Quattro ragazzi morti in incidente dopo il compleanno: rinviati a giudizio due dirigenti comunali 

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di Enzo Beretta

Il giudice per l’udienza preliminare di Perugia, Natalia Giubilei, ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio stradale due dirigenti comunali del settore Lavori pubblici del Comune di San Giustino (uno dei quali in pensione) finiti sotto inchiesta in seguito al drammatico incidente stradale in cui la notte del 3 dicembre 2022 hanno perduto la vita quattro giovani. Le vittime si chiamavano Natasha Baldacci, che era alla guida, Nico Dolfi, Gabriele Marghi, tutti 22enni e residenti a Città di Castello, e Luana Ballini, 17 anni, di Monte Santa Maria Tiberina. Si trovavano tutti e quattro a bordo della stessa auto e stavano rientrando da una festa di compleanno quando sono finiti fuori strada. Il processo per i due dirigenti comunali Marco Giorgis e Massimo Boncompagni – un 63enne tifernate e un 70enne di Arezzo – ritenuti responsabili di omicidio stradale per non aver ripristinato il guard rail che non c’era più da quando, sempre nello stesso punto, si era verificato un altro incidente nel 2018, inizierà il 22 aprile davanti al giudice Elena Mastrangeli. I due imputati vengono ritenuti responsabili dal pm di aver «violato le norme in materia di circolazione stradale»: con «colpa, consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia non curavano la manutenzione di via Umbra in San Giustino, in quanto omettevano di ripristinare idonea barriera stradale di sicurezza, rimossa successivamente al sinistro stradale avvenuto il 1° aprile 2018, quale necessario dispositivo a protezione della pila del ponte sito lungo la strada». 

Parti civili Gli imputati vengono difesi dagli avvocati Vittorio Betti e Luca Fanfani, i legali di parte civile sono invece Riccardo Vantaggi, Eugenio Zaganelli, Giacomo Bacchi, Federica Capocci, Marco Nicastro, Leonardo Gabrielli e Gloria Cangi che hanno avanzato importanti richieste di risarcimento: le domande complessive dei familiari delle vittime – 18 in tutto – ammontano a tre milioni di euro.

Dichiarazioni «Esprimiamo immensa soddisfazione per la decisione del gup sebbene c’è un po’ di rammarico per l’estromissione dal giudizio del responsabile civile Zurich – dichiara l’avvocato Vantaggi -. Forse, essere seduti tutti allo stesso tavolo, avrebbe facilitato il raggiungimento di un accordo». «Il processo – spiega l’avvocato Zaganelli – permetterà di fare piena luce e chiarezza sul comportamento negligente ed imprudente dei due dirigenti, con l’obiettivo per questa difesa volto ad ottenere giustizia».

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La difesa Il Comune di San Giustino dal canto suo difende i dirigenti e «contesta fermamente le pretese delle parti civili» che «nel caso di specie invertono artatamente l’ordine logico degli eventi, individuando come causa primaria l’assenza di barriera e, come causa, secondaria, la perdita di controllo da parte del conducente della vettura che l’ha portata fuori strada ad una velocità non consona allo stato dei luoghi». Secondo il Comune «l’assenza di barriera non ha determinato la fuoriuscita dalla carreggiata del veicolo»: «È la perdita di controllo del mezzo che viaggiava ad una velocità elevatissima, il doppio di quella consentita, in una sera di pioggia dove il fondo era bagnato – si legge – ad aver causato il grave sinistro che si sarebbe comunque verificato anche qualora la vettura avesse impattato contro la barriera». Nell’atto è spiegato che «qualora fosse stata presente la barriera, il sinistro avrebbe avuto il medesimo esito, considerato l’urto frontale tra la vettura e l’ostacolo fisso». Viene dunque contestata l’«esclusiva responsabilità del conducente della vettura, tenuto conto dei rilevantissimi danni riportati dall’auto» che «procedeva a 90 -100 km/h nonostante il buio e la pioggia battente». Quando l’automobilista ha perso il controllo del mezzo la Fiat Punto è «fuoriuscita dalla carreggiata ben 40 metri prima del punto d’urto con il pilone». Insomma, scrive l’avvocato, «la condotta dell’automobilista si è inserita nella catena causale dell’evento che non si sarebbe verificato se la stessa, postasi alla guida in stato di ebbrezza, non avesse perso il controllo del mezzo a velocità elevatissima che certamente ha impedito ogni manovra di emergenza». 

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