Coffee break – Stop alla fusione

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Lo scorso dicembre la corte federale ha bloccato l’operazione del consolidamento tra Kroger e Albertson negli Stati Uniti. Il motivo? L’operazione avrebbe limitato la concorrenza e aumentato i prezzi. Questo nonostante le due aziende avessero rassicurato sia i giudici che i consumatori che i prezzi sarebbero stati ridotti. Le due aziende avevano anche promesso di vendere 579 supermercati, ma il giudice ha pensato che questo non fosse sufficiente a garantire un mercato competitivo.

Il mercato americano del food retailing è molto grande, con oltre 1 trilione di dollari di fatturato, di cui l’85% è realizzato da 62mila supermercati “tradizionali” che sono rimasti in America dopo anni di consolidamento. Negli ultimi 20 anni ci sono stati dei cambiamenti importanti, dal costante consolidamento di operatori, con i grandi diventati sempre più grandi (Walmart, Costco, Kroger in primis),all’ingresso di nuovi player come Amazon, che oggi vende circa 40 miliardi di dollari in groceries.

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SI APRE LA DIATRIBA FRA KROGER E ALBERTSON

Il 14 ottobre 2022 Kroger e Albertson avevano annunciato un’operazione di fusione che avrebbe trasformato il settore del grocery retailing in America. La fusione di 2.722 negozi Kroger con i 2.271 negozi Albertson avrebbe creato un gigante della distribuzione alimentare con più di 4mila negozi e 300 miliardi di dollari di vendite. Kroger aveva messo sul tavolo degli investimenti importanti come 1 miliardo di dollari per abbassare i prezzi (oggi Albertson ha una politica di prezzi leggermente più alta di Kroger nel mercato), 1 miliardo di dollari per aumentare le retribuzioni dei lavoratori a ore e 1,3 miliardi di dollari per modernizzare una buona parte dei negozi Albertson.

Dopo due anni e due mesi di lavoro, le due aziende hanno deciso di fermare la fusione dopo che due giudici federali, uno dello Stato dell’Oregon e uno dello Stato di Washington, hanno dichiarato che l’operazione violasse le regole Antitrust. In teoria, Kroger avrebbe potuto ricorrere in appello, ma Albertson, l’11 dicembre scorso ha denunciato Kroger per “non avere usato tutte le soluzioni possibili” per chiudere l’operazione, una mossa che ha un po’ scioccato gli operatori del settore. Albertson chiede danni per 600 milioni di dollari.

Dopo l’annuncio, le azioni Kroger sono salite, a dimostrazione che il mercato azionario non fosse proprio d’accordo sull’operazione, mentre quelle di Albertson sono rimaste abbastanza piatte. Se guardiamo a un orizzonte temporale più ampio, le azioni Kroger sono salite del 36% dall’ottobre 2022, mentre quelle di Albertson sono calate del 6 per cento. In molti sono sorpresi dell’esito giudiziario e pensano che i criteri usati per decidere siano legati a un concetto di grocery un po’ limitato. Se è vero, infatti, che una fusione del genere avrebbe cambiato le sorti dei tradizionali supermercati americani, è giusto anche dire che i consumatori americani frequentano tanto catene come Walmart, Costco e più recentemente Amazon che non sono catalogate come catene di supermercati.

Walmart vende di tutto, ma il 60% circa del suo fatturato deriva dal grocery e quindi rimane l’azienda più grande con il 23-24% del mercato, contro il 12% di Kroger e il 7% di Albertson. Il CdA di Kroger, due giorni dopo la decisione del giudice, ha annunciato un programma di share buyback per 5 miliardi di dollari. Questa mossa, puramente finanziaria, ha aiutato ad aumentare il prezzo delle azioni, ma ha anche scatenato la reazione dei sindacati, che avrebbero invece voluto che Kroger investisse per migliorare le condizioni lavorative degli oltre 400mila dipendenti della società. E qualcuno vuole addirittura che il Ceo di Kroger, dopo questa mancata fusione, venga licenziato dal board, ma non penso che questo avvenga.

UN EPILOGO ANCORA DA SCRIVERE

Gestire una catena di supermercati può sembrare un lavoro semplice. Avere un buon assortimento, negozi puliti, personale educato e un prezzo giusto. In realtà è uno dei più complessi, perché richiede la gestione di mille dettagli in tempo reale, la maggior parte dei quali mentre i clienti sono presenti sui punti vendita, aperti con orari prolungati. Bisogna sempre e assolutamente trovare modi diversi e sostenibili per efficientare i costi, così che si possa competere nonostante margini minimi e, in genere, molto più bassi rispetto a quelli dell’industria. Kroger ha una dimensione tale per poter continuare a fare bene anche senza Albertson. E magari acquisirà catene regionali più piccole senza incorrere nel rischio di Antitrust. Albertson, lo sapremo nei prossimi 1-2 anni.

© Riproduzione riservata



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