OpenAI accusa DeepSeek di furto di proprietà intellettuale. Intanto l’App cinese scompare in Italia

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OpenAI, proprietaria del chatbot di Intelligenza Artificiale ChatGpt, accusa la rivale cinese Deepseek di aver utilizzato i propri modelli di apprendimento per lo sviluppo della propria intelligenza artificiale. Bloomberg riferisce che Microsoft sta verificando se i dati di OpenAI siano stati utilizzati senza autorizzazione. David Sacks, che viene definito lo “zar” di Trump per cripto e AI, ha sollevato la possibilità di un possibile furto di proprietà intellettuale da parte di DeepSeek. “C’è una tecnica nell’intelligenza artificiale chiamata distillazione… Quando un modello impara da un altro modello (e) in un certo senso succhia la conoscenza dal modello principale”, ha detto Sacks a Fox News. “E ci sono prove sostanziali che ciò che DeepSeek ha fatto qui è stato distillare la conoscenza dai modelli OpenAI, e non credo che OpenAI ne sia molto felice”, ha aggiunto Sacks, sebbene non abbia fornito prove.

Accuse tutte da provare, dopotutto la concorrenza tecnologica si è sempre avvalsa dello studio dei competitor e in particolare l’Intelligenza Artificiale cresce ed evolve mentre evolve il settore e si alimenta dello sviluppo delle altre tecnologie. Va anche ricordato inoltre che DeepSeek è un sistema open source, ovvero accessibile a chiunque. Il suo fondatore, Liang Wenfeng, ha detto che voleva che DeepSeek rompesse il monopolio delle grandi aziende tecnologiche. “L’open source è più una cultura che un comportamento commerciale, e contribuirvi ci fa guadagnare rispetto”, ha detto l’ingegnere cinese. Un atteggiamento insopportabile per i colossi Usa. 

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L’app di DeepSeek non più disponibile in Italia

Intanto l’app di DeepSeek, che ha raggiunto i primi posti nei download in queste ore, è sparita dai negozi digitali di Google e Apple in Italia. Ieri il Garante della privacy aveva messo in guardia: “A rischio i dati di milioni di Italiani”. E ha spiegato di aver chiesto all’azienda cinese di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento e se siano conservati su server collocati in Cina. 

Trump: “Faremo uno scudo per proteggere le aziende Usa”

Parlando ieri davanti agli eletti del Partito Repubblicano in Florida, il presidente americano Donald Trump ha definito il lancio di DeepSeek, il chatbot a buon mercato di una start-up cinese che utilizza l’intelligenza artificiale, un campanello d’allarme per gli Stati Uniti. Trump ha annunciato che ordinerà la costruzione di uno scudo anti-missile “Iron Dome” per proteggere gli Stati Uniti”.

Il lancio di DeepSeek AI da parte di un’azienda cinese dovrebbe essere un campanello d’allarme per i nostri settori, che devono restare concentrati al massimo sulla competizione per vincere”, ha detto Trump. 

Sono brutte notizie per i tecno baroni della Silicon Valley e se ne sono accorti lunedì anche i mercati borsistici vedendo aleggiare uno spettro: gli Stati Uniti d’America non saranno più leader indiscussi nel campo dell’intelligenza artificiale. Basti pensare alle grandi aziende tecnologiche come OpenAI, Anthropic, Google, Meta e senza dimenticare X. Le stesse i cui capi si sono affrettati ad accompagnare Trump il giorno dell’inaugurazione del suo secondo mandato

Oggi all’apertura di Wall Street si registra una timida ripresa dei titoli tecnologici dopo il lunedì nero.

La versione R-1 di DeepSeek ha superato ChatGPT, dell’americana OpenAI, nella lista dei download gratuiti nell’Apple store, sia in Cina che negli USA. Mentre gli esperti si domandano se l’impatto del modello V3 – creato in soli due mesi per 6 milioni di dollari – sarà duraturo, i test mostrano la sua natura selettiva e obsoleta quando si tratta di rispondere a determinate domande.

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Il cambiamento nella narrazione è iniziato qualche settimana fa, quando il laboratorio cinese di intelligenza artificiale DeepSeek ha presentato il suo modello linguistico di grandi dimensioni DeepSeek-V3. Si tratta di un’intelligenza artificiale paragonabile a ChatGPT, ma molto più economica da costruire, perché richiede meno chip di intelligenza artificiale e si ‘accontenta’ di gpu meno evolute e di infrastrutture cloud molto ridotte. 

L’origine

DeepSeek non ha problemi a spiegare come è stato creato il suo modello, che, afferma, “come molti modelli di intelligenza artificiale avanzati, deriva da una combinazione di ricerca all’avanguardia, elaborazione di dati su larga scala e tecniche di apprendimento automatico”, e poi offre una spiegazione dettagliata del processo che solitamente viene seguito per il suo sviluppo.  

Quello che DeepSeek  non dice

Silente su Xi, obsoleto su Trump -DeepSeek suggerisce di “parlare di qualcos’altro” quando gli viene chiesto chi sia Xi Jinping, presidente cinese dal 2013. Tuttavia, se si chiede della sua controparte americana, Donald Trump, la risposta è prolissa, anche se non molto aggiornata. “Uomo d’affari, personaggio televisivo e politico statunitense, presidente degli Stati Uniti da gennaio 2017 a gennaio 2021.

“Poi racconta nel dettaglio i suoi inizi come imprenditore, la sua carriera televisiva, la sua vita personale, la sua campagna presidenziale del 2015 e la sua prima presidenza. Niente a che vedere con quello attuale. Afferma addirittura di essere ancora una “figura di spicco del Partito Repubblicano” e che “ha lasciato intendere che in futuro si candiderà di nuovo alla presidenza”.

“Trump è amico della Cina?” Inizialmente l’app risponde a questa domanda evidenziando che le due superpotenze mondiali hanno un complesso rapporto di cooperazione e competizione salvo poi virare sulla risposta standard quando a entrare in ballo sono i valori socialisti:  perché non scegliamo altri argomenti? – 

“La Cina raggiungerà la supremazia mondiale nell’IA?” Non ci sono obiezioni a questa domanda. DeepSeek sottolinea i “significativi risultati” della Cina nel campo dell’IA, sottolineando che il suo governo ha dato priorità all’intelligenza artificiale nella sua strategia nazionale con l’obiettivo di diventare un “leader globale entro il 2030”, cosa che Pechino ha già reso pubblica. “Mentre la Cina è ben posizionata per essere un leader globale nel settore dell’intelligenza artificiale, deve affrontare numerose sfide e concorrenza”, ammette, riconoscendo agli Stati Uniti il ruolo di “forte rivale” nel settore. 

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DeepSeek ha dovuto fare di necessità virtù: i controlli sulle esportazioni degli Stati Uniti hanno limitato l’accesso ai chip di intelligenza artificiale più avanzati di NVIDIA. Questi controlli hanno anche limitato le possibilità delle aziende tecnologiche cinesi di competere con le loro grandi controparti occidentali. Di conseguenza, queste aziende si sono rivolte alle applicazioni a valle invece di costruire modelli proprietari. L’hardware avanzato è fondamentale per la creazione di prodotti e servizi di IA e il fatto che DeepSeek abbia raggiunto una svolta dimostra come le restrizioni imposte dagli Stati Uniti potrebbero non essere state così efficaci come si voleva far credere.

Secondo quanto riferito dalla stessa DeepSeek , l’azienda ha speso solo 5,6 milioni di dollari per sviluppare il modello DeepSeek-V3, una cifra sorprendentemente bassa rispetto agli investimenti di OpenAI, Google e Microsoft. Secondo quanto riferito da Sam Altman, OpenAI ha speso 100 milioni di dollari solo per addestrare il suo modello GPT-4. In generale si stima che il costo hardware di DeepSeek sia solo il 3% rispetto ai competitor statunitensi.

Se il settore dell’intelligenza artificiale cinese riesce a presentarsi sul mercato con standard tecnologici così elevati e con costi così bassi, c’è il rischio che gli investitori nel settore dell’intelligenza artificiale tradizionale (quella americana) diventino vittime di una corsa al ribasso dei costi in una vera e propria guerra di logoramento, antica specialità della politica commerciale di Pechino.

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