Una lettera dal “linguaggio offensivo e aggressivo” quella ricevuta dal sindaco Carlo Masci, ma anche piena di errori sulla ricostruzione dei fatti e, soprattutto, in cui si continua a confondere la persona Carla Tiboni con ciò che sono l’Associazione, la Fondazione e i Premi Flaiano che rappresenta non per “diritto di successione”, ma in quanto democraticamente eletta dal consiglio di amministrazione. Una circostanza questa cui aveva fatto ampio riferimento già nel giorno della comunicazione della decisione di lasciare Pescara per il 2025. Premi che tra l’altro, precisa quindi nella lettera di risposta Tiboni, non sono un “monopolio”, ma un marchio regolarmente “registrato da anni” che “quindi nessuno può utilizzare il nome dei Premi e non l’associazione Flaiano che ne è titolare e proprietaria”.
Questo il succo dell’articolata risposta che la presidente dei Premi internazionali Ennio Flaiano, manifestazione di interesse internazionale e che ha ricevuto la medaglia del presidente della Repubblica come si legge nella carta intestata, ha inviato al sindaco. Una lettera di replica in cui, sottolinea ancora Tiboni, non userà il linguaggio “aggressivo e offensivo” con cui ha bollato quella ricevuta, “perché il rispetto istituzionale va sempre conservato”.
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Una risposta con cui Tiboni oltre a intendere smentire le dichiarazioni fatte dal primo cittadino sul sostegno dati sempre ai Premi anche in merito ai contributi ricordando di aver partecipato a una commissione in cui si parlò di 70mila euro di finanziamento per il 2025 cosa che dimostrerebbe che il dialogo con il Comune ci sarebbe stato e che per l’uso di piazza Salotto nel 2024 soldi li hanno messi i Premi stessi dopo aver comunque versato una caparra all’Ente manifestazioni pescaresi per il teatro d’Annunzio poi scopertosi inagibile, rimarca le ragioni di quella “scarsa serenità” per cui i Premi avrebbero deciso di migrare in altra sede per il 2025. E quella ragione risiede proprio nel fatto, come sarebbe avvenuto con la lettera ricevuta, che si continua a confondere la persona Carla Tiboni con ciò che sono Premi, associazione e fondazione continuando, in sostanza, con quelli che non sarebbero altro che attacchi personali. A non avercela la serenità dunque non sarebbe lei, che anzi la cosa la smentisce di netto, ma proprio i Premi dietro cui ci sono altre persone e una massiccia organizzazione.
Una replica in cui Carla Tiboni non manca di citare suo padre, Edoardo Tiboni, citato anche nella lunga lettera del sindaco, e in cui se c’è qualcuno che considera i Premi Flaiano un “pacco postale” sarebbe proprio il sindaco perché per la presidente sono “la punta di diamante della cultura abruzzese”.
La riposta della presidente Carla Tiboni al sindaco Carlo Masci
Egregio Signor Sindaco,
ho letto ciò che lei ha scritto e che i media hanno pubblicato. Non userò il suo linguaggio aggressivo e offensivo, perché il rispetto istituzionale va sempre conservato; mi vedo però costretta a rispondere perché la Sua lettera è piena di inesattezze ed errori, che vanno corretti con dati alla mano.
Prima di entrare nel merito, vorrei fugare i dubbi su un aspetto importante della questione che è stato da Lei mistificato, se non altro per il rispetto che merita il fondatore dei Premi, Edoardo Tiboni che è stato offeso prima di me. Bisogna distinguere la mia persona e il mio nome dal ruolo che rivesto, perché sono due realtà differenti che Lei invece continua a confondere.
Io non sono presidente per diritto di successione ma sono stata eletta il 6 febbraio 2016 da un Consiglio di Amministrazione che, all’unanimità, ha ritenuto che io potessi proseguire lo straordinario progetto culturale creato da mio padre che ha reso i Premi Internazionali Flaiano una delle manifestazioni più importanti d’Italia. Già questo sarebbe sufficiente per risponderLe, ma intendo fare chiarezza anche per alcune dichiarazioni riportate dalla stampa e da me mai pronunciate:
1. Io non ho mai detto che mi sarei rivolta al miglior offerente. La cultura, e non deve certo insegnarmelo lei, perché l’ha già fatto mio padre, non si mercanteggia, ma si lavora per renderla elemento di crescita di una comunità. E questa è la sua prima dichiarazione che smentisco.
2. Per quanto riguarda l’accusa di non aver informato il Comune delle decisioni prese e di aver interrotto i rapporti istituzionali, innanzitutto non credo che rientri nei miei obblighi quello di informare il Comune di ogni attività dell’Associazione perché non è una partecipata né una controllata del Comune; per quanto riguarda invece, i rapporti istituzionali, forse Lei non lo saprà ma il 19 novembre 2024, sono stata invitata e ascoltata in Commissione Cultura. In quella occasione i consiglieri di maggioranza e di opposizione si trovarono concordi non solo sull’importanza dei Premi Flaiano per Pescara ma anche sulla necessità per i Premi di avere un aumento di finanziamento (si parlò di 70mila euro da parte del Comune) e soprattutto mi resi disponibile quale rappresentante dell’Associazione Flaiano all’ingresso come socio del Comune, così come mi era stato richiesto in Commissione. Quindi, come vede, questa è la seconda inesattezza della Sua lettera.
3. Per quanto riguarda i contributi per il 2025 facciamo anche qui un doveroso chiarimento: la giunta ha liquidato il dup (documento unico di programmazione) il 12 o 13 dicembre scorso. Già il documento conteneva inspiegabilmente il taglio ai finanziamenti per il Flaiano di 30mila euro. In virtù di questa amara sorpresa, mi sono confrontata con alcuni consiglieri di maggioranza e di opposizione che non mi hanno saputo dare una motivazione di questa drastica riduzione perché non ne erano a conoscenza.
Il finanziamento della Regione è stato votato successivamente in data 30 dicembre 2024. I finanziamenti della Regione e del Comune come lei ben sa, non sono mai stati sommati tra loro per raggiungere una somma utile ai Premi per l’organizzazione degli eventi, perché sono due enti distinti che contribuiscono al finanziamento.
4. Per quanto riguarda lo scorso anno per il quale Lei riferisce che il Comune si è accollato il costo della manifestazione di Piazza Salotto, devo nuovamente smentirla: l’Associazione Flaiano aveva già stipulato un contratto con l’Emp (Ente manifestazioni pescaresi) e versata la relativa caparra. Il 20 marzo 2024, il teatro d’Annunzio veniva chiuso per inagibilità, fermo restando che nel contratto sottoscritto non è mai stato precisato che il 20 per cento della platea non poteva essere utilizzato per le criticità già esistenti.
Quindi il Comune che controlla l’Ente manifestazioni pescaresi si è dovuto accollare i costi, ma aggiungo ciò non è stato assolutamente sufficiente perché l’Associazione Flaiano ha dovuto pagare 28.000 euro ulteriori per l’allestimento e altri costi di Piazza Salotto, che ha spese di gran lunga maggiori rispetto al Teatro d’Annunzio. Aggiungo in ogni caso che l’Amministrazione comunale non mi ha mai reso noto che anche quest’anno si sarebbe fatta carico delle spese di Piazza Salotto, perché alla lettera di richiesta di disponibilità di piazza Salotto inviata a mezzo pec, in data 01/08/2024, (n. prot. 0162738 Comune di Pescara) dall’Associazione Flaiano, sia a lei che all’assessore alla Cultura, non è mai stato dato alcun riscontro.
5. Per quanto riguarda quelle che lei definisce minacce, il suo lessico non corrisponde a ciò che io ho dichiarato nei giorni scorsi; e cioè che le somme a disposizione non erano sufficienti per poter organizzare i Premi Flaiano e che questa atmosfera non ci consentiva di lavorare con serenità. Lei invece ha confuso questo stato d’animo con la mia persona che le assicuro è serenissima perché tra le altre cose, ha avuto modo di capire in questi giorni quanto il lavoro di mio padre e il brand raggiunto oggi dai Premi, sia stato premiato dalle numerosissime richieste di amministrazioni comunali di centro destra e centro sinistra, di ospitare i Premi Flaiano, oltre alla solidarietà che ho ricevuto dai cittadini pescaresi e abruzzesi tutti e dagli attori premiati. La serenità è uno stato d’animo che si coltiva con il giusto spirito di collaborazione e di rispetto.
6. Io non ho mai utilizzato clave o altri strumenti contundenti agitandoli per avere ragione, perché la cultura della violenza verbale non mi appartiene come Lei ben sa, visto che ci conosciamo da molti anni, oltre ad essere colleghi.
7. Per quanto riguarda il nome dei Premi Flaiano, commette un altro errore: il marchio/brand è regolarmente registrato da anni e quindi nessuno può utilizzare il nome dei Premi se non l’Associazione Flaiano che ne è titolare e proprietaria. I Premi Flaiano possono essere portati ovunque e fregiarsi del nome in ogni luogo e in ogni tempo senza chiedere l’autorizzazione.
8. Per quanto riguarda il monopolio a cui lei fa riferimento, anche qui sono costretta a smentirla nuovamente: vede signor sindaco, organizzare eventi non è un passatempo e non è nemmeno cosa da principianti, richiede preparazione, competenza, dedizione e soprattutto umiltà. I Premi Flaiano sono diventati un contenitore di eventi che si svolgono tutto l’anno e che sono aperti a tutti, dai meno famosi ai più famosi perché sono popolari e tutti sempre gratuiti.
9. Per quanto riguarda i contorni oscuri che lei attribuisce all’ipotesi del trasferimento dei Premi, mi spiace che non riesca a vedere quanta chiarezza ci sia in questa vicenda: i Premi Flaiano hanno un costo rilevante per la loro realizzazione, ma il Comune gli ha tolto 30mila euro nonostante l’indotto economico e turistico sulla città di Pescara e in Abruzzo.
10. Forse lei considera i Premi Flaiano un pacco postale, io li considero la punta di diamante della cultura abruzzese perché il riconoscimento non proviene dalla politica ma dal pubblico e dai premiati che arrivano da ogni parte d’Italia e del mondo, pur di ricevere il Pegaso d’oro, senza chiedere mai alcun compenso ma ospitati e trasportati a Pescara con i necessari costi di organizzazione.
11. Lei continua a sottolineare che sono io che voglio portare via i Premi, ma prosegue con le sue offese a me e allo staff professionale dei Premi, oltre alle inesattezze come quelle contenute in questa lettera che considero poco elegante.
12. Vede signor sindaco, io non posso insegnare nulla a lei, ma certamente lei non può insegnare altrettanto nulla a me.
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