di Dan.Bo.
In poco piĆ¹ di due mesi sono stati 6.599 i cittadini, dei quali 5.899 residenti in Umbria, ad aver sottoscritto una petizione per dire no agli impianti eolici industriali sullāAppennino umbro. Lāiniziativa, lanciata il 23 novembre scorso e depositata recentemente in Regione, chiede allāAssemblea legislativa umbra di proteggere il patrimonio naturale e paesaggistico della dorsale appenninica da interventi considerati invasivi e potenzialmente dannosi.
I progetti Secondo la petizione, negli ultimi 12 mesi sono stati presentati al Ministero dellāAmbiente e alla Regione otto progetti per la costruzione di impianti eolici nei comuni di Foligno, Trevi, Sellano, Valtopina, Nocera Umbra e Gualdo Tadino. A questi si aggiungono altri tre progetti nei territori marchigiani confinanti di Serravalle del Chienti, Pievetorina e Montecavallo. Secondo la documentazione presentata, si prevede lāinstallazione di oltre 100 aerogeneratori alti tra i 180 e i 200 metri, ciascuno con una potenza media di 5 MW. Per ogni turbina, spiegano i firmatari, sarĆ necessario costruire piattaforme di cemento, piazzole di servizio Ā«grandi come un campo di calcioĀ» e nuove strade di accesso. Questi interventi richiederebbero importanti movimenti di terra e comporterebbero deforestazioni e modifiche alla geomorfologia del territorio, compromettendo unāarea che rappresenta solo il 2,5 per cento del territorio umbro ma che sarebbe chiamata a coprire il 20 per cento dellāobiettivo regionale di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2030.
La situazione Attualmente in Umbria sono operativi soltanto pochi impianti di un certo rilievo. Tra i piĆ¹ importanti cāĆØ il Ā«CastiglioneĀ» (situato nellāomonima frazione eugubina), inaugurato nel luglio 2023 e in grado di generare 999 kW; il Ā«CastiglioneĀ» ĆØ considerato il piĆ¹ grande impianto eolico collettivo dāItalia. Recentemente, cāĆØ stato un notevole incremento nelle proposte per nuovi impianti eolici nella regione. Secondo un rapporto di Terna aggiornato al 30 giugno scorso, sono state presentate 25 richieste di connessione alla rete elettrica per impianti eolici, che, se approvate, aggiungerebbero una capacitĆ di 1,3 gigawatt.
Gli Ā«aerogeneratoriĀ» Richieste che richieste riguardano diverse localitĆ , tra cui Gubbio, Foligno, Nocera Umbra, Spoleto, Castel Giorgio, Parrano, Gualdo Tadino, SantāAnatolia di Narco, Sellano, Valtopina, Cerreto di Spoleto e Orvieto. Sei, in particolare, i progetti in fase autorizzativa per un totale di 60 Ā«aerogeneratoriĀ». Nel settembre scorso la Regione ha lavorato a una semplificazione degli iter autorizzativi per gli impianti fotovoltaici ed eolici, approvando lāaggiornamento della modulistica per le istanze di Autorizzazione unica e la comunicazione di Procedura abilitativa semplificata (Pas) per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, cosƬ da accelerare le procedure burocratiche. Nei giorni scorsi invece llustrando in consiglio le linee programmatiche, la presidente Stefania Proietti ha messo tra le prioritĆ il nuovo Piano energetico-ambientale.
Danni Tornando alla petizione, nel documento si sottolinea come la realizzazione di questi impianti potrebbe causare danni permanenti al paesaggio, alla biodiversitĆ e al patrimonio storico-archeologico dellāAppennino umbro. Secondo i promotori, gli interventi rischiano di alterare in modo irreversibile un equilibrio secolare tra uomo e natura, minacciando anche le prospettive economiche di unāarea giĆ fragile. In particolare, si teme che le opere necessarie per gli impianti possano vanificare le politiche regionali a sostegno dello sviluppo turistico, agricolo e delle eccellenze locali. Inoltre, il territorio, caratterizzato da un elevato rischio sismico, potrebbe subire ulteriori problemi strutturali a causa delle operazioni di scavo e costruzione. I firmatari chiedono un approccio strategico e lungimirante, in grado di conciliare la transizione ecologica con la tutela del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale dellāUmbria, evitando interventi definiti Ā«mordi e fuggiĀ» e promossi da singole societĆ senza una visione complessiva.
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