di Serena Palumbo
Matteo Morvillo e Amedeo Valestra, diciassettenni di Massa Lubrense, hanno unito le loro passioni per la cucina e le nuove tecnologie, creando «Cucinalo»: un’applicazione che sfrutta l’intelligenza artificiale per ridurre gli sprechi alimentari domestici
Sul ripiano del frigorifero, dimenticato, c’è un panetto di burro. Accanto una confezione di uova. Sullo scaffale della dispensa, invece, un barattolo di marmellata alle ciliegie. Poco distante anche una confezione di farina. Ingredienti comuni in casa, ma spesso «accantonati» e lasciati scadere. E che, invece, ora possono diventare ottimi biscotti. A suggerire la ricetta è «Cucinalo», un’applicazione che sfrutta l’intelligenza artificiale per ridurre gli sprechi alimentari domestici, nata grazie alla passione e allo studio di Matteo Morvillo e Amedeo Valestra, due diciassettenni di Massa Lubrense, a pochi passi da Sorrento.
Matteo e Amedeo, come funziona «Cucinalo»?
«Basta aprire il frigorifero o l’anta della dispensa e fotografare i “cibi abbandonati”. Poi pensa a tutto l’applicazione. In pochi istanti formula delle proposte di ricetta, personalizzabili con preferenze e intolleranze. Di seguito la fase di preparazione, indicata e supportata passaggio dopo passaggio: quantità, dosaggi, modalità di cottura e persino consigli per impiattare».
«Inquadrando burro, uova, marmellata e farina, l’AI “pensa” subito ai biscotti. Una volta rilevati gli ingredienti, procede all’elaborazione, suggerendo di preriscaldare il forno a 180 gradi; mescolare in una ciotola 50 grammi di farina con 30 grammi di burro; aggiungere un uovo, ottenendo un impasto omogeneo; dividere il preparato in panetti e farcirli di marmellata. Infine, la cottura per 12-15 minuti. Come li farebbero le nostre nonne».
«Tornando dal mare. Siamo amici dall’infanzia, ma con passioni differenti. Io (a parlare è Matteo, ndr) sono appassionato di nuove tecnologie, mentre Amedeo di cucina. Studiamo entrambi all’istituto polispecialistico San Paolo di Sorrento, ma a due indirizzi differenti: io informatica e lui enogastronomia. Sporchi di salsedine, tornando a casa dalla spiaggia di Nerano, ci siamo detti: “Uniamo le nostre personalità: cucina e nuove tecnologie”. Amedeo, che dopo la scuola lavora come cuoco, lamentava gli sprechi dei cibi “dimenticati”. Io, invece, gli raccontavo del potenziale dell’intelligenza artificiale. Ed ecco “Cucinalo”».
Come l’avete realizzata?
«Amedeo ha curato l’aspetto delle ricette e studiato tutte le possibili combinazioni create dall’AI, perfezionando dosaggi e modalità di cottura. Suggerendo anche altre funzioni dell’app utili per chi si cimenta ai fornelli, come la possibilità di creare un proprio ricettario, di salvare le ricette che sono piaciute, ma anche tutte le opzioni ideate per vegani, vegetariani e le singole intolleranze. L’occhio del cuoco è stato fondamentale, l’intelligenza artificiale è ancora poco intelligente. Va controllata».
E tu, Matteo, di cosa ti sei occupato?
«Dello sviluppo dell’app a tutto tondo, dalle grafiche al funzionamento. Fino al “lancio” su Apple Store e Google Play, dov’è scaricabile gratuitamente».
Ecco, il lancio: quando è avvenuto?
«Il 27 dicembre. E a distanza di solo un mese siamo davvero soddisfatti, perché oltre 3.000 utenti hanno già scaricato l’applicazione. Altro dato di cui siamo contenti è l’utilizzo: sono stati cucinati oltre 200 chili di cibo. Ci siamo auto finanziati, credendo nella riuscita del progetto, anche quando era solo un’idea arrivata dopo una giornata di mare. E ora che è concreta non ci fermiamo, stiamo pensando a come migliorare il servizio».
«Stiamo pensando alla possibilità di trascrivere in digitale i ricettari cartacei, magari quelli delle nonne che molti conservano gelosamente. Immaginiamo che con una foto alla pagina, l’intelligenza artificiale possa digitalizzare la grafia e rendere potenzialmente immortali i sapori del passato».
A proposito di sapori, l’essere nati in penisola sorrentina, terra di agrumi e antiche tradizioni culinarie, quanto ha contribuito alla creazione di «Cucinalo»?
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