Un lavoratore su due vuole lasciare l’azienda (chi lo fa migliora lo stipendio): quali sono i motivi e cosa si cerca

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


Secondo un’indagine di Hays per il 2025 il 51% degli addetti prevede di lasciare la propria società. Perché? Mancanza di opportunità future, stipendio basso, ruolo poco stimolante: tutti i dati

Nel 2024 sei lavoratori su 10 si ritengono soddisfatti, anche se i totalmente felici rappresentano solo una minima parte (l’8%). Dall’altro lato, però, ci sono quattro lavoratori su 10 che vivono una situazione di «malessere». Un esercito composto da milioni di lavoratori (perlopiù donne e over 50) pronto a trovare strade alternative. Per il 2025 ben il 51% prevede di lasciare la propria società per un’altra (47%) o per mettersi in proprio (4%), soprattutto per mancanza di opportunità future (per il 44%), stipendio basso (43%), ruolo poco stimolante (32%) e c’è anche chi indica tra le cause il proprio manager (19%). In molti credono che all’interno della propria azienda non ci sia una reale possibilità di poter crescere. I più critici sono gli over 50 (74%), «quasi» rassegnati e che vedono come unica ancora di salvezza il cambio di lavoro.

L’indagine

Sono i numeri fotografati dal report annuale Hays Salary Guide 2025, che ha l’obiettivo di monitorare i principali trend del mercato del lavoro in Italia. L’indagine è stata condotta su un campione di circa mille intervistati tra colletti bianchi e aziende da parte di uno dei colossi nel Recruitment specializzato, quotata a Londra. Sono numeri che confermano che la mobilità del lavoro in Italia è una chimera, perché soprattutto oltre una certa fascia anagrafica è difficile ricollocarsi. L’indagine dimostra anche che la volontà di investire sul benessere dei dipendenti, al di là delle conferenze e delle photo-opportunity, sia un’utopia in ambienti iper-gerarchici e strutturati. Si riscontra anche una costante incapacità di conciliare vita e occupazione. Si intercetta nel malessere generale ma anche nell’incremento dei cosiddetti «Job Creeper», cioè coloro che non riescono a staccare mai e lavorano anche quando dovrebbero curare la vita privata. Rimane stabile la quota dei «Quiet Quitter», cioè gli impiegati che fanno il minimo indispensabile senza lasciarsi coinvolgere dalle attività professionali.




















































Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

I benefit più invitanti

Per i lavoratori la retribuzione è importante, ma quando si considera un nuovo lavoro non è l’unico aspetto. Il pacchetto benefit infatti sta diventando in assoluto il più apprezzato, indicato da ben il 49% degli intervistati. Seguono i ruoli e i progetti stimolanti (43%), un ambiente lavorativo adeguato (43%), lo smart working (42%) e la crescita professionale (38%). Quasi 7 professionisti su 10 hanno dichiarato di ricevere dei benefit che riguardano principalmente i buoni pasto, lavoro flessibile, assicurazione sanitaria o copertura medica privata. Ma quali sono i più apprezzati? Ai primi posti troviamo lo smart working (per il 53%), l’auto aziendale (46%) e l’assicurazione sanitaria o copertura medica privata (35%).  Per i giovani e le donne è più importante il lavoro agile, mentre gli over 50 puntano all’auto aziendale. 

Le retribuzioni medie per settori

Nel 2024 lo stipendio medio annuo lordo dei colletti bianchi si attesta intorno ai 56mila euro, registrando un aumento del 3,7% rispetto al 2023. I compensi variano a seconda delle posizioni: Junior/Specialist (35.000 euro), Senior Specialist/Coordinator (58.000), Manager (70.000), Director (78.000) e C-Level (98.000). Tra i settori più remunerativi troviamo Life Sciences con una retribuzione annua lorda media di circa 71.700 e Banking con una retribuzione media di circa 69.800 euro. Nel 2024, più della metà non ha ricevuto alcun aumento retributivo e per il 2025 il 63% non si aspetta un incremento. I più fortunati, invece, hanno visto crescere la busta paga principalmente perché hanno cambiato lavoro (per il 32%), solo il 21% per prestazioni individuali e il 20% per promozioni. Un messaggio ben compreso dai lavoratori: per guadagnare di più si deve cambiare azienda.
Come si stanno orientando le società per il 2025? Se per il 42% delle aziende non ci saranno politiche retributive aggiuntive, per il 55% sono previsti aumenti, ma contenuti (la maggior parte entro il 5%).

29 gennaio 2025



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contabilità

Buste paga

 

Source link