di Edoardo Giribaldi
Un messaggio ricevuto da una ragazza lontana dalla Chiesa, riavvicinatasi grazie all’opera di evangelizzazione di Mariella attraverso i social. Il racconto delle missioni in Africa di Tatiana, vissute con uno sguardo autentico, condividendo ciò che «il cuore sa che vale la pena raccontare». La denuncia coraggiosa di Matteo, che ha documentato la drammatica piaga degli abusi sui minori. E la parabola di Tommaso, partito da zero con una propria web-radio, fino a collaborare con la presidenza del Consiglio dei Ministri italiana. Sono storie di speranza, perfettamente in sintonia con il tema giubilare e il messaggio di Papa Francesco per la 59a Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, quelle dei giovani protagonisti del Giubileo della Comunicazione, inaugurato ieri, 24 gennaio, presso il Palazzo Lateranense.
Le loro testimonianze, raccolte dai media vaticani a margine dell’evento, aprono una finestra sugli orizzonti di chi, nel prossimo futuro, sarà chiamato a raccontare un mondo in continua trasformazione. «Storie intrise di bene», come quelle sognate da Francesco, che non vendano «illusioni o paure» in un mondo dove i cambiamenti rapidi e complessi richiedono una narrazione profonda, capace di andare oltre la superficie.
In un mondo digitale spesso dominato da «guerre verbali», come le definisce Papa Francesco, fioriscono germogli di speranza. Come quelli seminati da Mariella Matera, che dal 2019 è protagonista di uno spazio di evangelizzazione social, chiamato Alumera (il vecchio lume a olio in dialetto calabrese), dove la Parola di Dio prende forma attraverso tavole illustrate disegnate dalla stessa giovane. Questa attività si affianca al suo lavoro presso l’agenzia di comunicazione Malù Web Agency, che gestisce dal 2015. Il suo sogno? Una comunicazione «che sia ponte e non muro». Un sogno che si è concretizzato nel messaggio ricevuto da una sedicenne. «Non la conoscevo, ma seguiva il mio operato», racconta Mariella. La ragazza, dopo essersi allontanata dalla Chiesa a seguito della Cresima, ha trovato nella comunicazione di Mariella una fonte di ispirazione. Grazie a lei, ha iniziato a prestare servizio nel coro parrocchiale e come catechista. «Da qui ho capito quanto sia importante ciò che faccio» conclude Mariella.
«Fai la valigia, la settimana prossima parti per le missioni in Africa»: questo l’invito inaspettato ricevuto da Tatiana Paradiso, impegnata nel coordinamento delle comunicazioni delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, la congregazione fondata da santa Francesca Saverio Cabrini. Tra Uganda, Etiopia ed eSwatini, la giovane ha scoperto il valore di raccontare ciò che colpisce davvero il cuore. «Suora, ma io che devo fare? Come mi approccio a questa realtà?» chiese con timore alla religiosa cabriniana. La risposta fu semplice e profonda: «Fidati dei tuoi occhi, lasciati attrarre da ciò che ti colpisce; il tuo cuore sa cosa vale la pena raccontare». Da questa esperienza sono nate storie autentiche, capaci di dare visibilità a un’umanità che spesso resta nascosta, proprio come invita a fare Papa Francesco.
Matteo Petri ha vissuto un’esperienza unica lavorando con i media vaticani e collaborando con l’associazione Meter di don Fortunato Di Noto, che combatte da anni la piaga degli abusi sui minori. Raccontare un tema così delicato ha richiesto quella «mitezza» sottolineata dal Papa nel suo messaggio. «È stata una delle emozioni più grandi della mia vita da giornalista», confida il giovane collega. Per lui, questo mestiere richiede un’immersione nella realtà, senza fermarsi agli stereotipi o ridurre tutto a slogan. È un approccio opposto a quella comunicazione che, come nota il Pontefice, troppo spesso «semplifica la realtà» per suscitare reazioni istintive.
Un aspetto che Matteo evidenzia della comunicazione è l’accessibilità «farsi capire da più persone possibile», favorendo così un libero e sincero «scambio di pensieri».
Da un’idea semplice — creare una web-radio — è iniziato il percorso di Tommaso Cappelli. Oggi è responsabile nazionale per la comunicazione social e new media dell’Azione cattolica italiana, ma il suo viaggio lo ha portato a collaborare con enti come la Regione Emilia-Romagna, il Senato della Repubblica italiana e la Presidenza del Consiglio dei ministri. Per lui la comunicazione è uno strumento per costruire legami e promuovere importanti processi sociali e di sviluppo umano. Come scrive Papa Francesco, è una forma di carità, capace di rendere «compagni di strada» delle persone che si incontrano. Sulle nuove piattaforme, aggiunge il giovane, la sfida è creare e promuovere «luoghi di incontro», ben consapevoli delle potenzialità che ciascun social offre.
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