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“In merito alla riduzione delle tariffe idriche, ricordo che i deputati regionali, Fabio Venezia e Luisa Lantieri, avevano promesso 8 milioni di euro, da inserire nella Finanziaria ma dove sono finite queste risorse?”.
Il presidente dell’Ati
Lo afferma a ViviEnna il presidente dell’Ati idrico, Nino Cammarata, in relazione alle polemiche che hanno coinvolto l’Ati sui costi in bolletta del servizio idrico, tra i più cari non solo in Sicilia ma nel resto d’Italia. “Con quelle risorse, che erano state annunciate, avremmo inciso certamente nella riduzione dei costi per gli utenti ma non voglio sottrarmi alla questione e voglio spiegare una volta per tutte l’intera vicenda delle tariffe” assicura Cammarata.
I costi che dipendono dal Piano d’ambito
“Partiamo dal presupposto – dice Cammarata – che se questa presidenza dell’Ati non avesse colto l’opportunità del React Eu, con investimenti per 58 milioni di euro a costo zero, le tariffe sarebbero aumentate in modo esponenziale. Non ci saranno aumenti quest’anno e siamo riusciti a contenerli perché questi interventi con il React Eu non sono tra quelli, per cui, come prevede il Piano d’ambito di Enna, il 31% degli stessi si finanzia con le bollette mentre a Caltanissetta la quota è pari al 2%”.
“Si deve cambiare sistema o le tariffe aumenteranno”
“Il perché è presto detto: sono scelte politiche risalenti a 30 anni fa ma è tempo di cambiare. Per questo, si registra una differenza così netta tra il nostro territorio e gli altri. Il sistema del Piano d’ambito deve essere rivisto perché non è possibile fare pesare in modo così robusto ogni intervento sulla tariffa, d’altra parte, se si continua a battere questa strada, non ci saranno riduzioni, anzi”.
Fondi del React Eu a fondo perduto, non incidono in bolletta
Lo stesso presidente dell’Ati assicura che senza quei fondi europei si sarebbe verificato un ulteriore aumento dei costi in bolletta. “Per fortuna, il finanziamento – dice Cammarata – europeo del React Eu non incide in quella quota del 31% perché si tratta di risorse quasi a fondo perduto, che ci stanno consentendo di rifare la rete idrica sul territorio. E ripeto non saranno a carico dei contribuenti, cosa che si sarebbe verificata con finanziamenti ordinari. Per questo dico che, per quest’anno, conterremo i costi per gli utenti, altrimenti avremmo avuto un aumento del 10 per cento. Per il resto, intervenga la Regione ed il Governo nazionale perché più di questo non posso fare”.
Esposto contro Ati, “ci tuteleremo”
Ieri, il Comitato Senz’Acqua Enna ha annunciato di avere presentato ricorso contro l’Ati in merito alla gestione dell’emergenza idrica.
“Sulla questione dico che discuteremo, con gli altri sindaci, delle – sostiene Cammarata – azioni di tutela perché non si possono continuare a dire delle bugie. In più occasioni, ho ribadito che sono state garantite tutte le azioni, compresi i piani di emergenza. Siamo in Assemblea permanente sulla crisi idrica a partire dal mese di giugno e sono stati finanziati pozzi per 2 milioni di euro su questo territorio”.
“Acqua ogni 3 giorni a Enna”
Nei giorni scorsi, il Pd di Enna ha annunciato che l’acqua arriva giornalmente ad Enna senza una comunicazione ufficiale da parte del gestore. Una tesi smentita dal presidente dell’Ati.
“Ad Enna l’acqua arriva ogni 3 giorni, come comunicato dal gestore del servizio idrico: accade che ci sono delle zone della città, che per una serie di congiunture strettamente tecniche, possono avere prima l’acqua rispetto ad altre ma la turnazione è di tre giorni” dice Cammarata.
Non c’è scontro con Cocina
Il presidente dell’Ati smentisce che vi sia uno scontro tra il subcommissario della Cabina di regia per l’emergenza idrica ed i sindaci ennesi.
“Cocina non è contro l’Ati, ricordo – dice Cammarata – che ha avuto degli scontri con alcuni sindaci ma la vicenda risale al periodo dell’occupazione del potabilizzatore e come si ricorderà portai la mia solidarietà ai colleghi, ma escludo, in modo categorico, che vi sia uno scontro istituzionale tra Cocina e l’Ati. Peraltro, tutto quello che poi si è realizzato, legato all’uso della diga Ancipa, era stato pianificato in sede di Cabina di regia a cui naturalmente ha preso parte l’Ati. Il 30 dicembre ho convocato alle 9 del mattino i 20 sindaci per disporre il via libera ad un maggiore approvvigionamento dalla diga in favore dei Comuni Ancipa dipendenti per dare maggiore serenità alle comunità tenuto conto che l’invaso continuava a riempirsi. Ma, in quella circostanza, non tutti i sindaci erano presenti”
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