Oltre 300 mila sfollati tornano verso Gaza nord. Hamas, circa il 90% non ha casa – La Discussione

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Più di 300.000 sfollati sono tornati lunedì nel nord della Striscia di Gaza dalle aree centrali e meridionali dell’enclave. Di questi, secondo Hamas, circa il 90% non ha più una casa in cui stare. In un’intervista con il canale Al Araby, un funzionario del governo di Gaza ha spiegato che i residenti sfollati devono camminare per più di otto chilometri su strade distrutte e che non ci sono risorse disponibili per accoglierli. “Sono arrivate solo 800 tende”, ha detto la fonte, chiedendo un’urgente invio di assistenza umanitaria.

Sindaco di Rafah agli sfollati: “Città molto pericolosa”

Intanto la città di Rafah, nel sud della Striscia, “resta estremamente pericolosa per la presenza di militari israeliani” lungo il Corridoio di Filadelfia e “sarà sicura solo dopo il loro completo ritiro”. Lo ha dichiarato il sindaco di Rafah Ahmed al-Soufi in una intervista ad al-Jazeera, mettendo in guardia i palestinesi che stanno facendo ritorno in città. “L’accesso alla parte meridionale della città, vicino al confine, non è possibile”, ha affermato il sindaco di Rafah. “Sebbene le aree nordoccidentali, settentrionali e orientali siano relativamente più sicure a causa della loro distanza dal confine, sono comunque a rischio” della potenza di fuoco israeliana, ha aggiunto. Gli sfollati, secondo al-Soufi non dovrebbero tornare di corsa in città, in particolare nelle zone centrali e meridionali, che dono “devastate” e “prive delle condizioni basilari per vivere”. Anche le Idf hanno detto ai cittadini palestinesi di restare lontani 700 metri dalla zona di confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto definendola una “zona rossa”.

Attacchi israeliani a Nuseirat

Contemporaneamente un aereo israeliano ha preso di mira un bulldozer che stava tentando di liberare un veicolo intrappolato tra i detriti vicino al campo profughi di Al-Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale, uccidendo l’autista e ferendo altre persone nella tarda serata di lunedi. La stessa sera, aggiunge l’agenzia Wafa, un bambino è stato ucciso e molti altri civili sono rimasti feriti dopo che le forze israeliane hanno bombardato un carro trainato da un mulo sempre nella zona del campo profughi di Al-Nuseirat. L’Idf sostiene di aver aperto il fuoco “per allontanare alcuni veicoli sospetti che si stavano dirigendo verso nord, in un’area non autorizzata al passaggio secondo l’accordo e senza essere ispezionati, in violazione dei termini dell’accordo stesso”.

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Trump: “Palestinesi meglio in un posto non violento”

Donald Trump torna a ribadire il suo desiderio che i palestinesi lascino un posto “associato alla violenza” come la Striscia di Gaza e si trasferiscano in Egitto e Giordania. “Vorrei che vivessero in un’area senza sconvolgimenti, rivoluzioni e violenza”, ha detto il presidente statunitense ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, “Quando guardi la Striscia di Gaza, è un inferno da così tanti anni… Ci sono state varie civiltà su quella striscia. Non è iniziato ora, ma migliaia di anni fa ed è sempre stato un posto associato alla violenza. Si potrebbe far vivere le persone in aree che sono molto più sicure e forse molto migliori e forse molto più comode”, ha detto Trump, aggiungendo: “Vorrei che al-Sisi prendesse un po’ di palestinesi. Abbiamo aiutato molto gli egiziani e sono sicuro che lui aiuterebbe noi. E penso che lo farebbe anche il re di Giordania”.Sia l’Egitto che la Giordania, insieme a tutti i paesi arabi e molti occidentali, si sono schierati fermamente contro l’idea di Trump, affermando che ai palestinesi dovrebbe essere consentito di rimanere a Gaza. Ma Trump, che ha evitato di rispondere direttamente alla domanda se questa posizione significhi che non crede più in una soluzione a due stati, sostiene che il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi ha accolto la sua idea di trasferire i cittadini di Gaza dicendo che “gli piacerebbe vedere la pace in Medio Oriente” e che sia lui che il sovrano giordano Abdallah “lo farebbero”. Il portavoce del ministero degli Esteri francese, commentando le parole di Trump, ha ribadito che “qualsiasi spostamento forzato della popolazione di Gaza sarebbe inaccettabile”.

Mattarella: “Soluzione due Stati”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri alla celebrazione del “Giorno della memoria” al Quirinale ha dichiarato: “Ci auguriamo che la recente tregua in Medioriente, che ha portato alla liberazione degli innocenti ostaggi israeliani rimasti in vita e a una cessazione delle ostilità, venga davvero rispettata e regga agli eventi successivi e alle spinte estremistiche e radicali in modo da trasformarsi in un processo di vera distensione, verso la soluzione dei “due Stati, due popoli”, l’unica in grado di cercare di dissolvere i giacimenti di odio che si sono ulteriormente accresciuti”.

Israele ai libanesi, “Non tornate”

Anche in Libano la situazione non migliora. Il colonnello israeliano Avichay Adraee ha scritto su X che “il periodo dell’accordo è stato prorogato e le forze israeliane sono ancora schierate sul campo”. Per questo l’Idf ha avvertito i civili libanesi di “non tornare nei villaggi lungo il confine meridionale” e che l’esercito farà sapere quando sarà sicurotornare.

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