Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Quali saranno le sorti dell’ambiente dopo la vittoria di Trump?
La risposta, ormai, è scontata e ce l’aspettavamo da tempo quale sarebbe stata. Anche Strisciarossa se ne è occupata in almeno un paio di occasioni (“Stiamo viaggiando inconsciamente verso una catastrofe” il 2 novembre dello scorso anno e “Trump dice no alla lotta contro il cambiamento climatico e mette a rischio la terra (e le nostre vite)” il successivo 11) e la previsione era che ancora una volta gli Stati Uniti avrebbero ritirato la firma dagli accordi stipulati a Parigi nel dicembre del 2015.
Il peggio previsto e temuto si sta già avverando
Quindi nessuna sorpresa: una pessima notizia, ma nessuna sorpresa e il problema resta quello che si temeva. Ma poiché il peggio doveva ancora venire è, appunto, arrivato con il proselitismo registrato in non poche delle promesse minacciate da Trump nella campagna elettorale. Alcune anche sotto la spinta del suo alter ego Elon Musk.
È in questo che vedo rischi crescenti e ancora maggiori. Faccio un esempio che riguarda un importante e stimato imprenditore campano il quale opera soprattutto nella componentistica per automobili con stabilimenti su tutta la Terra che danno lavoro ad oltre 20.000 persone. Ebbene in un evento nel quale è intervenuto si è così espresso: “Musk è un genio, un visionario, una forza inarrestabile che può cambiare il mondo”.
E su questo è difficile non concordare. Almeno lo è senza sapere quale tipo di genialità è attribuibile al personaggio e quale tipo di cambiamento può realizzare per il mondo. Il possibile equivoco viene subito chiarito quando si passa a parlare dell’auto elettrica che l’imprenditore al quale mi riferisco definisce “un suicidio ideologico” il cui successo provocherebbe milioni di disoccupati. Oltre a metterci nelle mani dei cinesi. Allora? “meno male” che Musk prende le distanza dall’auto elettrica e dalla transizione energetica tanto auspicata da Greta Thumborg e Frans Timmermans.
Ecco come si avviano a stare le cose su questa Terra sulla quale, sempre secondo Elon Musk durante la campagna elettorale, Kamala Harris ci avrebbe condannato a vivere.
Proprio nella consapevolezza che ormai diventava sempre più difficile abitare con una buona qualità di vita sulla Terra come è e come sarebbe stata in prospettiva futura; proprio con questa consapevolezza e ben consci del sostanziale fallimento degli ultradecennali tentativi di fare qualcosa di concreto per bloccare il maggiore dei rischi individuato negli effetti del cambiamento climatico; per tutti questi motivi, riuniti a Parigi, i rappresentanti dei miliardi di cittadini coinvolti poco meno di dieci anni fa (dicembre 2015) decisero di impegnarsi seriamente per porre un freno al prevedibile disastro. Tutti insieme. Compresi gli Stati Uniti che sono tra i maggiori responsabili della immissione in atmosfera delle sostanze velenose causa del mutamento climatico.
Compresi gli USA che però durante la prima presidenza di Trump ritirarono la firma agli accordi di Parigi per poi rimetterla con la presidenza Biden e ritirarla in questo gennaio 2025 con la nuova presidenza Trump.
Perché gli Usa non si rendono conto dei rischi che corre l’umanità?
Ma, ci si potrebbe chiedere ingenuamente, perché una potenza economica come gli Stati Uniti, una grande democrazia come quella non si rende conto dei rischi che corre l’umanità sino ad alimentare i timori di una estinzione di massa?
La risposta più semplice è quella che suggerisce Ferdinando Cotugno nel suo “Areale” del 25 gennaio: “Antiambientalisti annoiati, Trump e Musk non ne possono più della Terra, come puoi mangiare gli stessi cereali per tutta la vita, come puoi vivere sullo stesso pianeta per tutta la vita? La retorica su Marte e l’addio all’accordo di Parigi fanno parte della stessa postura”.
Sulla Terra c’è spazio e possibilità di alimentare non solo gli otto miliardi di abitanti attuali, ma anche i dieci che verosimilmente vi saranno entro fine secolo. Allora perché cercare un altro pianeta?
Perché vivere sulla Terra prima della temuta estinzione raggiungendo una accettabile qualità di vita, costa. Non in termini di spesa, ma in termini di ridotti, molto ridotti, profitti.
E allora? Allora l’accoppiata che milioni di americani hanno mandato a governarli decide di investire sì, ma farlo andando a colonizzare un altro pianeta. Gli Stati Uniti sono nati da una colonizzazione che ha portato al quasi genocidio dei nativi; quella di Marte sarebbe molto meno dolorosa perché non pare che su quel pianeta vi siano nativi.
Nel frattempo, poiché i tempi della colonizzazione sono abbastanza lunghi, si fa prima a passare dal neo-colonialismo su Marte al neo-imperialismo sulla Terra. E anche qui Trump non perde tempo: con un’annessione e un acquisto.
L’annessione del Canada che dovrebbe diventare il 51° degli Stati Uniti. Si dovrebbe aggiungere una stella in tutte le bandiere, ma poco male.
L’acquisto, invece, riguarderebbe la Groenlandia (peraltro anche confinante con il Canada) “La Groenlandia? Penso che ce l’avremo. E penso che i suoi 55 mila abitanti vogliano stare con noi. Non so davvero quali pretese abbia la Danimarca su di essa. Ma sarebbe un atto molto ostile se non lo permettessero”.
L’inerzia dell’Europa
E l’Europa? L’Europa è sempre più un “espressione geografica” parafrasando la frase attribuita a Klemens Von Metternich con riguardo all’Italia, e sta a guardare. E noi europei di nascita e sconfortati europeisti? altrettanto. Fortunatamente c’è la Cina…
Sì ma intanto si avvicina l’Apocalisse. Quella misurata con le lancette dell’orologio che dal 1947 segna la distanza ipotizzabile per una catastrofe globale che avverrebbe a mezzanotte. Ogni anno prendendo atto di quello che accade sulla Terra la distanza viene aggiornata: in più, in meno o resta stabile. Il 28 gennaio il “Bulletin of the atomic scientists”, l’organizzazione dei fisici atomici fondata nel 1945 da Albert Einstein, ci ha fatto sapere che le lancette sono state spostate in avanti di un secondo rispetto al 2023: da 90 a 89 secondi. Meno di un minuto e mezzo alla mezzanotte.
Se non stanno attenti Trump e Musk non fanno in tempo ad arrivare su Marte.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link