Solidarietà al dirigente Perlingieri, unico indagato, e studio delle carte per presentare opposizione al sequestro. È la linea scelta dall’amministrazione comunale nel day after dello stop agli abbattimenti dei pini eseguito nel pomeriggio di giovedì dal gruppo forestale dei carabinieri su ordine della Procura. Provvedimento senz’altro clamoroso ma di fatto quasi privo di effetti almeno per quanto riguarda le conifere del viale degli Atlantici a Benevento, ormai già tagliate in 18 esemplari sui 19 totali previsti. Il blocco invece agisce pienamente sugli 11 alberi da rimuovere lungo via Pacevecchia e sui 7 di via Fratelli Rosselli decretati a rischio cedimento dall’agronomo Manuel Matteo designato dal Comune.
LA REAZIONE
«Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, siamo sereni e convinti di aver agito correttamente» la reazione affidata ieri dalla giunta Mastella agli organi d’informazione al termine di un summit a Palazzo Mosti. «Gli interventi sulle alberature di viale Atlantici – argomenta l’esecutivo – sono stati motivati da ragioni inderogabili di sicurezza poiché erano stati classificati, a seguito di rigorose analisi scientifiche, in categoria D e dunque a rischio crollo. Per tale ragione abbiamo dato priorità alle ragioni di sicurezza pubblica, pur sempre nel rispetto anche dei fattori paesaggistici. Difatti, mai abbiamo escluso dalle scelte la Soprintendenza, alla quale sono stati inviati tutti i carteggi. Procederemo ad approfondire le motivazioni dell’intervento della Procura, e valuteremo le possibilità di proporre memorie difensive, istanze di dissequestro o impugnazioni». Una vicenda che, come anticipato ieri dal Mattino, vede quale unico iscritto nel registro degli indagati il dirigente comunale all’Ambiente Maurizio Perlingieri, al quale l’amministrazione ha espresso «solidarietà umana, convinti che riuscirà a chiarire l’assoluta correttezza del proprio operato nelle sedi opportune». Ieri mattina, peraltro, il sindaco Mastella ha avuto uno scambio di idee con il procuratore Gianfranco Scarfò, firmatario dell’atto insieme alla pm Flavia Felaco, a margine dell’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Unisannio.
LE CONTESTAZIONI
Confermati anche gli addebiti, già riferiti nell’edizione di ieri. Al funzionario municipale vengono contestate presunte violazioni dell’articolo 21 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, da cui le sanzioni fissate dall’articolo 169 del medesimo decreto 42/2004 che punisce «chiunque senza autorizzazione demolisce, rimuove, modifica, restaura ovvero esegue opere di qualunque genere sui beni culturali». Qualifica che spetta al viale degli Atlantici in quanto zona inserita tra le aree A e B (centro storico) nel vigente Piano urbanistico, che nelle norme tecniche attuative sancisce «la conservazione e tutela delle alberature esistenti», e dunque a pieno titolo ascrivibile ai beni elencati nel Codice del paesaggio. Mancherebbe dunque, secondo la Procura, l’autorizzazione della Soprintendenza ai tagli. E pur volendo considerare il carattere d’urgenza dei 19 abbattimenti basato sulla perizia dell’agronomo, questo il ragionamento degli inquirenti, mancherebbe comunque la «comunicazione alla Soprintendenza, ovvero l’invio, nel più breve tempo, dei progetti dei lavori definitivi».
IL GIALLO
Rilievi che a Palazzo Mosti vengono considerati sostanzialmente superabili, carteggio alla mano. Con nota del 9 gennaio, Perlingieri comunicava per sintesi alla Soprintendenza gli esiti della perizia tecnica «affinché esprima il parere di competenza e indichi le varietà arboree ritenute più idonee a essere impiantate». Nota riscontrata a stretto giro il 10 gennaio dalla Soprintendenza con richiesta al Comune di «trasmissione della perizia integrale e delle planimetrie delle sostituzioni degli elementi arborei». Istanza alla quale Perlingieri controreplicava agli uffici ministeriali il 21 gennaio indicando il link digitale cui reperire la documentazione «atteso che trattasi di file di grosse dimensioni». Ma i funzionari della Soprintendenza ascoltati l’indomani dagli inquirenti dichiaravano che «la missiva del Comune era di fatto improcedibile». Interlocuzione avvenuta mentre le motoseghe sul viale degli Atlantici erano in azione già dal 17 gennaio, ovvero quattro giorni prima. Circostanza che trasforma in un clamoroso ossimoro il Decreto di sequestro preventivo d’urgenza eseguito dai carabinieri nel pomeriggio del 23 gennaio, quando 18 pini su 19 erano già stati tagliati.
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