Il passaggio generazionale delle aziende tra relazioni e conflitti

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Articolo tratto dal numero di gennaio 2025 di Forbes Small Giants. Abbonati!

A cura di Luca Brambilla, direttore dell’Accademia di Comunicazione Strategica

Si stima che in Italia otto imprese su dieci siano a conduzione familiare. Oltre a evidenziare la crucialità dei family business per l’economia del nostro Paese, questo dato pone l’attenzione su un momento di transizione al quale andrà fisiologicamente incontro ognuna di queste realtà: il passaggio generazionale. Benché naturale, si tratta di un evento particolarmente delicato, capace di generare conflitti interni dalle ripercussioni, anche disastrose, sull’intera organizzazione: perdita di risorse economiche, di posti di lavoro, dispersione di quel patrimonio intangibile di valori, competenze e cultura faticosamente costruito negli anni sono tutte derive di un passaggio generazionale mal gestito. Risulta dunque determinante adottare le corrette strategie affinché questa rimodulazione interna non impatti negativamente, diventando addirittura un’opportunità di arricchimento grazie alla contaminazione tra differenti conoscenze e visioni. 

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Le difficoltà del passaggio generazionale

Risulta in questo senso preoccupante il dato emerso da uno studio della Business Family Alliance, che evidenzia che solo il 30% delle imprese familiari sopravvive con la seconda generazione, il 12% con la terza e solo il 3% continua a operare oltre la quarta. L’interruzione di questo ciclo di trasmissione può derivare da svariati fattori, molti dei quali afferenti a divergenze interne, incomprensioni o difficoltà nel trovare accordi condivisi.

Se è vero che non esiste una ricetta universale per governare un processo così complesso, lo è altrettanto che la capacità di rafforzare e mantenere le relazioni, di prevenire qualsivoglia conflitto, rappresenta un ingrediente indispensabile. Saper comunicare, collaborare, porre domande, ascoltare, andare oltre il proprio ego sono qualità primarie in ogni ambiente professionale: data la complessità del contesto odierno, la creazione di alleanze relazionali rappresenta la chiave di volta per raggiungere gli obiettivi. Ciò è ancor più evidente all’interno dei business familiari, nei quali la collaborazione apicale è spesso vincolata da rapporti di parentela. 

L’importanza della comunicazione strategica

Per supportare gli imprenditori nella gestione di queste dinamiche interpersonali esiste una materia, la comunicazione strategica, che io stesso ho illustrato nel volume Comunicazione Strategica – Un nuovo approccio alle relazioni, insegnata in un numero sempre crescente di università e business school, oltre che ovviamente in ambito corporate dove, in esclusivi percorsi di formazione one to one, sono gli stessi protagonisti dei passaggi generazionali ad avere l’opportunità di apprenderla sperimentandone i benefici. È, quest’ultima, una formazione sartoriale, disegnata e cucita sulle esigenze di chi la sceglie, nella quale emergono le sfide che spesso e volentieri accomunano i partecipanti. Si tratta di un nuovo approccio strutturato alla comunicazione che fornisce metodologie, strategie e tecniche per costruire relazioni di valore e prendere decisioni anti-bias, ovvero scevre da quegli errori di ragionamento che frequentemente viziano la capacità di giudizio aumentando il rischio di conflittualità.

Questo articolo apre un ciclo di interviste che mostreranno l’applicazione di questo modello su casi reali, portando le testimonianze in prima persona di coloro che hanno vissuto le sfidanti vicissitudini tipiche dei passaggi generazionali. Un format giunto alla seconda edizione che ha già condiviso le stimolanti storie di imprenditori come i fratelli Anghileri (Eusider Group), i fratelli Preve (Riso Gallo), i fratelli Fanin (Cereal Docks) e Gian Domenico e Guglielmo Gennaro Auricchio (dell’omonima azienda). 

Sono spunti e suggestioni che rappresentano una valida occasione, per grandi e piccoli imprenditori, di ampliare le proprie conoscenze e prospettive attraverso il vissuto di realtà omologhe, per prendere ispirazione da modelli di gestione virtuosi e conoscere sia i possibili errori da evitare, sia i rischi da prevenire. L’invito è di non perdere l’opportunità di un affascinante viaggio nel cuore dell’imprenditoria italiana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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