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Di Maurizio Tidona, Avvocato
Il settore bancario europeo è chiamato a un profondo cambiamento per affrontare con efficacia i rischi ambientali, sociali e di governance (ESG). Con la pubblicazione delle Linee Guida EBA (EBA/GL/2025/01), destinate a entrare in vigore dall’11 gennaio 2026 (e dall’11 gennaio 2027 per gli enti di piccole dimensioni e non complessi), si apre una nuova era per la gestione del rischio bancario.
Questi standard, emanati in conformità alla Direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD VI), specificano requisiti fondamentali per i processi interni e i sistemi di gestione dei rischi ESG.
L’obiettivo è garantire la sicurezza e la solidità degli istituti finanziari, in un contesto in cui i rischi ESG si intensificano e l’Unione Europea si avvicina al traguardo della neutralità climatica entro il 2050.
Il ruolo cruciale dei piani di transizione
Tra i punti centrali delle Linee Guida, vi è la necessità per gli istituti di predisporre specifici piani per monitorare e affrontare i rischi finanziari legati ai fattori ESG.
Questi piani rappresentano un tassello fondamentale per:
- Identificare e mitigare i rischi connessi alla transizione verso un’economia sostenibile.
- Allinearsi agli obiettivi regolamentari dell’UE, come la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e il raggiungimento di zero emissioni nette entro il 2050.
- Garantire coerenza con i piani di transizione già previsti da altre normative europee, come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
I piani di transizione non sono solo un obbligo normativo, ma strumenti strategici che sosterranno la resilienza delle banche durante il complesso processo di adeguamento.
I tre pilastri per la gestione integrata dei rischi ESG
1️⃣ Gestione integrata e approccio proattivo
Le banche sono chiamate a integrare i rischi ESG in tutte le loro categorie tradizionali di rischio, come credito, liquidità e reputazione. Un approccio olistico è indispensabile per affrontare minacce come:
- Rischi ambientali, tra cui il cambiamento climatico e il degrado degli ecosistemi.
- Rischi sociali, legati a temi come i diritti umani e le condizioni di lavoro.
- Rischi di governance, quali la trasparenza e la lotta alla corruzione.
Perché è importante?: Integrare i rischi ESG consente di migliorare la resilienza dell’istituto, anticipando gli impatti economici e normativi della transizione.
2️⃣ Controlli interni robusti e dinamici
Le Linee Guida richiedono controlli interni capaci di adattarsi a un contesto normativo in continua evoluzione.
- Dinamici, per rispondere rapidamente alle nuove sfide ESG.
- Proattivi, grazie all’uso di modelli predittivi e strumenti digitali.
- Resilienti, per garantire la continuità operativa anche in scenari avversi.
Come fare?: Investire in piattaforme digitali per il monitoraggio dei Key Risk Indicators (KRI) e utilizzare audit automatizzati per migliorare la trasparenza e l’efficienza.
3️⃣ Governance trasparente e strategica
Le Linee Guida enfatizzano il ruolo cruciale della governance aziendale, richiedendo:
- Coinvolgimento diretto degli organi amministrativi nella gestione strategica dei rischi ESG.
- Definizione chiara delle responsabilità, per evitare inefficienze e garantire accountability.
- Comunicazione trasparente, per rafforzare la fiducia di clienti, investitori e stakeholder.
Il vantaggio competitivo: Una governance solida non solo assicura la conformità normativa, ma rappresenta un valore aggiunto per costruire fiducia e rafforzare la reputazione dell’istituto.
Un’opportunità strategica per le banche
Le nuove Linee Guida EBA non devono essere viste solo come un obbligo, ma come un’opportunità per innovare e costruire il futuro. Prepararsi alla transizione ESG significa non solo garantire la resilienza operativa, ma anche posizionarsi come leader nel percorso verso una finanza sostenibile.
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