René Benko, la parabola del miliardario coinvolto anche nell’inchiesta in Trentino Alto Adige – Cronaca

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TRENTO – È prevista oggi a Vienna l’udienza di convalida per René Benko, il tycoon tirolese arrestato ieri mattina nella sua villa a Innsbruck. In caso di convalida Benko potrebbe essere trattenuto in custodia cautelare per 14 giorni. Ieri nel tardo pomeriggio è giunto al carcere Josefstadt a Vienna.

Fino a prima della svolta di ieri solo l’Italia, su iniziativa della Procura di Trento nell’inchiesta su presunti intrecci fra politica e affari per gli appalti, locali aveva chiesto il suo arresto, per una serie di operazioni immobiliari.

Ieri il magnate è stato arrestato su ordine delle autorità austriache: si trova al centro del crac miliardario del suo gruppo Signa che operava in tutta Europa.

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Finisce, per il momento, così la parabola vertiginosa del giovane re Mida, celebrato e corteggiato fino a poco tempo fa dal mondo economico e politico internazionale.




Il provvedimento restrittivo non riguarda direttamente l’inchiesta della Procura di Trento, che poche settimane fa aveva chiesto il suo fermo, ma nel mandato d’arresto la Procura anti-corruzione di Vienna (Wksta) cita, tra l’altro, la Villa Eden Gardone che l’austriaco avrebbe venduto, senza un adeguato corrispettivo, a una società di investimento lussemburghese. Il tycoon 47enne è indagato in quattro paesi.

Lo scorso dicembre Trento aveva chiesto il suo arresto, ma Innsbruck aveva rifiutato tale provvedimento, visto che Benko è un suo cittadino.

Il tirolese ora è stato arrestato, tra l’altro per il sospetto di aver «deviato» parte della massa fallimentare. In Austria sono in corso diversi procedimenti con vari filoni. In Germania, invece, si sono attivate già la scorsa primavera le Procure di Berlino e Monaco, tra l’altro per l’insolvenza del famoso e storico centro commerciale KaDeWe.

Gli investigatori nel Liechtenstein stanno analizzando la rete di fondazioni del gruppo del tycoon e l’eventuale riciclaggio di denaro.

Fino a poco più di un anno fa l’ascesa di Benko sembrava inarrestabile. Nasce a Innsbruck nel 1977 in un ambiente di piccola borghesia (il padre impiegato comunale e la madre educatrice), a 17 anni lascia la scuola e intraprende i primi passi nel settore immobiliare. Fa i suoi primi soldi trasformando soffitti in attici di lusso.

Nel cuore della sua Innsbruck abbatte e ricostruisce con standard moderni il centro commerciale Tyrol. Nel 2004 nasce il fondo immobiliare Signa:01 Property Fund per il quale cerca e trova investitori. Tutto quello che René tocca diventa oro. Il patrimonio del tirolese continua ad aumentare. Nel 2014 compra la famosa catena tedesca di negozi Karstadt, che si trova in forte difficoltà economiche. Nel 2019 acquisisce assieme alla Rfr Holding il Chrysler Building a New York. Nel suo portafoglio immobiliare entra anche il famoso Hotel Bauer a Venezia.

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Il tirolese investe anche in realtà minori, come nell’aeroporto di Bolzano e nel nuovo centro commerciale Waltherpark nel centro storico del capoluogo altoatesino.




Secondo Forbes, il patrimonio dell’austriaco nell’estate 2023 ammontava a 5,5 miliardi di euro.

Poi la caduta del re Mida dei nostri tempi. Come la figura della mitologia greca, anche per Benko il sua capacità (o forse ossessione) di trasformare tutto in oro diventa la sua condanna. L’ultimo capitolo è stato scritto con il suo arresto, avvenuto per il rischio di inquinamento di prove e per il pericolo di reiterazione.

Benko avrebbe falsificato una fattura e tentato di nascondere beni. In questo modo, avrebbe tentato di “eludere l’accesso delle autorità, dei fiduciari e dei creditori”. Secondo gli inquirenti austriaci, Benko era “il proprietario effettivo” della fondazione privata Laura, nascondendolo però durante la procedura di insolvenza personale.

Fino a poche settimane fa amministratore delegato della fondazione era il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, attualmente ai domiciliari per l’inchiesta in Italia.

Secondo la stampa austriaca, la fondazione Laura, gestita formalmente dalla madre dell’imprenditore, pagava un affitto mensile di 238.500 euro per la villa, nella quale però viveva tuttora il figlio e nella quale ora è stato arrestato.

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