AI, per i gestori il sorpasso di DeepSeek può rivoluzionare il settore

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L’app cinese ha superato ChatGPT negli USA, rilasciando un nuovo modello low cost che utilizza chip meno avanzati. Nvidia e le altre tremano: per gli analisti qualcosa è definitivamente cambiato

Il ciclone DeepSeek si è abbattuto sul tech USA e non solo. A sorpresa l’applicazione cinese di intelligenza artificiale ha infatti raggiunto il primo posto nei download gratuiti dell’app store di Apple, sia in patria sia negli Stati Uniti, superando negli States la rivale di casa ChatGPT. La notizia ha immediatamente scatenato il panico sui mercati, soprattutto perché la startup del Dragone utilizzerebbe chip low cost e a basso consumo di elettricità, minacciando quindi seriamente concorrenza e investimenti sia in America sia in Europa. I titoli tecnologici, dai microprocessori al comparto dell’AI, sono subito andati tutti al tappeto. Nvidia, Microsoft, Alphabet, Broadcom, Asml, Meta, Google: non ce n’è uno che non abbia pagato il conto del sorpasso cinese.

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Intelligenza artificiale low cost
Giacomo Calef, country manager di NS Partners
Giacomo Calef, country manager di NS Partners

Fondata nel 2023 da Liang Wenfeng, e supportata dall’hedge fund High-Flyer di Hangzhou, l’azienda cinese ha presentato qualche giorno fa il suo ultimo modello di AI: DeepSeek-R1, capace di raggiungere livelli molto avanzati di ragionamento. Livelli paragonabili a quelli dei sistemi leader sviluppati da aziende statunitensi come OpenAI e Anthropic, ma con un plus bomba: l’efficienza in termini di costi. “La startup afferma di aver addestrato il modello utilizzando un hardware significativamente meno potente e con una spesa complessiva molto inferiore rispetto agli standard abituali”, spiega Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners. Stando al documento di ricerca dell’azienda, la ripartizione dei costi ha infatti dell’incredibile: 40-50 milioni di dollari per 2.048 GPU Nvidia H800 e 5 milioni per l’addestramento. “Con circa 55 milioni di dollari”, sintetizza l’esperto, “DeepSeek ha raggiunto ciò che molti pensavano richiedesse centinaia di miliardi”. Il successo starebbe insomma nella capacità di ottimizzare un hardware meno recente e sviluppare tecniche innovative come multi-head latent attention (MLA) e le architetture mixture-of-experts (MoE): tutti progressi che hanno permesso di ottenere prestazioni elevate con requisiti di memoria e costi operativi minori.

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A rischio i margini di Nvidia. E non solo
Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia
Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia

Inevitabile che tali risultati abbiano portato gli investitori a temere un forte calo dei margini di Nvidia. “È arrivato un nuovo competitor nell’intelligenza artificiale che riesce a produrre un modello AI con bassissimi costi di training (dai 100 milioni di dollari degli altri, a 5 milioni), con l’uso di poche GPU (da 100 a 2k) e senza avere bisogno del sostegno di costosissimi data center”, avverte Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. Per Calef, la società ha insomma costretto a una rivalutazione della traiettoria del settore. E le conseguenze del cambiamento potrebbero essere di vasta portata. “Potrebbe spingere i giganti tech statunitensi a ripensare le loro strategie”, argomenta, “portando potenzialmente a un’ondata di riduzioni dei costi e innovazioni focalizzate sull’efficienza. Non solo: “Il modello open-source di DeepSeek, che consente l’uso commerciale gratuito e lo studio, potrebbe accelerare la democratizzazione della tecnologia e intensificare ulteriormente la competizione”.

Cigno nero o opportunità per il tech USA?

Naturalmente la strada per l’azienda non è tutta in discesa e il suo sviluppo non è privo di sfide. “Le rigide leggi sulla censura in Cina limitano i suoi modelli dall’affrontare temi politicamente delicati, come ad esempio l’indipendenza di Taiwan, ostacolando una piena diffusione nei mercati internazionali dove la libertà di espressione è cruciale”, sostiene Diodovich. Secondo cui è quindi presto per definire DeepSeek il cigno nero del tech USA. “È un po’ la TEMU per ChatGPT, Claude e CoPilot. E i principali attori nel mondo dell’intelligenza artificiale (OpenAI, DeepMind, Google, Meta AI, Anthropic, Stability AI) prenderanno spunto per rivedere i propri processi, utilizzando meno hardware ma ottimizzando con le scelte fatte dalla start-up cinese”, sostiene.

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Sulla stessa linea Calef, secondo cui il settore tecnologico si prepara quindi a una nuova era dello sviluppo dell’AI, in cui efficienza e convenienza avranno la precedenza sulla pura potenza computazionale. “Per Nvidia, ciò potrebbe significare un cambiamento di focus verso l’ottimizzazione dei suoi prodotti per una gamma più ampia di applicazioni, piuttosto che rivolgersi esclusivamente agli sviluppatori di AI di alta gamma”, analizza. E nel frattempo, investitori e politici “osserveranno attentamente come le innovazioni di DeepSeek ridisegnino il panorama globale dell’AI”. Insomma, dopo il panico iniziale, l’ascesa della società potrebbe diventare un’opportunità per il settore di evolversi e adattarsi a un futuro più sostenibile e inclusivo.

I risvolti geopolitici

Quanto alle ripercussioni geopolitiche, secondo Calef il successo di DeepSeek è anche una conseguenza non intenzionale delle restrizioni alle esportazioni statunitensi sulle tecnologie dei semiconduttori avanzati. “Limitando l’accesso di Pechino a chip di alta gamma come l’H100 di Nvidia, gli Stati Uniti hanno involontariamente spinto le aziende cinesi a sviluppare alternative più efficienti. Ciò non solo ha permesso a DeepSeek di superare i suoi concorrenti occidentali, ma ha anche sollevato interrogativi sull’efficacia a lungo termine di tali politiche commerciali”, osserva. Non solo. Per Diodovich in questo caso anche un possibile intervento del presidente Donald Trump non avrebbe alcun impatto, dal momento che si tratta di un modello open-source che ha mostrato come battere i giganti dell’AI con soluzioni smart. “Il merito è legato agli sviluppatori cinesi di aver battuto gli statunitensi. La presunzione USA di avere un assoluto predominio nel mondo AI è sparita in pochi giorni”, afferma l’esperto di IG Italia.

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L’AI si conferma come prossima grande ondata tech

Probabilmente, però, il successo di DeepSeek potrebbe accelerare il progetto Stargate annunciato da Trump. La joint venture da 500 miliardi di dollari per le infrastrutture di intelligenza artificiale concentrata sul mercato statunitense è costituita da Softbank, Oracle, OpenAI e MGX (come potenziale investitore esterno), con partner tecnologici che probabilmente includeranno Nvidia, ARM, Microsoft e Oracle. Per Graeme Clark, portfolio manager di Janus Henderson, ci sono alcuni fattori che vale la pena considerare su Stargate. “In primo luogo, e soprattutto, riteniamo che rappresenti un’ulteriore conferma del nostro punto di vista sull’importanza dell’AI come prossima grande ondata informatica”, assicura. Poi, a suo parere, appare almeno in parte come una formalizzazione della spesa che sarebbe stata effettuata in modo organico (e la conferma è un elemento positivo). In terzo luogo, per l’esperto il piano è servito anche come cartina di tornasole per l’accordo OpenAI/Microsoft.

In quanto leader indiscusso nello spazio dell’infrastruttura AI, il lancio di Stargate fa bene pure a Nvidia, le cui GPU e sistemi integrati rimangono al centro di quasi tutti i principali datacenter. “Oltre a ciò, vi è un numero crescente di altri fornitori le cui tecnologie sono al centro di progetti di AI, tra cui Arista, Ciena, Dell, Broadcom, Micron, Flex, ecc.”, precisa Clark. Non è chiaro quanto dell’iniziativa sia una nuova capacità incrementale rispetto a quella che sarebbe stata costruita organicamente, ma per l’esperto è chiaramente positiva per il sentiment sull’infrastruttura. “Infine, l’accordo e l’aggiornamento della partnership Microsoft/OpenAI sembrano essere vantaggiosi per i partecipanti chiave”, conclude.

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