“Dopo 80 anni l’antisemitismo è ancora qui”

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Foto: Comune di Trieste

Non è stata fra le più partecipate l’edizione 2025 della Giornata della Memoria alla Risiera di San Sabba: nonostante quest’anno cadesse l’80esimo anniversario della Liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, il piazzale della Risiera era semivuoto, con una scarsa presenza anche di studenti delle scuole.
L’edizione di quest’anno del 27 gennaio era stata anche preceduta da manifestazioni in città, in cui si erano rinnovate le accuse a Israele di “genocidio” e “colonialismo”, e anche di casi di palese antisemitismo, e i possibili sviluppi positivi della situazione in Medio Oriente non sembrano aver stemperato la tensione.

Il 7 ottobre ha nuovamente liberato l’antisemitismo”.

Alexander Meloni

Lo stesso rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, ha rotto il rituale, parlando prima della funzione religiosa, denunciando un antisemitismo crescente. “Il 7 ottobre ha nuovamente liberato l’antisemitismo” ha detto, sottolineando come nelle manifestazioni pro Palestina si sia messa in dubbio perfino la stessa esistenza d’Israele “una cosa – ha aggiunto – che facevamo solo i nazisti.”


Foto: Comune di Trieste
Foto: Comune di Trieste

Da tutti gli interventi è giunto comunque un invito alla riflessione, e a utilizzare il 27 gennaio soprattutto per far comprendere ai giovani l’orrore della Shoah e fronteggiare nuovi antisemitismi. Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha ricordato come “la Shoah rappresenti il culmine della disumanizzazione e dell’odio ideologico incarnati dal regime nazista e dai suoi alleati fascisti”. “Il nazifascismo, attraverso leggi razziali, propaganda e un sistema repressivo capillare, ha trasformato l’odio in politica di Stato, giustificando la persecuzione sistematica di intere categorie di persone. In Italia – ha aggiunto – e purtroppo nella nostra città, fortunatamente oggi simbolo di multiculturalità e interreligiosità, le leggi razziali del 1938 segnarono un punto di non ritorno, escludendo gli ebrei dalla vita pubblica e preparando il terreno per le deportazioni nei campi di sterminio. Anche in questo luogo da dove si partiva per non tornare più, molte vite sono state straziate”.

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Il regime non avrebbe potuto agire senza la complicità di ampi settori della società: collaboratori, delatori e indifferenti che, con le loro azioni o con il loro silenzio, alimentarono la macchina dell’odio”.

Roberto Dipiazza

“Ma il regime non avrebbe potuto agire – ha ricordato – senza la complicità di ampi settori della società: collaboratori, delatori e indifferenti che, con le loro azioni o con il loro silenzio, alimentarono la macchina dell’odio. Ricordare il ruolo del nazifascismo non significa solo analizzare le sue atrocità, ma anche vigilare affinché ideologie simili non trovino più spazio nella società. Di fronte a tale brutalità, ci furono però donne e uomini che decisero di opporsi, spesso a costo della propria vita, combatterono per salvare vite umane e per restituire dignità e libertà al proprio Paese. In Italia, la resistenza di tutti rappresentò un faro di speranza e un esempio straordinario di sacrificio”.
Anche Alessandro Coretti, primo cittadino di San Dorligo – Dolina, ha invitato a interpretare il Giorno della Memoria non solo come un atto commemorativo, “ma come un impegno a fare di più per evitare il ritorno di sentimenti antisemiti e di orrori”.

Ho visto le manifestazioni nei giorni precedenti, dove viene umiliata la memoria di persone perseguitate, uccise, deportate nei campi di concentramento”.

Massimilaino Fedriga

A margine della cerimonia, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, presente con altre autorità, ha sottolineato come su questi temi, come la guerra in Medio Oriente e l’atteggiamento verso la comunità ebraica, le divisioni continuino a essere forti, e “vengano alimentate anche qui: ho visto le manifestazioni nei giorni precedenti, dove viene umiliata la memoria di persone perseguitate, uccise, deportate nei campi di concentramento. Penso che per questo sia importante la presenza delle istituzioni qui oggi, proprio per ricordare che la storia, anche soprattutto quella drammatica vissuta dal popolo ebraico, non si può piegare alle logiche opportunistiche legate all’attualità”. “Sono rimasto molto colpito dalle parole delle senatrice Liliana Segre che ha affermato che ‘quando l’ultimo di noi sopravvissuti morirà, quanto accaduto nei campi di concentramento e le persecuzioni subite dagli ebrei rimarranno solo frasi sui libri di storia’. Questo noi non lo possiamo permettere, e anche per questo le celebrazioni di oggi vogliono superare le frasi sui libri di storia e continuare ad essere una testimonianza”.

Palatucci è stato un uomo giusto che ha servito la povera gente, che ha salvato migliaia di ebrei destinati alla morte”.

Pietro Ostuni

Poco prima, al carcere del Coroneo in città, era stata deposta una corona d’alloro della Polizia di Stato presso la lapide che ricorda la prigionia di Giovanni Palatucci, questore di Fiume, morto a Dachau e a cui viene attribuita la salvezza di centinaia di ebrei fiumani. “È stato un uomo giusto – ha ricordato il questore di Trieste Pietro Ostuni – che ha servito la povera gente, che ha salvato migliaia di ebrei destinati alla morte. Si è sacrificato in prima persona e noi rispetto a quello che ha fatto lui, ci dobbiamo sentire piccoli, piccoli. È stato un grande e veramente ha fatto tanto: siamo onorati di averlo avuto tra i nostri”.
Poco dopo una marcia silenziosa ha raggiunto la Stazione Centrale, dove l’Associazione nazionale ex deportati ha deposto una corona d’alloro presso la lapide che ricorda la partenza dei convogli che dal settembre 1943 al febbraio 1945 trasportarono i deportati nei campi di concentramento.


Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

Manifestazioni si sono svolte anche in altre città del Friuli Venezia Giulia. A Gorizia c’è stata una cerimonia di deposizione di una corona al Monumento dei Deportati in Germania, mentre a Monfalcone la commemorazione si è svolta nel cimitero davanti al cippo dei Deportati A Pordenone in piazza Maestri del Lavoro c’è stata la consegna delle medaglie d’Onore da parte del prefetto, e una cerimonia si è svolta anche nella Prefettura di Udine.

Alessandro Martegani


Foto: Martegani
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