei e finalmente hanno trovato una scia lunga e diritta. La media parla in favore dello skipper italiano, che è al 18° posto, ma vede avvicinarsi le barche davanti: Isabelle Joschke (MACSF), Benjamin Ferré (Monnoyeur Duo for a Job) e lo stesso Damien Seguin (Groupe Apicil), sono a meno di 100 miglia da Giancarlo. Davanti hanno ancora un po’ di alisei stabili al traverso, e poi una serie di scelte delicate che potrebbero essere decisive, tra alta pressione che sbarra la strada e sistemi depressionari dell’Atlantico del Nord.

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