Inaugurato a Bari l’anno giudiziario 2025. Ad aprire la cerimonia all’interno del tribunale di piazza De Nicola – in cui non sono mancate le proteste – come da tradizione il discorso del presidente della Corte d’Appello del tribunale del capoluogo, Franco Cassano, che attraverso i dati dei procedimenti civili e penali ha raccontato le criticità del quadro normativo e dell’amministrazione della giustizia anche sul territorio che ne minano l’efficienza. Lanciando un allarme anche sul sovraffollamento delle carceri e sulla pervasività della criminalità organizzata nella società.
Settore Civile: aumento dei procedimenti e riforme inefficaci
Il discorso si è aperto con i dati relativi alle cause nel settore civile, dove il numero complessivo dei procedimenti pervenuti è aumentato leggermente rispetto all’anno precedente, con 111.358 nuovi casi. Nonostante una diminuzione nei primi anni del quinquennio, negli ultimi due si è registrato un incremento. “Tuttavia, l’analisi suggerisce due possibili letture – ha ricordato il magistrato – da una parte, un contenimento del contenzioso, dall’altra, una ‘fuga dalla giurisdizione’ dovuta ai costi elevati e all’inefficienza del sistema”. I procedimenti definiti sono stati 118.117, in linea con l’anno scorso, mentre i procedimenti pendenti sono diminuiti di circa il 9%, arrivando a circa 122.000 rispetto ai 165.000 di cinque anni fa. La durata media dei procedimenti è migliorata, con 479 giorni in primo grado e 465 giorni in Corte d’Appello. Nonostante le recenti riforme dei riti processuali civili e l’introduzione della media-conciliazione, non si sono registrati effetti concreti nella riduzione del contenzioso, suggerendo che queste misure siano viste più come obblighi formali che come soluzioni efficaci.
Settore Penale: diminuzione dei procedimenti e criticità persistenti
Luci e ombre anche nel settore penale, nello sguardo del presidente della Corte d’appello. Come ricordato da Cassano, nel distretto sono sopravvenuti 215.340 procedimenti, con una diminuzione dell’8% rispetto all’anno precedente. In Corte d’Appello, le sopravvenienze sono diminuite, ma le definizioni sono aumentate del 3%, con una riduzione del 27% delle pendenze finali. Il numero di procedimenti pendenti è sceso a circa 6.243, contro gli 8.517 dell’anno scorso. Il volume delle intercettazioni, sia telefoniche che ambientali, è aumentato rispettivamente del 20% e del 18%, con un costo complessivo che ha superato i 11 milioni di euro, segnando un incremento del 22%. Le misure cautelari personali sono anch’esse aumentate, ma la percentuale di conferma delle ordinanze si attesta al 53%, con il 21% di inammissibilità. Un dato giudicato particolarmente critico è quello della prescrizione: mentre in primo grado il fenomeno è limitato al 4%, in Corte d’Appello la percentuale arriva al 16%.
L’allarme sulla criminalità organizzata
Poi il focus sullo strapotere dei clan, di cui Cassano ha sottolineato “la persistenza di una forte pressione mafiosa nel distretto, con particolare riferimento al territorio foggiano e alle organizzazioni storiche di Trani”, dichiarandosi poi preoccupato per l’aumento degli assalti ai portavalori e dei furti di autovetture, legati al riciclaggio di denaro tramite canali sempre più “innovativi”. “La risposta delle Procure e delle Forze dell’Ordine è stata massiccia, con significativi successi nella lotta contro la criminalità organizzata” ha concluso.
Nonostante l’incremento delle denunce relative ai reati contro la libertà individuale e al fenomeno dello stalking, il numero complessivo dei reati contro il patrimonio è rimasto stabile, sebbene i furti siano aumentati notevolmente.
La Criticità del Sistema Penitenziario
Un’altra problematica segnalata come rilevante riguarda il sovraffollamento nelle carceri nel capoluogo, dove capienza regolamentare è di 1.493 posti e sono invece 2.043 i detenuti, pari a un tasso di sovraffollamento del 136,83%. A Foggia, la situazione è ancora più drammatica, con un tasso che raggiunge il 193%. “Questo sovraffollamento influisce negativamente sulla qualità della vita all’interno degli istituti di pena, come evidenziato dai numerosi ricorsi accolti dai magistrati di sorveglianza. La situazione delle carceri, segnata da un aumento dei suicidi tra detenuti e agenti, richiede urgentemente riforme strutturali e una politica di reinserimento sociale dei detenuti” ha ricordato.
Un intervento che si è poi concluso sottolineando i progressi ottenuti dalla magistratura nel contesto delle difficoltà strutturali e organizzative. Ha ribadito la necessità di un incremento delle risorse e delle competenze, affinché il sistema giudiziario possa rispondere in maniera più efficace alle sfide di un’area geografica segnata da una forte criminalità e da crescenti pressioni socioeconomiche.
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