Da Alenia a Leonardo, la lunga strada di Grottaglie ed i timori per il futuro

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Uno stabilimento al bivio. Rilancio o declino? Quale sarà il destino di Leonardo a Grottaglie?

La “fabbrica-gioiello”, la celebrazione dell’innovazione in Puglia, sembra comunque lontana. L’arrivo della allora Alenia in questo angolo della provincia ionica, agli inizi del Duemila, rappresentava il Futuro realizzato. Iniziava una produzione avveniristica: la fusoliera di un miracolo della tecnologia aeronautica come il Dreamliner del colosso americano Boeing. Un nome mitico. Uno dei simboli della potenza economica e non solo degli Stati Uniti, Boeing. Oltre ai posti di lavoro, Alenia portava con sè il sentirsi parte di qualcosa di più grande, una industria di cui essere orgogliosi. Un mood molto americano, per certi versi.

Oggi, quando siamo alla metà degli Anni Venti del Duemila, proprio il legame con Boeing – una benedizione, allora – sembra foriero di incertezze, per colpa di una parola: «monocommittenza». Lo stabilimento ora sotto le insegne di Leonardo non è mai stato svezzato. Adesso deve crescere, diventare adulto, affrancarsi da quegli americani piombati nella crisi più grave della loro storia, con perdite mai viste prima.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Meno iconico di Boeing è un altro nome: Radia. Ma nel panorama aeronautico mondiale, l’ambiziosissima start up viene considerata la “next big thing”, il cavaliere a stelle e strisce destinato a rivaleggiare con le company cinesi a loro volta emergenti, come Comac, che aspirano a dominare i cieli (e il mercato). Radia guarda all’Italia, in partnership con Leonardo. Più precisamente: guarda alla Puglia. Ma non a Grottaglie, no. A Brindisi.

“Una nuova, importante prospettiva per l’industria aeronautica italiana e soprattutto per le imprese dei distretti di Campania e Puglia. A seguito dell’intesa siglata a luglio tra Leonardo prima e Magnaghi Aeronautica dopo con Radia, multinazionale americana del settore aerospaziale, per la fornitura di componenti per il WindRunner, l’aereo più grande del mondo pensato per trasportare le più grandi turbine eoliche di lunghezza superiore a 105 metri, si prospetta un nuovo ed importante passo in avanti. Imprese e istituzioni italiane stanno alacremente lavorando perché in Italia possa essere prodotto l’intero mega aereo e non soltanto alcune parti di esso, come fusoliera e carrello di atterraggio” scriveva Il Sole 24Ore lo scorso 12 dicembre.

“Si tratterebbe di un’occasione molto importante per l’intero comparto aeronautico italiano e meridionale. Le trattative, a quanto pare, sono in corso e ci sarebbe interesse a concludere sia da parte delle imprese italiane, con affianco Confindustria Brindisi e il Distretto dell’aerospazio della Campania (Dac) e con Leonardo e Magnaghi in primo piano, sia da parte del partner americano Radia i cui vertici sono stati nelle ultime settimane più volte in Italia per incontri istituzionali, per ora tenuti nel totale riserbo. Il Governo italiano, a quanto sembra, si sta spendendo in tal senso”. Ancora dal Sole: “WindRunner, così per ora viene nominato l’aereo più grande del mondo in fase di sviluppo, dovrà trasportare pale di turbine eoliche on-shore e off-shore per parchi eolici ad alta capacità ma anche altre merci molto ingombranti. Oppure potrà svolgere altre funzioni. Su tutto ciò Radia sta da tempo lavorando. Questa è una azienda aerospaziale: il suo business model consiste nel noleggiare poi il velivolo alle società che costruiscono le pale per trasportarle. Oggi tali turbine possono essere trasportate solo via mare con l’impiego di tempi lunghi. L’utilizzo di un trasporto aereo più efficiente potrebbe anche favorire la diffusione di impianti eolici di grandi dimensioni. In altre parole, contribuire alla transizione green”.

Anche questa volta quindi il Futuro sta arrivando. Non qui, però. Giuseppina Cassese e Vito Rossini, rappresentanti di Movimento Cinquestelle e Grottaglie Rinasce, hanno dato voce a timori diffusi: «Siamo profondamente preoccupati per il futuro del polo aeronautico di Grottaglie, in seguito all’annuncio dell’investimento di Radia a Brindisi e alla decisione di Leonardo di spostare parte dei suoi investimenti dalla storica sede di Grottaglie a quella di Brindisi. Questa scelta potrebbe segnare un ulteriore indebolimento del nostro territorio, già messo a dura prova dalle difficoltà economiche degli ultimi anni. Il trasferimento delle risorse e delle attività legate al progetto WindRunner potrebbe compromettere la crescita di Grottaglie, con il rischio di perdita di posti di lavoro e un futuro incerto per il nostro distretto produttivo. Sebbene l’investimento di Leonardo a Brindisi rappresenti una spinta per l’industria aeronautica in quella zona, temiamo che questa decisione possa ridurre la competitività di Grottaglie, che ha sempre beneficiato della sua posizione strategica e delle infrastrutture dedicate alla produzione aerospaziale» ancora parole di Cassese e Rossini.

«E’ necessario creare sinergie, non antagonismi, tra Grottaglie e Brindisi» è l’appello «con l’obiettivo di costruire insieme un grande polo tecnologico che unisca i punti di forza di entrambe le città nel settore dei materiali e delle strutture aeronautiche. Solo attraverso un’azione coordinata possiamo garantire un futuro solido e competitivo per l’intera industria aeronautica della nostra regione», concludono.

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