Lecce-Inter 0-4: gol di Lautaro, Frattesi, Dumfries e Taremi

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A segno il centrocampista rilanciato dal 1′, poi gran gol di Lautaro e reti di Dumfries e Taremi su rigore. Nerazzurri sempre secondi a 50 punti. Ora la Champions contro il Monaco e il derby di domenica prossima

dal nostro inviato Filippo Conticello

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L’unico modo per rispondere ad Antonio Conte era fare subito una faccia altrettanto feroce: l’Inter di passaggio in Salento è stata cattiva quanto la rivale in classifica, sul pezzo nella sua globalità, dai titolari alle alternative, perché per fare il bis scudetto serviranno davvero tutti. La conseguenza di tanta applicazione è questo poker rotondeggiante, che permette di tenere la distanza di sicurezza dalla vetta napoletana (-3 con asterisco per la gara ancora da recuperare) e lancia la prossima spremuta di partite nerazzurre. Il povero Lecce è rimasto, invece, tramortito, all’angolo sin dall’inizio: non era la partita adatta per immaginare punti salvezza, ma era lecito aspettarsi più sostanza dalla squadra di Giampaolo. Per questo, la prossima trasferta di Parma sarà molto, molto più “pesante”.

L’URLO DI FRATTESI

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Già dalla formazione, Inzaghi inizia a calibrare le risorse pensando al derby di domenica prossima, con in mezzo l’ultima del maxi-girone di Champions contro il Monaco: Carlos Augusto fa riposare Dimarco, Darmian arretra nelle terre di Pavard, ma è a centrocampo che i cambi sono più sostanziosi. Zielinski è ripescato da regista ma, soprattutto, il “malpancista” Frattesi torna titolare in campionato per la prima volta dal 30 ottobre. Visto il chiacchiericcio sulla sua voglia di andarsene a Roma, che proseguirà fino all’ultimo giorno di mercato, la mezzala della Nazionale aveva tutti gli occhi addosso e ha fatto subito la cosa che meglio gli riesce: segnare. Dopo un gioco di prestigio di Thuram su Baschirotto (gravissimo l’errore precedente del terzino Guilbert), Frattesi ha spinto la palla in rete sul tocco del francese. E poi si è messo l’indice sulla bocca nella più classica delle esultanze polemiche prima di abbracciare il collaboratore di Inzaghi, Mario Cecchi. Evidentemente, le troppe parole in chiave mercato non piacciono all’ex Sassuolo che, invece, convince tutti quando si concentra solo sul campo. Come tutta l’Inter, del resto, che in Salento è focalizzatA dall’inizio, decisa a rispondere al Napoli e a chiudere la pratica in tempo record.

GRANDINATA

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Il tenerissimo Lecce, poi, aiuta Simone nel proposito di risolverla in fretta, visto che la fase difensiva è lacunosa e certi errori individuali in uscita vanificano pure le potenzialità offensive: peccato perché il tridente di Giampaolo, Pierotti-Krstovic-Tete Morente, sarebbe pure interessante. L’unico sussulto difensivo nel primo tempo nerazzurro è un giallo che deve spendere De Vrij su Krstovic e un sinistro di Dorgu, talentino che piace allo United ma troppo intermittente stavolta. Davanti alla porta del leccese Falcone, invece, è una continua grandinata interista: rimpalli, conclusioni, pericoli, pure sprechi. Quello di Thuram, con un piattone troppo largo a un metro dalla porta, un tempo sarebbe andato diritto a “Mai Dire Gol”. Tra il 24’ e il 25’ vengono annullati due gol nerazzurri, uno su percussione di Carlos Augusto e uno a Frattesi su passaggio del numero 9 (è il Var a togliergli la doppietta). Ma lo 0-2 è solo rimandato e arriva con l’uomo più in forma in questo tratto di strada: Lautaro segna il terzo gol in tre partite, il sesto nelle ultime otto. Stavolta il colpo di cannone da fuori area è ancora più bello perché mancino, inatteso.

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IL LARGO

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Nell’Inter di Inzaghi la regola del giallo resta una legge marziale: il tecnico (che si era fatto ammonire pure lui nel primo tempo) toglie De Vrij per evitare rischi di squalifica pre-derby e ripesca Bisseck, stavolta da centralone. Al contrario, Giampaolo cerca nuove idee dal centrocampo, che è andato in enorme difficoltà: Coulibaly tra Pierret ed Helgason ha sofferto particolarmente e per questo lascia il posto a Ramadani. Solo in apparenza, però, è un altro Lecce, giusto un paio di tiri di Krstovic illudono che sia cambiato il vento, invece l’Inter da trasferta è una creatura spietata. Non fai neanche il tempo a distrarti, che la squadra di Inzaghi ne piazza sotto il naso altri due. Il sospetto che sotto la maschera di Dumfries ci sia Maicon cresce perché l’olandese nel 2025 trasforma in oro tutto quello che tocca: il gol mancino dello 0-3 è uno dei più belli della recente collezione. Poi lo straripante Frattesi si procura un rigore dopo uscita sciagurata di Falcone: è Inzaghi dalla panchina che vuole che batta Taremi, entrato al posto di Lautaro, e l’iraniano non lo tradisce. Prima della fine, Giampaolo prova a sparare le ultime cartucce con gli ingressi di Kaba e Karlsson e trova l’occasione più grande della giornata con un destro a giro di Ramadani. Poi un po’ di paura per un contrasto Barella-Dorgu in cui ha la peggio il nerazzurro (entrato al posto di Frattesi), che si rotola a lungo nell’erba prima di rientrare: quando Nicolò si rialza, Inzaghi sorride più che nei gol perché ciò che conta è ormai solo domani. Inteso come Monaco, Milan e, soprattutto, Napoli.





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