DeepSeek, la nuova e gratuita AI che aiuta (anche) lavoratori e studenti: ecco le principali funzionalità dell’assistente virtuale cinese

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DeepSeek è un vero e proprio fulmine a ciel sereno nel mondo dell’AI. La startup cinese ha presentato, pochi giorni fa, il suo ultimo modello di chatbot (assistente virtuale). “Le apparenze spesso ingannano”, perché se i colossi statunitensi come OpenAI e Google – che possiedono, rispettivamente, ChatGPT e Gemini – hanno dovuto investire miliardi di dollari per ideare, addestrare e perfezionare i loro prototipi di AI, la “piccola” realtà cinese ha speso solamente 6 milioni di dollari circa, ottenendo un risultato pressoché identico a quelle americane. Nel 2021, il proprietario di DeepSeek, Liang Wenfeng, iniziò ad acquistare migliaia di unità di elaborazione grafica Nvidia per la sua idea – tanto innovativa, quanto inizialmente incompresa – di AI. DeepSeek, invece, è stata fondata nel 2023 a Hangzhou, in Cina e, quello stesso anno, ha rilasciato il suo primo modello di linguaggio di grandi dimensioni (Llm) Ai.

Ma cosa cambia tra DeepSeek e gli altri assistenti virtuali? Soprattutto: DeepSeek ha già superato ChatGPT e Gemini? È bene chiarire che è (molto) presto per fornire giudizi definiti sull’AI cinese. In queste ore la stiamo testando e, fino a questo momento, i risultati sono notevoli. A differenza di ChatGPT, la rivale cinese non ha ancora un assistente vocale con il quale poter interagire. Per le restanti funzionalità, tuttavia, siamo su un livello prestazionale simile, se non addirittura migliore. DeepSeek può venire in soccorso a chiunque abbia bisogno di un’informazione, consigli ed idee. Soprattutto, potrebbe rivelarsi molto utile anche per studenti e lavoratori.

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Il chatbot cinese traduce, riassume, spiega e fornisce suggerimenti e punti di vista su documenti che decidiamo di caricare. Proprio come fa anche ChatGPT, per intenderci. DeepSeek è anche in grado di comunicare in diverse lingue. L’italiano, dalle prime conversazioni virtuali, sembra capirlo bene anche laddove – appositamente – eravamo stati non troppo chiari nel fornirgli il prompt. Sa scrivere buone mail, sa riassumere gli avvenimenti principali di una determinata situazione o periodo storico (per esempio: DeepSeek ha elencato, a punti, l’escalation che portò all’inizio della Seconda guerra mondiale e simulato il contenuto di una mail lavorativa) e riesce a fornire domande e suggerimenti pertinenti in base alle situazioni che le vengono presentate (esempio: realizzare un’intervista ad un Ceo o ad un artista).

Andando sul pratico, abbiamo fornito il seguente prompt all’AI cinese: “Sono un giornalista che si occupa di musica e che andrà a Sanremo a seguire il Festival. Vorrei soffermarmi soprattutto su Francesco Gabbani, facendogli domande strettamente correlate alla sua partecipazione all’evento. Cosa potrei chiedergli?”. Risposta di DeepSeek: “Come descriverebbe la sua canzone in gara? C’è un messaggio particolare che vuole trasmettere al pubblico? Qual è stata l’ispirazione dietro il brano? C’è una storia o un’esperienza personale che l’ha influenzata? Come ha lavorato alla scrittura del testo e alla composizione musicale? C’è stato un processo creativo diverso rispetto alle sue precedenti partecipazioni? Come si sente a tornare sul palco dell’Ariston dopo la vittoria del 2017? C’è più pressione o è più rilassato? Cosa è cambiato nel suo approccio a Sanremo rispetto alla sua prima vittoria? Si sente un artista diverso? Quali sono le sue aspettative per questa edizione? C’è un particolare risultato che spera di ottenere?”. Queste sono state le prime risposte che l’AI ha generato a seguito del prompt fornito. DeepSeek aveva proposto anche altre domande che, però, erano maggiormente di “contorno”. Più si è specifici nel fornire il prompt – anche a seguito di un’iniziale richiesta – e più l’AI centra il punto cruciale che interessa all’utente.

Altro prompt: “Devo mandare una mail al mio datore di lavoro per dirgli che, a causa di un imprevisto, arriverò con due ore di ritardo in ufficio. Cosa e come potrei scrivergli?”. Ecco la risposta.

L’uso dell’assistente virtuale è anche semplice ed intuitivo. Il senso dell’umorismo (per certi versi) non è il suo forte ma, soprattutto a livello professionale e didattico, può venire in soccorso a molti. DeepSeek analizza – secondo la nostra richiesta – file di ogni tipo, che siano Word, Excel, Power Point e PDF. Non elabora, invece, le fotografie (anche di personaggi famosi). Ogni documento caricato dall’utente deve contenere almeno un elemento di scrittura, altrimenti l’AI non leggerà il contenuto.

In queste ore di “boom” di visite, il consiglio è quello di accedere a DeepSeek tramite Google e di rimandare ai giorni successivi registrazioni sia sul sito web che sull’app. Questo perché il traffico all’interno della chatbot è elevato e, già diversi utenti, stanno segnalando rallentamenti e difficoltà nell’accesso. A causa di una “larga scala di dannosi attacchi al servizio DeepSeek”, le registrazioni non sono attualmente disponibili e viene chiesto, agli utenti, di riprovare “più tardi”. Sempre a causa dell’affollamento nella piattaforma AI cinese, può succedere che il sistema non riesca a leggere file “corposi” (sopra le 20-25 pagine Word circa). L’applicazione di DeepSeek si può scaricare sia su iOS che su Android gratuitamente.

Nonostante qualche comprensibile rallentamento dovuto al sovra caricamento dei server centrali, la prima esperienza con DeepSeek è stata positiva. Considerando, a maggior ragione, la proporzione tra spesa (qualche milione di euro) e risultato finale (al momento nettamente a livello della plurimiliardaria ChatGPT), non resta che rimanere piacevolmente colpiti.

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