Continua a far discutere la vita notturna al quartiere Umbertino, dove i residenti rimangono sul piede di guerra
Niente ordinanza ma più controlli. È il tacito accordo siglato tra attività commerciali e amministrazione comunale a Bari. Eppure, nonostante l’apparente tregua continua il dibattito sulla vita notturna della città.
Nelle scorse ore il bar-libreria Prinz Zaum ha affidato ai social un lungo sfogo a causa dei frequenti e ripetuti controlli della polizia annonaria, rea secondo i titolari dell’attività, di aver effettuato due sopralluoghi a distanza di pochi giorni di distanza per verificare tutte le volte la regolarità degli stessi documenti. La risposta è arrivata a stretto giro dal sindaco di Bari Vito Leccese che ha spiegato come non c’è «nessun accanimento e nessun intento vessatorio verso nessun locale della città». Messaggio ribadito dall’assessora alla polizia locale Carla Palone: «Come ha detto il sindaco, non c’è nessuna azione contro operatori commerciali o titolari di attività. Del resto i controlli non devono seguire un indirizzo politico ma seguono la legge».
Eppure, nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione, non mancano le preoccupazioni dei commercianti. Giovanni Del Mastro, presidente dell’associazione Unione Horeca Puglia spiega: «Ho letto il post degli amici di Prinz Zaum, purtroppo questa tipologia di controlli serrati e ripetuti non è un problema solo dell’Umbertino. Avviene anche nel resto della città e ora sono aumentati, penso a corso Vittorio Emanuele».
Del Mastro poi rilancia: «Al netto delle rassicurazioni, è difficile non avvertire il fiato sul collo. Quello che sta succedendo lascia presagire che ci sia una forma di accanimento. Ci capita più volte in una settimana di presentare gli stessi documenti, sempre nel corso degli orari di lavoro e sempre nelle stesse attività. Viene quasi da pensare che non ci sia un coordinamento interno. Pensiamo ad una verifica effettuata di lunedì: perché poi dovrebbero emergere delle irregolarità il mercoledì?». E aggiunge: «È un periodo dell’anno in cui tutti lavoriamo poco, non ha nessun senso destinarci così tante attenzioni. È per questo che chiederemo un tavolo in comune con l’amministrazione e i vertici della polizia Annona, insieme alle altre associazioni vorremmo capire se si può avviare un percorso di collaborazione con l’amministrazione, indicando gli orari in cui sarebbe più opportuno ricevere i controlli. Magari al pomeriggio e non alla sera, quando nei locali ci sono i clienti». Del Mastro conclude: «Quello che si evita è il dialogo. Dobbiamo sapere se le intenzioni sono quelle di cambiare radicalmente il rapporto tra la città e la vita notturna. Non siamo d’accordo ma se è così, almeno ce lo dicano. Gli ultimi provvedimenti ci fanno intendere che si va verso un mutamento del concetto di aggregazione come lo abbiamo conosciuto, varrà la pena capire però a chi conviene questo».
Più distensive le parole dell’avvocato Pasquale Lapesa, legale dell’associazione che rappresenta gran parte dei locali dell’Umbertino. «Nessuno vuole pensare di essere vessato, però avevamo chiesto tempo per applicare le misure da noi stessi proposti. Sarebbe bastata anche una settimana. Tutto quello che abbiamo potuto fare per mettere in atto le disposizioni del codice di autoregolamentazione, l’abbiamo fatto. Ora dobbiamo attendere dei passaggi che non dipendono solo da noi».
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