Il Consiglio di Stato si รจ pronunciato in proposito un anno e mezzo fa. Il bando e la gara sono obbligatori. E se la sindaca, invece di scrivere stupidaggini sul web a favore di popolino, si rendesse conto che un sindaco, insieme al segretario comunale, deve avere una conoscenza giuridica almeno passabileโฆma che ne parliamo a fare? IN CALCE ALLโARTICOLO LA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE
CARINARO (g.g) โ Il sindaco Marianna DellโAprovitola puรฒ scrivere tutte le stupidaggini del mondo a commento dei nostri articoli, cosรฌ come ha giร fatto in un paio di occasioni.
Sappiamo bene che ciรฒ avviene a favore del cosiddetto popolino, di coloro che si accontentano di uno slogan, di una frase virilmente espressa e di nulla piรน.
Ecco perchรฉ non ci mettiamo a replicare, dato che i post della sindaca sono lโessenza del nulla, perรฒ abilmente applicata a target di visitatori del social che si accontentano di poco.
Se ci trovassimo in altri luoghi dโItalia, le frasi della prima cittadina non sarebbero sufficienti quali strutture di replica ai nostri articoli, perchรฉ ci sarebbero piรน persone che quegli articoli li hanno letti dallโinizio alla fine. Sarebbero loro a chiedere a DellโAprovitola di rispondere nel merito, magari evitando la noia della invettiva ordinaria della serie โspacco qui, spacco lร โ.
La premessa รจ dโobbligo perchรฉ sarebbe a dir poco, ma proprio a dir poco opportuno, che Marianna DellโAprovitola rispondesse a questo articolo rapportandosi direttamente ai suoi contenuti.
LโAIR, societร in house della Regione Campania, รจ seriamente stupita da quello che sta capitando a Carinaro e anche in altri comuni dellโagro aversano.
La
Regione Campania ha stanziato con una delibera di Giunta del 6 agosto scorso ben 108milioni di euro da distribuire alle societร in house EAV, ACAMIR e naturalmente AIR per la mobilitร digitale. Questa prevede anche un totale allineamento agli standard europei e a quelli delle grandi cittร dellโapparato che dovrร funzionare attorno alle paline.
Ad esempio ci sarร un decocast digitale che avvertirร gli utenti sui tempi di arrivo di un determinato autobus. Naturalmente questo sistema sarร alternato a quello del QR code fornendo informazioni sullโandamento del trasporto lungo una determinata tratta e che potranno uscire solo e solamente dalla gestione informatica di AIR.
Carinaro e anche qualche altro comune dellโagro aversano non godrร di tutto questo ben di Dio gratuito perchรฉ, come al solito, le ragioni della bassa, bassissima mangiatoia clientelare e lottizzatoria โ roba veramente da terzo mondo โ prevalgono sulla qualitร standard di un servizio pubblico.
Si fa veramente fatica e occorre avere un animo missionario nel commentare i contenuti folli della delibera approvata dalla Giunta Comunale lo scorso 16 gennaio.
Eโ imbarazzante pensare che ci sia un sindaco e degli assessori talmente ignoranti in materia di diritto amministrativo da partorire autentici abomini come questo.
E sรฌ, caro sindaco perchรฉ noi dimostriamo di stimarla non poco nel momento in cui diciamo che lei รจ ignorante. Perchรฉ se cosรฌ non fosse lโillegalitร di una delibera che va annullata immediatamente in autotutela sarebbe frutto di una premeditazione dolosa e allora veramente stanno rovinati in quel di Carinaro.
Prima di affrontare la questione dellโidentitร imbarazzante del beneficiario, di questa sorta di concessione, non riusciamo neanche a trovare la parola per definirla, va precisato โ ed รจ su questo sindaco che deve rispondere โ quali siano le norme in vigore nellโordinamento nazionale e quale sia la giurisprudenza che solidifica queste, rendendole granitiche.
Consiglio di Stato, sentenza numero 8311/2023, che significa 2023. Ossia giurisprudenza freschissima, di primo taglio in una macelleria: โ(โฆ) lo sfruttamento pubblicitario di beni o spazi
pubblici finalizzato allโesercizio di attivitร di impresa avente ad oggetto la prestazione di servizi, debba necessariamente essere sottoposto a una procedura di evidenza pubblica o, comunque sia, ad una procedura competitiva secondo le previsioni dellโart. 12 della Direttiva 2006/123/CE (cd. Direttiva Bolkenstein) quando, in presenza di un numero limitato di autorizzazioni disponibili per una determinata attivitร , correlato alla scarsitร delle risorse naturali, sia necessario garantire la concorrenza, la libertร di stabilimento e la libertร di prestazione dei servizi fra operatori economici tutti parimenti interessati a trarre profitto dallโesercizio di quella determinata attivitร di impresaโ .
Allora Sindaca DellโAprovitola, lei la televisione a casa ce lโha? Se ce lโha e guarda con attenzione mezzo telegiornale al giorno non le sono sicuramente sfuggite le grandi polemiche che la Bolkenstein ha creato per la questione delle concessioni di sfruttamento di aree demaniali utilizzate per i lidi balneari.
Ora non ci dica che i lidi sono una cosa e lโinstallazione di paline e di totem pubblicitari, come quelli che la sua delibera โa pasta e fagioliโ ha garantito alla societร Ken Media Adv di Francesco Piscopo, cugino dellโassessore Nicola Sglavo, provvidenzialmente assente a quella seduta di Giunta, non cโentrano con la Bolkestein. E che se lei facesse il suo dovere, e oltre a guardarsi mezzo telegiornale ogni giorno si fosse letta quella direttiva, magari coinvolgendo in questa sana attivitร culturale il suo segretario comunale, il buon ex commissario UE Frits Bolkenstein, olandese, pardon dei Paesi Bassi, non fa riferimento specificatamente ai lidi ma stabilisce un principio generale relativo allo sfruttamento di aree che hanno un rilievo pubblico e che sono potenzialmente utilizzabili come valorizzazione di spazi naturali.
Ecco perchรฉ il Consiglio di Stato nutre alcun dubbio sul fatto che queste operazioni, pur non proibite, pur consentite, devono attraversare una procedura seria, stringente. Della serie: se proprio lo dobbiamo fare, facciamolo in modo tale da garantire lโaffermazione del massimo della concorrenza salvando in questo modo principi fondamentali dellโeconomia di mercato allโinterno di Stati che fondano i propri ordinamenti sui valori della democrazia liberale.
Dโaltronde non esiste alcun dubbio interpretativo come si evince chiaramente dalla sintesi sviluppata dalla Delfino&Partners, il meglio che cโรจ in Italia in fatto di consulenza e servizi erogati alle pubbliche amministrazioni.
Scrivono quelli della Delfino&Partners (quella da noi appena citata): โIl Consiglio di Stato, con sentenza n. 8311/2023 ha rilevato che i Comuni non possono rilasciare a imprese di pubblicitร e a privati autorizzazioni relativamente alle installazioni di impianti pubblicitari sul suolo pubblico, in mancanza di una procedura ad evidenza pubblica. Tale procedura da gara sarebbe comunque limitata e non rinnovabile automaticamente; i Comuni dovrebbero infatti avere un piano generale degli impianti pubblicitari ed il relativo regolamento approvati dal Consiglio Comunale, individuare gli spazi pubblici su cui consentire lโinstallazione degli impianti pubblicitari, indire il bando per rilascio concessioni alle ditte aggiudicatarie e rilasciare a queste i titoli autorizzativi con durata limitata e senza rinnovo automatico.โ
Piรน leggiamo il repertorio del Consiglio di Stato e pareri rilasciati da una delle societร di consulenza per le pubbliche amministrazioni migliori dโItalia, piรน ci imbarazziamo nel pensare al fatto che viviamo in un luogo in cui ci sia unโamministrazione comunale e un assessore, questo Nicola Sglavo, che ritengono di poter assegnare ad un parente di questโultimo, a tempo indeterminato dato che in questa delibera neanche lโelemento della transitorietร , della provvisorietร obbligatorie hanno inserito, compiendo unโoperazione a โpane e puparuoliโ che una volta gli antichi contadini mangiavano a colazione per energizzarsi in vista di una giornata intera di lavoro, con schiena piegata e magari a 40 gradi allโombra, adesso al tempo degli apporti vitaminici e degli energizzanti consumano solo al comune di Carinaro, non comprendendo perรฒ che i peperoni se non sono affiancati da un lavoro fisico intenso o quantomeno da sforzi intellettivi, gli rimangono sullo stomaco, o comunque salgono alla gola.
Revocate questa delibera, per la quale non riusciamo neanche ad avvertire indignazione ma solo divertimento ed umana compassione.
LA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE:
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