Il Punto Coldiretti – Giornale di informazione per le imprese del sistema agroalimentare

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Si è aperto un nuovo anno di forte impegno della Coldiretti per l’agricoltura che segue un 2024 di grandi battaglie in Italia e nella Ue, con importanti risultati raggiunti. Ma l’azione continua in coerenza con la strategia della maggiore organizzazione europea degli agricoltori che è quella di seguire i problemi dei propri associati quotidianamente, con autorevolezza e competenza. Perché quello che conta sono i risultati di una interlocuzione costante con le istituzioni nazionali e internazionali. Un confronto che coinvolge il vertice nazionale e le strutture regionali e territoriali. Perché solo così la Coldiretti può muoversi sulla base dei due pilastri indicati dal segretario generale Vincenzo Gesmundo: coraggio e speranza. Con la speranza – ha spiegato – intesa come fare le cose bene per cambiare il corso degli eventi negativi. E molte situazioni pericolose sono state raddrizzate, con fatica e impegno vissuto ogni giorno. Ma non c’è tempo per fermarsi.

La situazione economica italiana fortemente condizionata dai conflitti in corso, dalle incertezze legate alla nuova amministrazione americana e dalle politiche green dell’Unione europea, impone di non abbassare la guardia. “Ed è quello che Coldiretti sta facendo” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si parte comunque dai traguardi raggiunti”. Le difficoltà finanziarie delle aziende hanno spinto Coldiretti a chiedere una moratoria dei debiti che non significa annullamento del debito, ma slittamento di 12 mesi delle rate del capitale. Agli agricoltori sono rimasti così da pagare solo gli interessi. Ma oltre al via libera dal governo italiano serviva anche l’approvazione di Bruxelles. Da qui l’importanza di presidiare gli uffici comunitari. E così dalla Commissione sono stati approvati moratoria e garanzie pubbliche. Ma Coldiretti ha seguito il provvedimento nella fase applicativa trattando con le banche e ottenendo che la richiesta di moratoria non comportasse l’automatica iscrizione nella centrale rischi. E ultimo atto è stata la proposta di moratoria anche per quest’anno con il decreto Milleproroghe. Un’altra questione calda è rappresentata dalle importazioni selvagge di prodotti agroalimentari  che non rispettano le stesse regole imposte a quelli europei e italiani. Epica la manifestazione al Brennero a cui hanno fatto seguito i blitz nei porti di Salerno e Bari dove sono stati scovati grandi quantitativi di pomodoro cinese e grano turco. Coldiretti ha rilanciato la richiesta di rivedere il Codice doganale e ha  intensificato la raccolta di firme per  rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine in etichetta per tutti i prodotti e in tutti i Paesi europei. E l’ultimo risultato scattato a inizio gennaio è stato per la frutta secca sgusciata per la quale è ora obbligatoria l’indicazione del Paese di provenienza. Sempre in coerenza con la tutela del vero made in Italy che nel 2024 ha riscosso grandi successi sui mercati mondiali raggiungendo un valore dell’export di 70 miliardi, Coldiretti è scesa in campo contro l’accordo Ue-Mercosur. Un no dettato non dall’opposizione all’apertura dei mercati, ma solo dalla difesa dei  piccoli e medi produttori italiani che sarebbero gravemente danneggiati dall’assenza nell’accordo delle clausole di reciprocità. E non solo. Coerente con il Dfna di Coldiretti che è anche quello di tutelare i consumatori la bocciatura dell’intesa è anche in favore  dei cittadini. La  concorrenza sleale alle imprese nazionali  da parte dei Paesi sudamericani rischierebbe infatti di spalancare le porte  a prodotti alimentari con residui di fitofarmaci ammessi nei loro territori ma vietati nella Ue e in Italia, così come gli ormoni usati come fattori di crescita negli allevamenti, anche questa una pratica bandita. La priorità assoluta resta la difesa dei redditi degli agricoltori anche per favorire quel ritorno dei giovani ai quali però si devono offrire garanzie adeguate. L’aumento dei costi produttivi ha aggravato i risultati economici di molte imprese alle quali non vengono riconosciuti prezzi equi. Le filiere infatti risultano spesso fortemente sbilanciate nella distribuzione del valore aggiunto con l’agricoltura tra gli anelli più deboli. Per questo è stato forte il pressing di Coldiretti per ottenere una legge che mettesse all’angolo le pratiche sleali.  Ed è stata sempre l’organizzazione a volere che si  autorizzassero le rappresentanze a contestare  i prezzi. Ed è stato questo che ha consentito di scendere in campo contro la multinazionale Lactalis che aveva unilateralmente rivisto al ribasso il prezzo riconosciuto agli allevatori. Anche questo un duro braccio di ferro. La Coldiretti è stata l’unica a metterci la faccia e alla fine Lactalis è stata multata e ha anche perso il ricorso al Tar. Coldiretti ha poi ottenuto di rafforzare la legge rendendo anche più rapidi i pagamenti alle imprese agricole. E Coldiretti è in pressing sull’Ismea affinchè vengano pubblicati i costi medi di produzione per tutta le filiere e accertati per combattere i comportamenti sleali. Anche per quanto riguarda un’altra emergenza, quella della fauna selvatica, che distrugge i campi e uccide gli animali, dopo anni di mobilitazione è stata modificata la legge sulla caccia e sono state ottenute delibere contro i cinghiali in molte regioni dove si sono svolte le manifestazioni. Sono stati anche ottenuti sostegni per danni provocati da Psa, granchio blu e lingua blu e nuovi interventi sono attesi a breve. E’ stato portato a casa per fronteggiare le emergenze agricole un fondo da 300 milioni per il triennio 2024/2026. Anche per quanto riguarda la siccità che l’estate 2024 ha colpito pesantemente il Mezzogiorno ma soprattutto la Sicilia grazie alla mobilitazione degli agricoltori di Coldiretti che hanno presidiato per giorni e notti palazzo dei Normanni a Palermo alla fine sono arrivati 15 milioni per risarcire i danni e 10 milioni per i voucher per foraggi e mangimi. Coldiretti nei giorni più duri ha tamponato l’emergenza con un’operazione di solidarietà grazie a una donazione di 1,5 milioni di kg di fieno con Consorzi Agrari d’Italia. Per la siccità di tutto il Sud sono stati stanziati 112 milioni per oltre 700mila ettari di seminativi che saranno pagati agli agricoltori colpiti entro il prossimo aprile. Sono stati erogati poi 180 milioni per l’alluvione del 2023 a cui si è aggiunta la riduzione del 68% dei contributi previdenziali a favore delle imprese dell’ Emilia Romagna. Con la legge di Bilancio 2025 sono state confermate le agevolazioni del 78% sull’accisa del gasolio agricolo (valore un miliardo di euro), e quelle fiscali relative a Imu, Irap e Irpef che di fatto consentono  a coltivatori diretti e Iap di pagare zero tasse. Un sostegno che vale 1,1 miliardi ed è in vigore da 10 anni. Anche in questo caso si è trattato di un successo incassato da Coldiretti in occasione dell’Expo di Milano. Grazie poi ai 2,3 miliardi di fondi del Pnrr (l’aumento del budget è stato chiesto da Coldiretti all’allora ministro Raffaele Fitto) le aziende agricole hanno ottenuto contributi per installare sui tetti dei fabbricati rurali pannelli fotovoltaici per ridurre così le bollette. E’ stato poi fermato il fotovoltaico selvaggio a terra che sottrae terreni fertili all’agricoltura, mentre ulteriori 920 milioni sono stati assegnati per impianti agrivoltaici sospesi, senza consumare suolo.  Sempre in tema di agroenergie sono scattate semplificazioni per gli impianti di biogas e biometano. In Europa la mobilitazione, anche con migliaia di agricoltori a Bruxelles, iniziata con lo scontro diretto di Coldiretti con l’allora vice presidente della Commissione europea Frans Timmermans, ha portato a semplificare la Pac e cancellare la follia dell’obbligo di abbandonare il 4% dei terreni coltivabili, a eliminare la proposta di regolamento contro i fitofarmaci e la direttiva emissioni che puntava a equiparare un allevamento bovino a una fabbrica. Inoltre è stato raddoppiato da 25mila euro a 50mila il “de minimis” ed è stato incassato un impegno di Bruxelles a rafforzare la normativa sulle pratiche sleali. Questo è quanto è stato fatto, frutto – ha spiegato il presidente Ettore Prandini – di un modo serio di fare rappresentanza che non si esaurisce in una battaglia un mese all’anno. La nostra – ha concluso – è stata e sarà una interlocuzione 7 giorni su 7 a livello nazionale ed internazionale dove siamo impegnati nella ricerca di nuovi mercati di sbocco per il Made in Italy, per garantire un futuro alle nostre imprese e alle prossime generazioni.

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